Capitolo quarantanove

4.2K 173 44
                                    

Elisabetta

Neanche oggi l'ho sentito, non l'ho nemmeno visto.
Questa  sera  ho provato  a chiamarlo,  poi  gli  ho mandato  diversi  messaggi,  li ha visualizzati ma non ha avuto  l'accortezza neanche  di rispondere.
Più  passano  i giorni, più mi convinco  che  il suo  atteggiamento  è  strano,  non è  il solito  Alex.

Max e Sara  questa  sera sono  usciti,  mi hanno chiesto  di andare  con loro ma non ho voluto.

Ho il cellulare in mano e guardo  le nostre  foto,  il nostro  amore  immortalato  in un attimo  eterno.
Il video  del mio  compleanno,  dove mi ha nuovamente dichiarato il suo amore e la promessa del nostro  per sempre;  i miei  occhi si inumidiscono, prendo  la borsa,  la giacca e il cellulare,  le chiavi  in mano ed esco.
Fuori  dalla porta  chiamo  il taxi,  mi dicono che  tra  cinque  minuti arriverà.
Passano  dieci  minuti   e sono  già  dentro  la vettura,  gli  ripeto  per ben due  volte l'indirizzo e parte.

Questa  sera  Torino è  silenziosa,  non è  la solita  caotica  città,  ma forse  non è  lei   ad essere  silenziosa, è  il mio  cuore.  Lo sento in un silenzio quasi  mortale come  se stesse per crollare. Ho una  brutta  sensazione.

Arrivata sotto  casa  sua,  pago la corsa e ringrazio  l'autista.
Ho le chiavi,  quindi  apro  ed entro. Il cuore incomincia  ad accelerare  i battiti,  il respiro è  più  affaticato, perché  devo  sentirmi così?
Arrivata  davanti  al suo  appartamento decido  di suonare  il campanello,  una,  due,  tre  volte,  ma  non risponde  e nessuno  apre.
Alex non è  a casa.

Pur  avendo  le chiavi  decido  di  non entrare,  appoggio la schiena sulla  porta e scivolo  a terra,  piango in silenzio,  mille  pensieri  affollano  la mia  mente.
Dov'è?
Cosa  starà  facendo?
Ma soprattutto  con chi?

Mi rimprovero  da sola perché  Alex mi ama  e non potrebbe  mai  tradirmi,  soprattutto  dopo  tutto  quello  che  abbiamo  passato.
Ci siamo  ritrovati  più  innamorati  di prima,  il nostro  amore  è  più  forte che  mai.
Guardo  l'ora,  mezzanotte,  e lui  non  arriva.
Aspetto,  devo  vederlo,  parlargli.
Passano  minuti,  forse  un'ora, quando  le porte  dell'ascensore si aprono e lo vedo.
La camicia  tutta  sgualcita,  le maniche  arrotolate fino  ai gomiti,  la barba lunga.
I suoi  occhi  sono  rossi,  come  se  avesse  passato  del tempo  a piangere.
Mi guarda prima  dolcemente,  poi  il suo  sguardo  cambia,  diventa  duro.

<< cosa ci fai  qui?>> Perché! Perché! Quale  motivo  gli  ho dato per essere trattata con questa  freddezza?

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.


<< cosa ci fai  qui?>>
Perché! Perché!
Quale  motivo  gli  ho dato per essere trattata con questa  freddezza?

<<Volevo  vederti,  mi manchi  Alex. Non ti fai  più  sentire ed è un po' che  non ti vedo >>

<<Torna  a casa,  è  tardi e domani devo  partire per Roma,  non ho tempo di stare  con te,  sono  stanco>> Mentre  lo dice passa  la mano nervosamente tra  i capelli,  mi guarda,  mi supplica  con lo sguardo di non tormentarlo,  ma non lo ascolto,  voglio  stare  con  lui.

Non lasciarmi sola (completata) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora