Capitolo sessantacinque

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Alex

<<Papà adesso  vedrò i nonni  e la zia?>>

<<Sì amore >>

<<Ma tu non te ne  vai, vero?  Mamma  non mi vuole bene papà,  mi tratta  male >>  mette  il broncio e incrocia  le braccia.

<<Davis ascoltami, papà non ti lascia più, dove  andrò  io ci sarai  anche  tu>>

<<Me lo prometti papi?>>

<<Te lo giuro  nanerottolo >>

<<Papi la sorellina quando  la vedrò?>>

<<Presto  molto  presto, ma questo  è  il  nostro  segreto >>

Si mette la mano all'altezza  del cuore  <<te lo giuro papi >>

Davis  ha tre  anni, ma per gli  anni  che  ha è  più  maturo  dei  suoi  coetanei.
Non è  capriccioso e neanche  piagnucolone. Caratterialmente  è  molto  forte. 
I suoi  primi  anni  non sono  stati  belli  e sereni.
A lui  è  mancata  la figura  materna, è  stato  difficile  per lui, tanto  più  perché  lo trattava  male. Barbara  non è  capace  di fare  la mamma, le manca  proprio  quell'istinto  materno  che  ogni  donna dovrebbe  avere.

Questa  mattina  prima  di partire ho parlato  con Davis di Aurora  e Elisabetta.
Gli  ho parlato  e non è  stato  facile,  soprattutto  se chi  ti ascolta  è  un bambino.
Quando  gli  ho detto  della  sorellina la cosa  che  mi ha chiesto  è  stata  <<Papà  anche  se c'è lei mi vorrai  bene  lo stesso? >>
L'ho stretto forte,  avevo  gli  occhi  lucidi,  l'ho guardato  <<Davis  tu sei  mio  figlio come  lo è  Aurora,  papà vi ama immensamente  entrambi,  non dubitare mai,  perché  sei  la mia  vita>>

<<Ti credo  papi >>

Mentre parlare  di Elisabetta è  stato  più  difficile,  come  puoi  dire  a tuo  figlio che  la donna  che  ami  non è  la sua  mamma?
Ma i bambini  ti stupiscono  sempre,  e il mio  lo ha fatto perché  mi ha chiesto chi era  la mamma  della  sorellina e com'era.
Come  dovevo  descriverla? Bellissima,  dolce,  gentile e orgogliosa.
Le sue  domande  sono  state  è  una  brava  mamma?
Vuole  bene  ad Aurora?
La tratta  bene?
Con la mente  ritorno  a quel  momento

<<Vorrei anch'io una  mamma  come  lei>> provo  una  stretta  al cuore,  vedere  i suoi  occhi  tristi e sapere che  questo  a lui  manca,  mi fa male perché  non ho potuto  proteggerlo.

<<Davis,  papà  vuole  tanto  bene  a Elisabetta e lei  quando  ti conoscerà  sono  sicuro che  ti amerà  come  se fossi  suo  figlio >>

<<Veramente lei mi vorrà  bene? >>

<<Si  perché lei  è  buona e poi  è  facile  amarti >>

La sua  voce  tenera  mi distoglie  dai  ricordi  di quel  momento

<<Papà,  papà >>

Stiamo  sorvolando sulla  città  di New York e tra  mezz'ora  atterreremo all'aeroporto John F. Kennedy.
Davis  ha la sguardo perso  sulla  città che  lo ha accolto  per tanto tempo.

Un'ora  dopo  siamo  già  sulla  limousine che ci porterà a villa  Boolok.

Ho l'ansia,  mi avvicino  sempre  di più  ad una  svolta,  alla felicità  che  tanto  bramo.
L'auto  arriva  davanti  a un cancello,   c'è  tanta  sorveglianza,  uomini  davanti  al cancello  lungo  il viale  che  stiamo  percorrendo. In lontananza  vedo  uomini  appostati  su una  torre  poco  distante  dalla  villa,  uomini  sulla  terrazza. Poi  l'auto  si ferma  e rimango  a bocca  aperta

Non lasciarmi sola (completata) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora