Capitolo cinquantasei

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Vi consiglio  di  ascoltare  la canzone  e poi  leggere  il capitolo
😍
C'è  la disperazione    di un amore  perso.

Alex 

Quella  foto  mi ha  fatto male, è  stato come  ricevere  una  pugnalata, dovrei tornare a casa da mio  figlio,  invece sono  seduto in un angolo  di questo  bar ad aspettare che  la cameriera mi porti una  qualsiasi  bottiglia  di liquore, l'importante  è che  sia  ad alto  tasso  alcolico.
Voglio  stordirmi  e non pensare più  a niente.

La cameriera si avvicina con il vassoio  contenente  la bottiglia di liquore  e un bicchiere.
Indossa  una  divisa  striminzita che  non nasconde nulla  all'occhio  di un uomo.
Mi guarda  in modo  ammiccante, si abbassa  per posare  sul tavolino il vassoio e nel farlo si abbassa più  del dovuto dandomi una  bella  visuale del suo  sodo seno.
Prima  di allontanarsi, appoggia  la sua  mano sulla  mia, si avvicina e sensuale mi sussurra  <<tesoro, tra  un'ora  finisco  il turno, se vuoi  un po'  di  compagnia me lo dici, ti farò  passare  quella  faccia  da cane  bastonato, credimi  ti farò  divertire >>
Si allontana  sculettando.

Scoparmi  una  qualsiasi?
A cosa  servirebbe? Cinque  minuti di piacere e poi mi sentirei  ancora più  vuoto di prima.

Non stiamo  insieme, ma nel mio  cuore è  così, il mio  cuore è  impegnato, non la tradirò perché  non voglio.
L'unica  che  desidero  è  Elisabetta, perdermi  dentro  di lei, guardare  il suo  rossore  davanti  a un complimento, vederla  imbarazzata  dopo  una  parola  troppo  spinta, guardare  i suoi  occhi ed essere  avvolto  dal suo  amore, per non lasciarla  più.
Lei  è  lontana, chissà  in questo  momento potrebbe  essere  insieme  a quella  testa  di cazzo.

Mi alzo, portandomi  appresso  la bottiglia di liquore ancora  piena; vado  al bancone  e pago.
Esco.
L'aria  è  fresca, rabbrividisco.
Entro  in macchina, abbasso  il finestrino e accendo la radio.
Ascolto  la canzone  che  passano  in questo  momento, le parole  che  mi fanno  ancora  di più  pensare  a lei.
Quest'uomo  canta  con la stessa  disperazione che  sto provando io da quando  lei non popola  più  le  mie  giornate.

Mi scolo tutto  il liquore che  scende nella  mia  gola, non sento  nessun  bruciore, sento  solo  il mio  cuore ,  sembra un tamburo.
Metto  in moto  e parto.
La canzone  riempie  l'abitacolo  dell'auto.

"Perché c'è lei, perché  c'è lei

Perché c'è lei, perché  c'è lei

Perché c'è  lei nelle  mie  ossa

Perché c'è lei nella  tua  mente

Perché c'è  lei nella  tua  vita

e non potresti più  mandarla  via

Nemmeno se cambiassi faccia

nemmeno se cambiassi nome

nemmeno  se cambiassi aria

nemmeno se cambiassi il mondo "

Grido   forte contro  questa  vita che  mi ha tolto  tutto.
Freno  bruscamente, come  un pazzo  colpisco il volante ripetendo  all'infinito  il suo  nome, giro  la chiave  e riparto, corro come  se mi volessi  allontanare  da una  realtà  che  ormai  ha avvolto  la mia  vita.
Mezzanotte  inoltrata, ci sono  poche  macchine  in giro, accelero senza  guardare né i semafori  né  le auto, una macchina  sbuca  alla  mia destra, per evitarla  sterzo. Perdo  il controllo dell'auto, sbanda e finisco  contro  un albero. L'urto  è  violento, sbatto  la testa.
Non sento  più  niente, solo  il suono della  dolce  voce della  mia ragazzina che  mi  ripete  ancora  quanto  mi ama.
Poi  il buio.

Non lasciarmi sola (completata) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora