La luce del sole mi colpì così improvvisamente che mugolai infastidita, maledicendo il fatto che la mia finestra desse proprio ad est. Mi coprii gli occhi con una mano, ma i raggi insistenti si notavano anche da dietro di essa. Eppure ero più che certa che la sera prima avessi chiuso per bene le tende, proprio per evitare inconvenienti del genere. Ad un tratto qualcosa di morbido e leggero mi carezzò una guancia, facendomi il solletico. Aprii gli occhi di scatto, ritrovandomi una piuma colorata a pochi centimetri dal viso, a sua volta tenuta tra due dita piccole e paffute. Mi tirai su mezza intontita, avendo davanti una bambina di non più di sei anni, che mi osservava dal lato del mio letto con la piuma ancora a mezz'aria. Non l'avevo mai vista prima, al villaggio o nel palazzo, altrimenti me ne sarei di sicuro ricordata. Aveva i capelli biondo ramati, legati in una codina laterale che raggiungeva a malapena le spalle esili, un faccina con guance paffute che chiunque avrebbe voluto strizzare fino a che diventassero rosse, e un paio di occhi grandi e castano scuro, contornate da lunghe ciglia. Sarebbe sembrata quasi una bambina-elfo come qualunque altra, se nei suoi occhi non avessi letto una maturità, mista ad un pizzico di curiosità, che contrastava molto col suo aspetto dolce e infantile. Rimasi imbambolata a fissare la bambina, che a sua volta mi guardava e piegava la testa da un lato. Una parte di me si chiedeva come avesse fatto quella piccola sconosciuta ad entrare nel Palazzo senza essere notata da nessuno, un'altra invece avrebbe voluto subito prenderla in braccio e giocare con lei, felice che per la prima volta un bambino di quel posto si fosse avvicinato senza paura o timore. Anche se appena sveglia e non nel pieno delle mie facoltà mentali, le sorrisi gentilmente, e stavo per parlarle quando la porta di camera mia venne spalancata di colpo, mostrando la ragazza-elfo dalle trecce bionde con uno sguardo tra lo stupito ed il mortificato.
<<Annael!>> esclamò quando la bambina si voltò nella sua direzione, probabilmente sentendo il suo nome. Si avvicinò rapidamente a entrambe e prese la piccola in braccio, stringendola al petto con fare protettivo. Forse pensava che le avrei fatto del male?? Mi alzai pronta a spiegarle la situazione, ma lei mi precedette.
<<Perdonala Custode, non era sua intenzione venire qui a disturbarti, è ancora piccola e non conosce molto bene il posto, o a chi appartengono le stanze. Mi prenderò la responsabilità delle sue azioni, pro->>
<<Ehi ehi,>> dissi interrompendo quel fiume in piena e muovendo le mani avanti <<calmati, non sono arrabbiata. Non c'è bisogno di reagire così.>> Alzò la testa, che fino a quel momento aveva tenuto chinata in una piccola riverenza, per puntare i suoi occhi chiari nei miei.
<<Dice... dice sul serio?>> chiese stupita e dubbiosa al tempo stesso.
<<Sì, certo.>> sospirai abbandonando le braccia lungo i fianchi <<E' tutto a posto, non mi stava infastidendo.>> Notai come gli occhi della bambina, nonostante fosse stretta al petto della ragazza, non si fossero staccati da me neanche un secondo. Le feci un altro sorriso, spostando poi la mia attenzione sulla più grande. Che fosse sua figlia? No, non poteva essere, era ancora troppo giovane anche solo per essere sposata. Forse era una parente.
<<E' tua sorella?>> tentai di indovinare, facendo un cenno verso la bambina. Le ci volle qualche secondo per rispondere, sempre con un'espressione pensierosa sul viso.
<<Sì.>>
<<E' davvero molto carina.>> Finalmente sul suo volto si formò un piccolo sorriso, e allentò un po' la presa intorno alla bambina di nome Annael. Quest'ultima iniziò a dimenarsi, nel tentativo di scendere, ed una volta libera camminò a passo barcollante per quel metro scarso che ci divideva. La ragazza tentò di fermarla all'inizio, ma quando vide la sorella scrutarmi attentamente, come aveva fatto poco prima, ritirò la mano e rimase buona buona al suo posto, seppur la osservasse in ogni singolo movimento. Non capivo se fosse più preoccupata per lei o per una mia improvvisa reazione. Da parte sua, la piccola non badava alla sua presenza, concentrata solo su di me. Mi piegai sulle ginocchia, ritrovandoci così alla sua stessa altezza per poterla guardare in quei grandi occhioni.
<<Perciò di chiami Annael?>> chiesi gentilmente, vedendola fare un cenno di assenso con la testa <<E' davvero un bellissimo nome.>> Lei continuò a non dire niente, poi lentamente alzò l'indice puntandolo verso di me.
<<Vuoi sapere come mi chiamo?>> domandai, ricevendo un altro "sì" muto <<Sono Lexy. Dimmi, quella ragazza laggiù è tua sorella, vero?>> chiesi di nuovo, facendo cenno verso la bionda. Annael si voltò per un attimo, incrociando lo sguardo dolce di lei, prima di voltarsi nuovamente verso di me e annuire. Strano, non sembrava avesse alcuna intenzione di parlare. Eppure era abbastanza grande da riuscire a farlo, cos'è che la bloccava? Sospirai e le feci un altro sorriso, tendendole poi la mano. La bambina scrutò quest'ultima ancora più attentamente di quanto aveva fatto con me, per poi allungare una delle sue, piccole e paffute, e posarla sul mio palmo. La presi e riaccompagnai gentilmente fino alla ragazza, che non aveva fatto altro che fissarci dal suo posto vicino la porta.
<<Grazie Custode, e scusaci ancora per averti disturbata così presto. Anche se piccola è molto curiosa, e non perde occasione di cacciarsi nei guai ed entrare nelle stanze altrui.>> ricominciò lei, appena fuori dalla porta.
<<Va tutto bene, non importa. Mi sarei dovuta alzare comunque, in più i bambini mi piacciono. Era da un sacco che non stavo a contatto con uno di loro.>> Il suo viso, simile a quello di una bambola, si aprì in un sorriso allegro e con un altro inchino si avviò lungo il corridoio.
<<Aspetta, volevo dirti una cosa.>> la richiamai, con la schiena poggiata allo stipite, facendola girare con ancora la mano della piccola nella sua <<Ciò che ho detto a lei vale anche per te. Non chiamarmi custode, Lexy va più che bene.>> Sgranò un po' gli occhi, arrossendo leggermente prima di rivolgermi, per la seconda volta, un dolce sorriso.
<<Come vuoi Lexy.>>
<<Potrei sapere anche il tuo nome?>>
<<Elanor.>> mormorò con un po' di timore nella voce.
<<Anche il tuo è davvero un bel nome.>> sorrisi, facendola in qualche modo arrossire di più.
<<G-grazie.>> disse a quel punto, spostando per un secondo gli occhi sulla bambina, che alternava lo sguardo tra lei e me come per capire di cosa stessimo parlando. Ero certa che non le ci sarebbe voluto molto, quegli occhi nascondevano dietro un'intelligenza molto più sviluppata di un normale bambino della sua età. Con un ultimo saluto mi chiusi la porta alle spalle sospirando, e subito dopo lasciai uscire un gridolino felice dalla mia bocca. Dio, che bambina super-mega carina! Avrei davvero voluto strizzarle le guance e abbracciarla e uscire fuori a giocare con lei! Sclerai per quei cinque secondi che decisi di concedermi, per poi darmi un contegno e andare in bagno a lavarmi e cambiarmi. Mentre cercavo dove avessi buttato il giorno prima i pantaloni, qualcosa sulle coperte attirò la mia attenzione: era la piuma colorata della bambina! Doveva averla dimenticata quando era entrata Elanor a prenderla. La presi tra le dita, avvertendo subito la morbidezza e la fragilità di quell'oggetto color arcobaleno. Chissà dove l'aveva presa, non ricordavo di aver visto uccelli con quel piumaggio particolare nella foresta. Non volevo rovinarla mettendola in tasca, così la misi in un cassetto dell'armadio, decidendo che la prossima volta che avrei incontrato la ragazza bionda gliel'avrei ridata. La colazione fu molto solitaria, senza il Re e la Regina seduti con me. Il tavolo mi sembrava ancora più grande di quanto già non fosse quella mattina. Nel resto del tempo andai in esplorazione del secondo piano della Quercia, se così posso definirlo. Non vi ero ancora salita finora, restando sempre nei piani più bassi perché, sinceramente, andare ancor più in alto m'intimoriva. Ora però conoscevo il primo piano a memoria, sapevo dove si trovavano le camere da letto, la cucina, e tutte quelle altre porte in cui mi era vietato entrare e che, dopotutto, non m'interessavano più di tanto.
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My Life Now
AdventureEsistono creature fantastiche? Certo, sono dappertutto anche se non riusciamo a vederle. Forse perché non vi crediamo abbastanza. Per Lexy invece è facile come respirare, ma non si aspetterebbe mai di trovarsene uno davanti nel bel mezzo di una fore...