Capitolo 5 - Problemi

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All' una e mezzo chiamo Paolo a casa sua e mi risponde sua madre:
" Pronto?"
" Buongiorno signora, sono Giorgia, c'è Paolo?" Ormai io e lei ci sentiamo così spesso che mi pare quasi di conoscerla. Sento che mi risponde un po' imbarazzata e perplessa:
" No, è già uscito, oggi doveva rientrare al lavoro prima." Sento nella sua voce un tono incerto, ma non ho niente da sospettare, quindi accetto la spiegazione:
" Grazie, lo stesso, lo chiamerò più tardi." Riattacco e torno a fare le mie attività. La giornata passa veloce, spero che Paolo mi chiami quando esce dal lavoro ma non lo fa, quindi riprovo io:
" Signora, sono di nuovo Giorgia, è rientrato Paolo?" Lei mi risponde di no, io la saluto:
" Grazie lo stesso." Comincio a pensare che mi stia evitando.

Stasera vedo Teresa, quindi mi cambio, metto un paio di jeans e una maglietta e arrivo verso le 21.00 a casa sua. Quando scendo dall' auto vedo lo scooter di Paolo parcheggiato davanti al bar, quindi mi faccio coraggio ed entro. Lo vedo con una birra in mano che sta parlando con altri. È voltato di spalle, non credo che mi abbia visto, gli vado incontro e lo saluto:
" Ciao" lui si volta, mi guarda e serio mi risponde:
" Ciao." Ha un tono freddo, non capisco cosa gli succeda. Forse pensa che sono tornata e non l'ho cercato. Quindi mi appresto a spiegare:
" Ti ho chiamato oggi, ma tua madre mi ha detto che eri fuori." Lui con aria di sufficienza mi risponde:
" Sì, me lo ha detto." A quel punto lo guardo un po' arrabbiata per questo suo atteggiamento.
" Non potevi richiamarmi?" Alza le spalle e senza nemmeno guardarmi in faccia aggiunge:
" Non ne avevo voglia." Cosa? Non credo alle mie orecchie, ma sto sognando? Spero di svegliarmi.
" Scusami, ma è successo qualcosa mentre ero via?" Chiedo perché non so cosa pensare.
" Niente" risponde. Il suo sguardo è perso nel vuoto, mi tratta come un estranea. Poi un ragazzo che non conosco si rivolge a lui e gli dice:
" Noi andiamo, tu vieni?"
" Arrivo" gli risponde. Mi guarda un attimo e mi liquida:
" Devo andare" Devi andare? Dove? Lo afferro ad un braccio perché ho bisogno di capire cosa stia succedendo. La disperazione si sta impadronendo di me:
" Ma, ti ho fatto qualcosa?"
" No!" Si libera dalla mia presa e lo vedo uscire dal locale. Rimango immobile un minuto perché il mio cervello si rifiuta di pensare che ciò sia successo davvero. Sento le lacrime salirmi agli occhi, ma non voglio piangere davanti a tutta questa gente. Quindi, esco velocemente dal bar, attraverso la strada e mi siedo in auto, cercando di calmarmi, per capire cosa posso aver fatto nel giro di due giorni, perché Paolo, c'è l'abbia così tanto con me. Dopo aver riacquistato il controllo di me stessa, scendo e vado da Teresa. Mi apre la porta sorridente:
" Ciao!" Vede che ho qualcosa che non va'. " Tutto bene?"
" No" le rispondo. Mi scruta, so già che pensa che Jason possa aver di nuovo provato a farmi del male." Ho visto Paolo. Mi ha trattato come un estranea, non so cosa pensare. Tu hai sentito qualcosa in giro?" Fa segno di no con la testa. Entrambe siamo spiazzate e non riusciamo a darci una risposta sensata al suo comportamento.
" Usciamo" propongo. " Ho bisogno di un po' d'aria."
Mentre attraversiamo il giardino di casa sua, alzo lo sguardo e vedo Marco al bar, in piedi davanti all' ingresso che parla con un altro ragazzo. Deve raccontargli qualcosa di allegro perché hanno entrambi l'aria divertita. Penso: Magari lui sa cosa è successo a Paolo, in fondo sono amici. Mi allontano da Teresa:
" Scusami, vado a salutare un ragazzo che conosco, faccio subito." Vado verso di lui che non mi calcola di una virgola e continua a parlare con il suo interlocutore. Alla fine prendo coraggio e gli rivolgo la parola:
" Ciao, come stai?" Si volta, mi guarda un attimo come se cercasse di ricordare chi sono. " Sono Giorgia... l' amica di Paolo, ci siamo conosciuti qualche settimana fa."
" Ma certo" mi risponde. Capisco che non ha voglia di parlare con me, quindi taglio corto:
" Ti ho visto e volevo salutarti... Ok, ci vediamo in giro." Abbozzo un sorriso, mi sento un'idiota. Cosa speravo di ottenere? Non si ricordava nemmeno chi fossi. Raggiungo Teresa e andiamo a sederci nel muretto del parco che si trova vicino a casa sua. Mentre parliamo, mi giro e vedo che Marco, insieme a Manuel, un ragazzo che conosco perché faceva parte della comitiva di Jason, si stanno avvicinando a noi.
" Ciao di nuovo" mi fa Marco, appoggiandosi al muretto e incrociando le braccia e le gambe. " Scusami per prima."
" No, scusami tu, che mi sono intromessa." Certo che è veramente alto! Ci guarda e ci dice:
" Che fate di bello?"
" Di bello niente, cazzeggiamo godendoci il fresco della sera."Annuisce:
" Vi va di andare a fare un giro in auto?" Guardo Teresa con aria interrogativa e lei annuisce.
" D'accordo" dico. Scendo giù dal muretto e mi avvio verso la sua auto. È posteggiata lì davanti. È impossibile non notarla da quanto è lucida.
Marco si mette al volante e io mi siedo al lato del passeggero, mentre Teresa e Manuel di siedono dietro. C'è sempre questo odore di pulito nella sua auto. Accende la radio e parte. Tiene il volume basso, in modo che comunque possiamo parlare. Mi guarda un attimo e mi dice:
" Sei abbronzata." Non capisco se è una domanda o un'affermazione.
" Sì, siamo state insieme due giorni a Principina mare. Tu sei andato in vacanza?"
" Con Marta siamo stati in montagna."
" Non ti piace il mare?"
" Certo, ma Marta lo detesta preferisce la montagna, quindi andiamo sempre lì" Wow, le deve volere molto bene se è disposto ad andare in vacanza sempre dove vuole lei. " Vi siete divertite?"
" Molto." Mi viene ancora da ridere a pensare a Lucia che corre dietro a Monica. Repentinamente cambia discorso:
" Paolo, esce sempre con te?" Ora cosa rispondo??? Bella domanda, volevo giusto chiedere a te! Mi scruta aspettando una risposta che non so dare.
" Sinceramente non lo so." Lo vedo accigliarsi perché non capisce la mia risposta. In effetti ci capisco poco anch'io.
" Cosa vuol dire?"
" Di punto in bianco ha smesso di parlarmi. Non so cosa pensare." Scambia uno sguardo con Manuel, capisco che mi nasconde informazioni che non so. Allora insisto: " Sai qualcosa? Se sai qualcosa devi dirmelo." Il tono della mia voce si è alzato di due toni e posso sentire l'ansia che mi sta assalendo.
" No. Non so, perché non ti parla" cerca di calmarmi " ma ha dei problemi" Problemi? Quali problemi? Perché io non li conosco??
" Cioè?" Cerco di informarmi.
" Be' tempo fa, faceva uso di droghe." Cosa? Non è possibile. Ci dev'essere un errore, non può parlare della stessa persona con cui sono uscita io. Dal modo in cui mi guarda capisco che devo sembrargli sconvolta e in fondo lo sono davvero. Faccio lunghi respiri per calmarmi. Quando si ferma mi accorgo che siamo arrivati. Si sporge verso di me e mi dà un biglietto su cui è scritto il numero del suo cellulare e quello di casa sua. Credo che sia la prima persona che conosco che ha uno di questi telefoni. Mi dice:
" Chiamami se hai bisogno." Vedo nei suoi occhi che c'è un po' di preoccupazione.
" Grazie." Prendo il biglietto lo infilo nel portafoglio e scendo.
Saluto Marco e Manuel e mi allontano insieme a Teresa.

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