Capitolo trentasette

4.4K 200 26
                                    

Sara

Mai avrei creduto che un giorno sarei stata seduta in una sala d'aspetto col terrore nel cuore di vivere senza il sorriso meraviglioso di mia sorella.
Sorella SÌ! Perché per me è questo e anche di più.
Sorelle non perché abbiamo lo stesso sangue, ma perché ci siamo scelte.
Mi ricordo quando la vidi per la prima volta, eravamo piccole, era stata presa di mira da un gruppetto di bulli, le facevano tutti i tipi di dispetti.
Non ci pensai più di un secondo per schierarmi dalla sua parte, per difenderla. Dal quel giorno non ci siamo più lasciate. Siamo sempre state una cosa sola, un solo battito, una sola voce, l'una che pensava per  l'altra.
Quanti pianti ho fatto sulla sua spalla per suo fratello che non mi calcolava, quante lacrime ho asciugato dai suoi bellissimi occhi per colpa di sua sorella Franca, quando la trattava male, quando l'ha lasciata sola a badare ad una situazione economica disastrosa.
Ma la mia Bella non si è mai arresa, ha sempre combattuto, perché per lei bastava l'amore delle persone che lei amava più d'ogni cosa.
Il dolore più grande è che io non ero lì con lei per proteggerla ancora.
Cosa avrei potuto fare?
Non lo so e non lo saprò mai, perché adesso lei è distesa su un letto d'ospedale a combattere ancora una volta con la vita che non le ha risparmiato dolore. Adesso che sarebbe potuta essere la donna più felice del mondo accanto al suo uomo. E invece no, ecco un'altra prova.
Mi alzo da questa scomoda sedia e mi avvicino alla stanza.
Attraverso i vetri vedo Gaia seduta affianco al letto dove lei giace immobile. Apro piano la porta e la sento singhiozzare. Con la mano le accarezza il viso e la chiama, le lascia baci sulla fronte e poi sulle mani.

<<zia ti prego non lasciarmi anche tu. Ho perso i nonni che amavo più della vita, e adesso vederti qui immobile mi fa paura perché mi ricorda nonna.
Zia ho tante cose da raccontarti, sei la mia migliore amica.
Zia, Ethan mi ha lasciata, il suo migliore amico gli ha raccontato di avermi vista con un altro e lui invece di parlare con me per chiarire e sentire la mia versione si è fatto trovare con un'altra mentre la baciava e erano sul punto di farlo.
Zia tu mi conosci e sai che non farei mai una cosa del genere, il suo amico ha una cotta per me e gli è venuta la brillante idea di fargli credere questo in modo che mi lasciasse.
È vero che ero con un amico ma stavamo solo parlando.
Zia gli uomini sono tutti uguali.
Svegliati io non posso perderti, abbiamo così tante cose da fare.
Ti ricordi mi avevi promesso che mi avresti portata al concerto di Emma Marrone, la nostra cantante.
Mi ricordo quando sei scesa l'ultima volta da noi, abbiamo messo il suo cd e davanti allo specchio con la spazzola, che in quel momento era un microfono, cantavamo a squarcia gola la canzone Amami.
Zia non lasciarmi, qui impazziremo tutti senza di te.
Sei la colla che ci tiene legati l'uno all'altro.>>

La vedo buttarsi su di lei e piangere, stringe in un pugno le lenzuola.
È un pianto disperato il suo, come lo è il nostro.
È vero lei è il pilastro di questa famiglia, ci tiene tutti legati, la sua semplicità e l'amore per questa famiglia hanno fatto in modo che lei stessa diventasse quella colla che fa unire anche i caratteri più impossibili.
Mi avvicino, la prendo per le spalle e la faccio alzare.
Gaia mi guarda con gli occhi rossi e gonfi dal pianto, avvolge le sue braccia attorno a me, la abbraccio a mia volta.

<< Gaia, Bella ce la farà anche questa volta, vincerà e tornerà da noi. Sono sicura che ci sta sentendo. Bella è forte e appena si riprenderà faremo un bel mazzo a quel ragazzino, e poi andremo tutte e tre al concerto e canteremo come pazze.>>

Non lasciarmi sola (completata) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora