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Guardai il liquido chiaro e decisi di aspettare l'arrivo dei padroni di casa, contro la volontà del mio stomaco che brontolava impaziente. Per fortuna non c'era nessuno, neanche l'Elfo di poco prima. Strano, da quando ero arrivata nessuno di quelli che lavoravano lì si era mostrato spaventato o arrabbiato per la mia presenza, eseguivano solo gli ordini dei Sovrani senza protestare. Dovevano avere molta fiducia in loro per accettare una cosa del genere senza fare domande. Non so per quanto tempo rimasi seduta a quel tavolo cercando di non sbavare come un'affamata, ma quando sentii dei passi avvicinarsi mi alzai e voltai verso la Regina, la prima che appunto varcò la soglia. Vedendomi già lì fece una faccia sorpresa e mi raggiunse sorridente. Come faceva a sorridere in quel modo anche di prima mattina?

<<Buongiorno Lexy, pensavo avresti dormito di più dopo ciò che è successo ieri. Forse il letto non è abbastanza comodo?>> disse sedendosi di fronte a me. La imitai sorridendo a mia volta.

<<Per niente Maes-...  Calime. È il migliore che abbia mai usato.>> Sorrise e mi avvicinò un piattino, su cui poggiavano delle fette quadrate di quel che sembrava pane, dorato e dall'aria invitante.

<<Mi fa piacere. Prego, serviti pure. Non sarà saporito come il cibo umano ma spero vada bene lo stesso.>>

<<Questo qui>> ed indicai la tazza che tenevo ancora tra le mani <<che cos'è?>>

<<Latte di lupa con un cucchiaio di miele.>> spiegò tranquillamente. Sgranai gli occhi. Latte di lupa? Seriamente?? Siamo sicuri sia commestibile? La Regina vide la mia espressione incredula e trattenne una risata.

<<Tranquilla cara. Il latte è latte da qualunque animale provenga, cambia solo un po' il gusto. Inoltre il miele lo raccogliamo noi stessi dagli alveari sugli alberi.>> Annuii impercettibilmente e portai la tazza alle labbra, ancora dubbiosa. Dopo il primo sorso, però, constatai che avesse ragione. Il gusto era un po' più amaro del solito, ma il miele lo rendeva molto più sopportabile. Continuammo per un po' a parlare del cibo che avevo davanti. La donna mi spiegò che quei quadrati che pensavo fossero fette di pane era Panem, degli impasti di acqua e semi di girasole (molto diversi, aggiunse subito dopo, dal Phatos, fatto invece con semi bianchi ed essenza di vaniglia, uno dei cibi consumati maggiormente tra gli Elfi). Mi spiegò che il Panem era più raffinato, e quindi lo preferivano come gusto al Phatos, che invece era diffuso tra le guardie e la maggior parte degli abitanti. Poi c'erano marmellate di bacche e more selvatiche, succo di radici di zenzero e uova di serpente cotte su legna. Quest'ultime preferii non assaggiarle, perché solo l'idea di mangiare uova di rettili mi nauseava. La Regina invece mangiava tranquilla tutto ciò che voleva, compresa una bevanda chiara che, mi spiegò, fosse una tisana ai fiori di lillà molto rilassante. Iniziavo a pensare che il lillà fosse il suo fiore preferito, dato che l'avevo visto più spesso in quei due giorni che in tutta la mia vita. Mentre parlavamo altri passi ci avvisarono dell'arrivo del Re, che fece il suo ingresso con la solita aria rilassata. Chissà se conosceva altre espressioni oltre quella. Si sedette dopo aver baciato la moglie, mentre io distoglievo lo sguardo per dar loro po' di privacy, e mi salutò cordialmente. Anche questa volta non riuscii a chiamarlo per nome, ma ormai sapevo mi ci sarebbe voluto tempo per riuscirci.

<<Hai passato una buona nottata?>> mi chiese prima di sorseggiare una bevanda scura dall'odore forte.

<<Sì Maestà, grazie. Se possibile però volevo chiederle un favore. Niente a che fare con la mia vita umana.>> specificai quando li vidi alzare un sopracciglio sospettosi <<Speravo solo in un vostro permesso per poter girare per il villaggio e conoscere meglio le vostre usanze.>> Sulle loro facce si dipinse la sorpresa, e gli ci vollero una paio di secondi per rispondere.

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