Capitolo cinquanta

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Elisabetta

I giorni passano, scorrono senza che te ne  accorgi, vedi la tua  vita scivolarti  dalle mani senza  poter fare niente. Mi sento vuota, debole, le forze  vengono  meno, almeno  sapessi contro cosa o chi combattere, ma in questo modo è  una  battaglia che  non posso iniziare. Contro chi  dovrei combattere? Contro un uomo che  mi ha promesso  di amarmi e proteggere per sempre, contro qualcuno che  mi diceva non ti lascerò  più  sola?
Non puoi  costringere  le  persone ad amarti, e neanche  a rimanere se quello  che  desiderano è andarsene.
Da quel giorno  non l'ho più  cercato, niente messaggi.
Mi chiama  quando  si ricorda, senza  chiedere come sto; mi parla  dei  suoi impegni  e di quanto  si senta  stanco, delle  sue serate  con colleghi  di lavoro, lo ascolto  senza  proferire  parola.
Mi saluta  e poi  riattacca.
Sono state queste  le uniche  conversazioni  che  ci sono state tra  noi.
Sono molto  confusa, perché mi chiedo come è  potuto succedere tutto  questo tra  l'oggi e il domani?
Da che  toccavo  le  stelle, mi sono  ritrovata a cadere a terra in malo  modo, e allora mi chiedo  se c'è qualcosa sotto, poi  rifletto ripetendomi che  non mi ha mai  amata.
Poi  subentrano  i ricordi, la sincerità  in ogni  gesto e parola, lui  mi ama  e allora  perché?

Continuo  a stare  male, queste  nausee  mattutine e i capogiri persistono da qualche  settimana.
Sara ieri ha comprato tre  test  di gravidanza.
Ho troppa paura, rimando  sempre, se la situazione  con Alex fosse  diversa, l'avremmo  fatto  insieme, tra  le sue  braccia mi sarei  sentita protetta, ma così  sono nell'incertezza.
Tremo  al solo pensiero  di dover  affrontare  il mio  domani  da sola.
In questi  momenti vorrei  tanto avere mamma  accanto, lei  saprebbe cosa  dirmi, con lei accanto sarei  riuscita  ad affrontare tutto.

<<Bella , vestiti  usciamo >>, non l'ho sentita  neanche  entrare, è  da giorni  che  non vado  a lavoro, non riesco, mi sento  a pezzi, mi dispiace, sembra  che  mi stia  approfittando  dell'amicizia con Giulia, è  il mio  datore di lavoro,  ma è  anche  una  cara  amica.  Non me la sento  di lavorare, in questo  momento  non riuscirei  neanche  a fare  uno  shampoo.

<<Sara  non  voglio uscire >>
<<Bella  alzati  immediatamente, fatti  una  doccia e vestiti  o ti giuro su  quanto  ti voglio bene che ti trascino  fuori così come  sei >>, la guardo e so che  non sta  scherzando.
Parecchie  volte l'ho fermata, a parer  suo  doveva  fare  quattro  chiacchiere con Alex, mentre  lo diceva  era  arrabbiata, e so che  non avrebbe  parlato.
Mi alzo  malvolentieri e vado in bagno,  mentre  mi spoglio guardo  il mio  riflesso allo  specchio.
Occhi  rossi, ho le occhiaie, sono pallida.
Mi sento  brutta.
Gli  occhi  si inumidiscono e le lacrime scorrono, alzo il mio  viso e sussurro <<mamma  aiutami ti prego>>.

Alex

Sono  seduto  con Nicolas in questo  ufficio.
Avrei  rinunciato  alla nuova  società, pagando  una  penale, ma a quanto  pare quella  puttana di Barbara non me l'ha permesso; mi tiene  per le palle e mi comanda  come  un burattino.
Troia.
Quando  quel  pomeriggio  ho  incontrato   Max, gli  ho raccontato  della  cartellina che  ho trovato, non mi è  sembrato sorpreso, si aspettava che  avrebbe  preso  informazioni  un po' su tutti. Mi ha anche  detto  che  lei, Barbara, sta  giocando  bene  le sue  carte. Sa che  ho una  fottuta paura  per la vita  si Elisabetta e anche  di perdere  mio  figlio.

Flashback
<<Alex non farti vedere debole, cazzo
sei  Alexander  De Angelis,  non puoi  farti fottere così da una  stronza manipolatrice, reagisci.
Elisabetta è  distrutta, le si  è  spento  il  sorriso, è come  se tutto avesse  perso  senso nella  sua  vita.
Alex! Porca puttana dobbiamo trovare il modo di uscire da questo  casino.  Non sei  solo, ci siamo io e Favia.
Stiamo  prendendo  informazioni, cerchiamo  agganci per arrivare  al padre, però  ci vuole  tempo, con quella  gente  non si scherza >>

Non lasciarmi sola (completata) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora