Capitolo tre

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Elisabetta

Ho passato  tutto  il giorno  a casa.
La dottoressa poi  è  arrivata e ha  visitato  mamma, ci siamo  poi  appartate  un attimo,  e abbiamo  parlato,  mi ha sempre parlato  chiaro,  <<il corpo  è  molto  debilitato,  la cosa  buona  è  che  è  molto  forte,  ma penso  che  se è  ancora  viva  e non si è  fatta  completamente  vincere  è solo  grazie  alla paura  che  ha di lasciarti>>.
La dottoressa  ormai  ci conosce  da anni,  sa tutto  della  nostra  famiglia,  perché  c'è  un rapporto  d'amicizia  di vecchia  data con mamma  e papà.
<<Elisabetta  dobbiamo essere  sinceri  con noi  stessi, non so  quanto  possa  durare,  e non me la sento  di dirti  di portarla  in ospedale,  anche  perché  lei  non  vuole. Mi ha spiegato  più volte  che  vuole  morire  a casa  e nel suo  letto.
Domani  avvio  le pratiche  per avere un supporto  medico  a casa, ne parleremo  tra  qualche  giorno, quando prenderò l' appuntamento con l' equipe medica ADI (azienda  domiciliare integrata).
<< Grazie dottoressa, ci sentiamo tra qualche  giorno>>
<< mi raccomando  Elisabetta, fatti  coraggio e non farti  vedere  dalla  mamma  triste>>
<< ci proverò >>.
Ci salutiamo  con un caloroso  abbraccio e poi  va via.
Vado in camera  da kia madre  e la guardo dolcemente, mi avvicino  e la copro  per bene. Poi esco dalla stanza  socchiudendola, nel frattempo mi suona  il cellulare, senza  guardare il nome  rispondo
<<pronto>>
<< Betta  sono  Max>>  silenzio <<Betta  perché  non mi  rispondi, è  successo  qualcosa  a mamma? >>
Faccio un respiro  profondo, ingoio le lacrime  che  minacciano di uscire  <<Max ciao, ho appena  parlato  con la dottoressa che  l'ha visitata, sta  peggiorando, e poi  mi ha detto  che domani  avvierà  le pratiche per un supporto  medico  a casa>>
<< Betta  dammi un paio  di  giorni  e sono  lì da voi, il tempo  di chiedere delle  ferie  al mio  superiore, tanto  conosce  la situazione e poi  mi tratta  come un figlio, mi aiuterà  lui  con i giorni  di permesso. Non ti lascio  sola  Betta  non temere >>, a quelle  parole non riesco  più  a trattenere  le lacrime.
<< Ok Max ti aspetto, ti voglio  bene>>
<< anch'io  Betta, dai  un bacio  a mamma >>
<< si lo farò, a presto, ciao >>
Chiudo  la telefonata  e mi siedo  sul divano, debo avvisare  Sara  che non andrò alla festa, non sono dell'umore  adatto.
Sono passati  diversi  giorni  dalla  visita  della  dottoressa, Max è  arrivato, mentre Seba  chiama tutti i giorni, non può venire per via  del lavoro.
Ieri  mi ha telefonato  Sara  dicendomi  che  sarebbe  passata  questa  sera, sa che  Max è  arrivato.
Sara  è da quando  aveva  quindici anni  che  ha una  cotta  per lui, non me l'ha detto, l'ho capito  da sola, non è  mai  riuscita  ad avere  una  relazione con qualche ragazzo, è  uscita  con qualcuno  un paio  di volte, ci sono  stati  dei baci  ma non è  mai  andata  oltre, eppure è  sempre stata corteggiata da ragazzi  stupendi, ma si  è sempre  frenata. Max si è  sempre comportato  affettuosamente  con lei  e alcune  volte  era  geloso, ma non capisco  se prova  qualcosa per lei; ha sempre avuto  tante  donne  e una  sola  relazione  seria  ( se possiamo  definirla  così, visto  che  più  di una  volta  l'ha tradita), è  durata  meno  di un anno. Poi  lui l'ha lasciata. Detto  da lui  " non era  innamorato ".
Max non è  andato  a casa  sua, è venuto a stare  da noi, si è  sistemato in quella  che  una  volta  era  la sua  camera.
Stiamo  cenando  io e Max. Tra  una  forchettata  e l'altra, vedo  Max agitarsi, è  nervoso, come  se dovesse dire  qualcosa  ma non sa come  fare. Mamma  è  a letto,  ha avuto  un po'  di febbre, adesso   va meglio, è  solo  un po' debole. Decido  allora  di parlare  con lui, << Max che  hai? Sembri  nervoso, è  successo  qualcosa?>>
<< Betta ascolta, non voglio  litigare con te>>,  lo guardo  accigliandomi un po', non capisco le sue  parole  <<Betta  volevo  sapere se avessi avvisato  Franca, se le hai  raccontato quello  che ti ha detto  la dottoressa >>  mi irrita  solo il pensiero di doverla  sentire, ogni  volta  mi butta  tutto  il suo veleno  addosso. << No Max non l'ho chiamata,  l'ultima  volta  che  l'ho sentita  mi ha riempita  di insulti ed è  più  di un mese  che  non viene  a trovare  mamma  e non la chiama, quindi  mi dispiace  ma io non la chiamo, se ci tieni  tanto chiamala  tu >>, Max mi guarda con dolcezza, sa tutto  quello  che  ho passato  con Franca, il  suo  disprezzo  verso  di me, rinfacciandomi che  le ho rubato  tutto  l'amore  di mamma  e papà, disprezzandomi,  per non contare  tutte  le volte  che  mi ha umiliata davanti  ad altre  persone, dicendomi  che  sono  grassa,  che  nessuno  si sarebbe  innamorato  di me, che  ero  una persona  insignificante ed ero una asociale con problemi  di comunicazione. Io sinceramente  posso  capire delle  incomprensioni  tra  sorelle  ma il suo  è  odio e non lo capisco, so solo  che  se non fosse  stato  per  Sara  sarei sola e abbandonata  a me stessa. Sara  dopo  mamma  è  la persona  più  importante  della mia  vita, io e lei  è come  se fossimo  la stessa  cosa.
Il nostro  silenzio  viene  interrotto  dal suono  del citofono, chiedo  chi  è  e poi  apro  visto  che  è  Sara.

Non lasciarmi sola (completata) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora