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Attenzione: questo capitolo contiene un linguaggio più esplicito e fa riferimento, anche se in modo velato, a parti intime del corpo umano/elfico. Se non ti piace o ti trovi in imbarazzo a leggerlo, salta al capitolo successivo!

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<<Come faccio a crederti, dopo aver visto il modo in cui ti guardava?>> domandò ancora, usando però un tono calmo e profondo. Senza rispondere mi misi sulle punte e lo baciai dolcemente sulle labbra, sentendolo subito ricambiare come se non avesse aspettato altro. Dovevo dirlo, mi erano mancate quelle labbra, anche se non erano passate neanche ventiquattr'ore dall'ultima volta che c'eravamo scambiati un bacio. Socchiusi la bocca e mi allontanai di poco, riaprendo gli occhi per vedere i suoi socchiusi e intenti ad osservarmi.

<<Fidati di me per una volta. Non farei mai qualcosa che ti faccia star male, dopo averti confessato che mi piaci.>> mormorai avvicinando una mano alla sua guancia, mentre l'altra restava contro il suo petto. Sentivo il suo cuore battere veloce al pari del mio. Vidi finalmente un sorriso illuminargli il viso e strinse di più la presa sui miei fianchi, schiacciandomi contro il suo corpo e riprendendo a baciarmi. Sentii la sua lingua accarezzarmi il labbro inferiore per poi morderlo delicatamente, facendomi mugolare di sorpresa. Il respiro accelerò, e portai entrambe le braccia dietro al suo collo, incastrando le mani tra le ciocche di capelli e avvicinandolo di più a me. Un forte desiderio mi stava attraversando tutto il corpo, mandandomi in pappa il cervello e facendomi perdere il controllo su di esso. Non capivo più niente, sentivo solo una incontenibile voglia di averlo più vicino e avvertire le sue mani dappertutto.

<<Lexy...>> sussurrò Galvorn con voce roca tra un bacio e l'altro, facendo scendere le mani verso il mio fondoschiena e spingendomi ancora di più verso il suo corpo muscoloso <<...mi stai facendo impazzire.>> Spinse a sua volta il bacino verso di me, facendomi sentire qualcosa di duro contro la coscia. Qualcosa di troppo vicino all'inguine per poter essere un'arma da difesa... 'OOODDIO!!' esclamò la vocina nella mia testa, ridandomi una scintilla della lucidità che avevo perso. Mi staccai con uno scatto da lui e dal suo corpo, guardandolo con gli occhi spalancati e la faccia completamente rossa.

<<Basta. Io non... non volevo- cioè non so che mi è preso.. dobbiamo fermarci!>> dissi a voce un po' troppo alta inciampando nelle mie stesse parole, portandomi le mani in viso per nascondermi da lui. Che cavolo mi era appena preso? Gli ormoni mi avevano fatto il lavaggio del cervello? Dio che imbarazzo!! Avrei voluto essere risucchiata da un buco nero in quell'istante. Lo sentii sospirare e in seguito ridacchiare, così sbirciai da sotto le mani trovandolo nella stessa posizione in cui l'avevo lasciato, mezzo coricato sul bordo della finestra. Come aveva fatto a reggere il peso di entrambi senza cadere di sotto??

<<N-non c'è niente da ridere!>> balbettai continuando a non guardarlo negli occhi.

<<La tua espressione è troppo comica.>> ghignò rimettendosi dritto e facendomi sbuffare. Spostai lo sguardo sul suo corpo, notando un piccolo rialzo verso il cavallo dei pantaloni poco aderenti, e mi coprii di nuovo gli occhi. Ripeto: Dio. Che. Imbarazzo! Finalmente smise di ridere di me e mi si avvicinò. Cercai di indietreggiare, ma velocemente mi acchiappò e bloccò tra le sue braccia.

<<Lasciami Galvorn, non è divertente!>> mi agitai, evitando accuratamente la parte inferiore del suo corpo.

<<Invece lo è molto. Che c'è, non hai mai visto un ragazzo eccitato prima?>> disse contro il mio orecchio, facendomi rabbrividire e arrossire ancora di più. Sentivo l'intero corpo andare a fuoco.

<<Non sono affari tuoi! E poi perché sembra che a te non faccia né caldo né freddo?>> borbottai rinunciando ad allontanarmi. Dopotutto in questo modo potevo nascondere il rossore contro il suo petto.

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