Capitolo ventidue

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Elisabetta

Sono  già  passati  due  giorni dal mio  arrivo  in questa  terra  calda  e meravigliosa,  la mia  bella  Sicilia.
Sono  ad Acitrezza  dove  Sebastiano  e la sua  splendida  famiglia  abitano.
Abitano  in un  palazzo  sul lungomare, la casa  è bellissima,  sotto  si trova  il bar  con  dehor, sopra  troviamo  l'appartamento  dove  abitano. Entri subito trovi la cucina stile  americano,  poi  alla  destra  della  cucina  uscendo  trovi  un corridoio  dove c'è  un salone con due  divani  bianchi in pelle e un mega  televisore, poi un'altra  stanza  accanto  al salone  con un tavolo  lungo,  sarebbe  la sala  da pranzo  e di fronte  a questa  stanza  un'altra,  Seba la chiama  la stanza  del relax, perché  ci trovi un calcio balilla, un tavolo  da biliardo,  un divano  ad angolo e una televisione,  che lui  usava  per guardare  le partite  e seguire  la sua  squadra  del cuore:  la Juventus,  e giocare  alla PlayStation 4 con i suoi amici, e affianco, uscendo  dalla  stanza del relax, c'è un piccolo  bagno. Nel  corridoio c'è una scala  che  porta  sopra, dove si trovano la camera    da letto,  la camera  di Gaia,  quella  di Samuel  e poi  ci sono  due  camere  per gli  ospiti,  e due  bagni molto spaziosi. Dalle  camere si può ammirare un panorama  stupendo. Tutte le stanze hanno un balcone  che sembra  una terrazza.
Sono  sempre stata  innamorata di questa  casa.
La prima  notte  l'ho passata con Gaia,  quella  sera  siamo   state   fino  a tardi  a parlare. Mi ha raccontato che  c'è  un ragazzo  che  le  piace,  è di quattro  anni  più  grande,  lui  è  nato  in America  ma è  cresciuto  qui  in Sicilia,  i suoi  sono  nati  a Catania,  e per  qualche  anno  si erano  trasferiti  da alcuni  parenti  in America,  infatti  Ethan,  questo  è  il nome  del ragazzo, è  nato  in America,  esattamente  nella  Grande  Mela "New York".
Gaia ha  quindici   anni  mentre  lui  diciannove,  sorrideva  mentre  mi raccontava  che  lui  cercava  di attirare  sempre  la sua  attenzione,  oppure delle  volte  che  l'aveva  invitata  a uscire un sabato  pomeriggio e lei  per vergogna  rifiutò; e lui  da ragazzo  stronzo  per ripicca  uscì  con un'amica  passando  sotto  al bar  e la baciò davanti a lei. Lui  non capisce  che suo  padre  non la fa  sempre uscire,  che  non si fida delle  persone,  perché per  quanto bella possa essere  la  Sicilia è sempre  una  terra  pericolosa per colpa  di  alcune  persone che  la abitano.  Gaia  è  come una  sorvegliata  speciale. Sebastiano  tiene  troppo  alla sua  bambina  per permettere  che  qualcuno  le faccia del male. Ci sono delle regole  e lei  deve  rispettarle,  è ancora  troppo  piccola per poterle  permettere  di farla  uscire la sera  tardi  con le amiche  o mandarla  in discoteca. Lui  c'era  passato  prima  di lei e conosce bene lo schifo  che  c'è.
Gaia  ama  profondamente  suo  padre, lo rispetta  troppo  e non vuole  deluderlo.
Quella  sera  dormimmo  abbracciate. Io le raccontai  qualcosina  di Alex perché lei mi fece  tante  domande  e voleva  sapere  perché  Alex non mi avesse  accompagnata. Gaia  rimase  delusa,  sperava  che lui un giorno mi avrebbe  sposato.

Il terzo  giorno è  sorto  ed è una  giornata  bellissima, il cielo è  azzurro, sembra  una  giornata  di primavera. Il mare  è così calmo che  sembra  una  tavola. Apro  la portafinestra ed esco sul balcone a respirare a pieni polmoni quest'aria di mare.
Non mi rendo conto  di essere  uscita  fuori  solo  con una  canotta  che  mi arriva  a metà  coscia, senza  reggiseno e solo  con gli  slip sotto. Mi affaccio  e vedo Seba  coinvolto  in una  conversazione con un  uomo. Sono seduti  entrambi a bere  un caffè. Ho la brillante idea  di chiamarlo.

<<SEBA! SEBA!>>

Lui  alza la testa  e appena  mi vede  sgrana gli  occhi.

Non lasciarmi sola (completata) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora