Elisabetta
Come tutte le mattine devo andare a lavorare. Anche se non posso permettermi vestiti firmati, non significa che io non possa vestirmi bene.
Non vado dietro la moda, non l'ho mai fatto, non mi interessa, ho il mio stile. Se una cosa mi piace anche se era di moda anni fa me ne frego, vado al mercato a comprarmi da vestire, mi servo sempre dalle stesse tre o quattro bancarelle, ormai sono anni, vendono roba giovanile e non costano tanto. Lavoro solo io, mentre mamma prende la pensione, grazie a Dio non sono schizzinosa come alcune. Non mi interessa delle altre, io sono così.
Prendo dei jeans chiari, una canotta tank blu con rifiniture in pizzo e una maglia con scollo a barca. Metto i miei stivali blu con tacco dieci, capelli sciolti come mio solito, (amo i miei capelli: sono lunghi, mi arrivano al sedere, sono neri corvino e mossi). Metto la matita agli occhi, il mio piumino corto blu, e voilà. Sono pronta ad affrontare una nuova giornata.
Max rimane con mamma, oggi dovrebbe venire l'equipe medica per l'assistenza a casa.
Entro in camera da Max, lo avviso che vado a lavoro, saluto ed esco.Sono passate già diverse ore e sono stanca, sono le nove, tra un paio di ore finisco il turno. Vedo la mia responsabile avvicinarsi <<Elisabetta ascolta c'è una persona che ha chiesto di te, dice di essere tua sorella>>
<< Grazie Giulia, scusa posso andare a parlarle un attimo?>>
<<certo Elisabetta >> .
Non sono per niente convinta. So già cosa mi aspetta. Ed ecco mia sorella, mi aspetta con quell'aria da snob, elegante come sempre, mi sta scrutando, più mi avvicino più sento il suo sguardo gelido su di me.
<<buongiorno Franca >, la saluto freddamente, non riesco ad essere falsa
<< buongiorno insignificante sorellina , sempre trasandata , ma in fin dei conti cosa si può aspettare da te>>
<<Franca perché sei qui? Non hai niente da fare, invece che venire ad insultarmi? >>
<<Perché mi ha chiamata Max raccontandomi di mamma, l'ho dovuto sapete da lui, dopo qualche giorno, dio non puoi capire come non ti sopporto >>
<< credimi il sentimento è reciproco, e poi perché ti avrei dovuto chiamare per dirti cosa?
Lo sai che mamma è malata, lo sapevi della sua malattia, e dove sei stata? Te ne sei sempre fregata, come hai fatto per papà, mentre lui era in ospedale tu ti divertivi;
Da me non riceverai notizie, non saprai niente da me, perché per me tu non sei una figlia, ha sempre avuto me accanto, non ci sei mai stata, è più di un mese che non la vai a trovare e non la chiami, e ti lamenti se non ti cerco, sei ridicola >>
<< l'insignificante Elisabetta Carrisi ha tirato fuori le unghie?>>
<<no sei solo tu che riesci a tirare fuori il peggio di me>>
<<mamma sta morendo e tu rimarrai sola come un cane, mica Sara e Max possono stare dietro a un peso morto come te, quel giorno riderò di te>, sento la rabbia crescere, la disprezzo con tutto il cuore per il male che ha fatto a papà e mamma, non me ne accorgo neanche che la mia mano con forza si trova sulla sua guancia, mi guarda incredula, è scioccata ed io più di lei, non posso crederci di aver dato uno schiaffo a mia sorella.
<<scusa non volevo, non ho mai alzato le mani >>
<<brutta stronza, non dovevi farlo, giuro che me la pagherai, ti odio, ti ho sempre odiata>> , si avvicina e mi sputa addosso, gira le spalle e se ne va. Corro in bagno, mi chiudo dentro e piango, non volevo, io non volevo, io non sono così. Urlo dalla rabbia per me stessa, per mia sorella e per quella maledetta malattia che sta portando via la mia mamma. Dopo essermi sfogata un po', sciacquo il viso, mi asciugo e torno al mio lavoro.
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Non lasciarmi sola (completata)
RomanceElisabetta è una ragazza che per i suoi 18 anni ha sofferto tanto e questo l'ha resa più matura. Ultima di quattro figli, ha un legame molto forte con i suoi genitori. Non ha un carattere forte, ed è molto fragile. Il dolore sarà una sua compagnia...