Capitolo 35 - Il presunto appuntamento

25 0 0
                                    

È venerdì e ho detto a Marco che avevo voglia di andare alla Capannina con le ragazze stasera, ma so che verrà anche lui. Mi sono violentata per dirgli una cosa del genere, ma ho bisogno di disintossicarmi dalla sua presenza. Come tutti i venerdì, è veramente pieno di gente ma riesco ad individuare l'oggetto dei miei desideri e Lucky con facilità. Sono sicura che anche lui mi ha visto. Mi avvicino per salutarli.
“ Ciao!” sorrido ad entrambi. La musica è molto alta quindi per evitare di urlare troppo mi avvicino all’orecchio di Lucky e gli chiedo:
“ Come stai?” Lui mi sorride.
“ Bene, grazie. Sei molto carina stasera!” Sorrido. È sempre molto gentile con me. Mi riempie sempre di complimenti quando ci vediamo.
In quel momento passano Teresa e Patty e mi gridano:
“ Andiamo al bar!” Ne approfitto per andare con loro:
“ Vengo con voi!” Rispondo:
“ Ci vediamo dopo”  mi allontano. Mentre sono al bancone che aspetto di essere servita, un ragazzo attacca bottone:
“ Scusa hai da accendere?” Mi giro verso di lui. Non è niente di che, ma ho bisogno di distrazioni, quindi da qualche parte devo pur cominciare.
“ No, mi dispiace non fumo” gli faccio un bel sorriso. Lui ricambia. Si sistema la sigaretta sopra l' orecchio e si presenta:
“ Mi chiamo Francesco!” Ha un accento umbro molto marcato.
“ Ciao, io sono Giorgia!” Ci diamo la mano. Prendo il mio bicchiere:
“ Cosa bevi?”
“ Vodka lemon” rispondo. Lui invece ha un bicchiere in mano con qualcosa di rosso, non saprei proprio cosa è. Quindi gli faccio la stessa domanda:
“ E tu?”
“ Negroni.” Mai sentito.
“ È buono?” Sono curiosa. Il colore mi piace.
“ Vuoi assaggiare? Non l’ho ancora bevuto. Ma ti avverto è più forte del tuo drink!” Sorride.
“ Sì, posso?” Mi porge il suo bicchiere e bevo un sorso. È amarognolo e l’alcol mi brucia la gola.
“ Mmh, mi piace!” Gli rispondo. Ci allontaniamo un po’ dal bar e continua:
“ Vieni spesso qui il venerdì? Non mi pare di averti mai vista.”
“ Sì, ci vengo sempre con le mie amiche” l’ho detto ma non è vero. Il venerdì esco con Marco.
“ Abiti a Città della Pieve?” mi chiede. Come? Non sente il mio accento!
“ No, sono di Chiusi” lo dico con tono un po’ severo." Non si capisce da come parlo?” domando. Si gratta la testa capendo di aver fatto una gaffe. Poi sorride:
“ Sì certo, non hai la cadenza Umbra” si scusa.
“ Meno male!” Ribatto. Mi guarda un po’ di traverso:
“ Parlo così male?” Dovrei essere gentile e dire di no, ma non ci riesco.
“ Sì, effettivamente non parli proprio benissimo!” Fortunatamente non si è offeso, anzi ci mettiamo a ridere insieme. È ironico sa prendersi in giro. È simpatico.
“ Cosa fai domenica Giorgia?” Mi chiede lasciandomi un po’ interdetta.
“ Non lo so, ancora non ho programmato niente.”  Rispondo.
“ Ho visto le previsioni del tempo, dovrebbe essere una bella giornata, che ne dici se il pomeriggio andiamo al Lago Trasimeno?”
Wow un appuntamento??! Cosa ne penserebbe Marco? Francesco intuisce che sono un po’ dubbiosa:
“ Capisco che ci conosciamo appena, ma ti assicuro che non sono un maniaco!” Alza le mani. Certo, pensa che non uscirei con lui perché non lo conosco, ma il primo pensiero non è stato questo. Però effettivamente io non sono la ragazza di Marco, posso uscire con chi voglio… propongo:
“ Lasciami il tuo numero di telefono, ci sentiamo domenica mattina e decidiamo.”
“ Ok. Hai una penna?” scrollo la testa.
“ No.” Mi prende per mano. Sono allibita, mi ha colto di sorpresa e mi trascina verso l’uscita. Mentre cammino tirata da lui, passo davanti a Marco e Lucky che alzano entrambi lo sguardo e mi osservano interdetti, senza capire cosa stia succedendo, mentre questo tizio mi tiene per mano. Marco mi ha fulminata. Cerco di fargli un sorriso tirato, ma non ha avuto l’effetto desiderato. Arriviamo al guardaroba e Francesco chiede una penna e un pezzo di carta. Mi scrive il suo numero e io gli scrivo il mio.
“ Bene, allora ci sentiamo domenica” mi sorride soddisfatto. Ricambio il sorriso. Quando mi  volto incontro degli occhi indagatori che cercano di decifrare la situazione. Dentro di me mi sento in colpa ma non devo, mi ripeto. Mi faccio coraggio e mi avvicino a lui. Arriva anche Lucky che ci ascolta. Marco mi chiede subito:
“ Lo conosci?” So benissimo a chi si riferisce, ma voglio fare la vaga.
“ Di chi stai parlando?” domando, mentre con la  cannuccia continuo a girare la mia Vodka. Capisce immediatamente che lo sto prendendo in giro:
“ Non fare la finta tonta con me Piccola!” Faccio un sorrisetto. Sospiro e con falsa calma racconto:
“ Si chiama Francesco e mi ha chiesto di uscire domenica!” Dico tutto di un fiato per togliermi il pensiero. Entrambi mi guardano. Mi sento come una bambina che deve rispondere davanti ai fratelli maggiori:
“ E tu gli hai detto di no, naturalmente” prosegue Marco. Lo guardo di traverso. Scusa?? Chi pensi di essere per dirmi con chi uscire? Gli vorrei ricordare che lui è quello fidanzato ma non ho voglia di litigare.
“ Invece gli ho risposto che ci penserò. Gli ho lasciato il mio numero di telefono, ci sentiamo domenica mattina per metterci d’accordo.” Vedo dall’espressione che fà che non è molto contento di questa mia specie di appuntamento, ma forse gli farà bene ricordare che non sono sua.
Mi giro per andarmene lanciandogli un’altra occhiata e vedo Lucky che gli parla vicino all’orecchio ma non capisco cosa si dicono vedo solo che Marco, annuisce.
Torno dalle ragazze, sono un po’ arrabbiata dal suo atteggiamento.
“ Andiamo a ballare?” chiedo a Teresa.
“ Sì,  andiamo”  troviamo un po’ di spazio ai bordi della pista. Voglio svuotare la testa e la musica alta di solito riesce a coprire i miei pensieri. Mentre balliamo, mi accorgo che entrambi i miei “fratelli” non sono distanti e Marco, mi guarda. Mi fa un cenno per fare si che mi avvicini. Lo ignoro, non ho ancora voglia di confrontarmi con lui. Mi volto e continuo a ballare.
Dopo altri minuti mi volto e nel punto dove erano c’è rimasto solo Lucky. Forse ho esagerato e se ne è andato. Mi avvicino e chiedo:
“ Ti ha lasciato solo?”
“ No, è là” mi indica con un cenno della testa. Mi volto e sta parlando con la zia. E ti pareva che quella non fosse nei paraggi. Sospiro e torno a parlare con Lucky. Voglio scoprire cosa si sono detti quando mi sono allontanata, dopo aver raccontato di Francesco.
Faccio il mio sorriso migliore e comincio:
“ Vi ho visto parlottare prima, dopo che me ne sono andata. Cosa vi siete detti?”
“ Che và soppresso!” La voce che mi ha risposto non è di Lucky ma è di Marco che si trova alle mie spalle. Non me lo aspettavo, mi ha spaventata,  quindi sobbalzo dalla sorpresa. Lucky si mette a ridere e io mi volto verso di lui imbarazzata. Lo guardo dal basso verso l’alto e vedo che non è più imbronciato come prima. Rido anch'io.
“ Sopprimere dici? Addirittura!” Cerco di smorzare i toni. Ora è Lorenzo che parla:
“ Assolutamente.” Sorride di nuovo.
“ Voi non siete normali!” commento. Si guardano e poi Marco commenta:
“È l’unica soluzione. Torni con noi?” mi chiede. Il mio cervello continua a ripetermi distanza, distanza… lo ignoro.
“ Va bene. Avviso le ragazze!”

Stasera salgo per la prima volta sull'auto di Lucky. Anche lui ha una uno, ed è pulita come quella di Marco. Mi chiedo quante cose hanno in comune…
“ Allora Lorenzo” non riesco a chiamarlo per soprannome: “ Anche tu lasci rose alle ragazze con cui esci?” Mi guarda dallo specchietto. Mi sono sistemata nei sedili posteriori al centro. Sto sporta in avanti per poter parlare con loro. Lo vedo confuso, non sa come rispondere. Si chiederà cosa mi ha raccontato Marco delle loro attività illecite….  Allora cerco di spiegargli. Comincio a ragionare ad alta voce:
“ Stavo pensando che se Marco è uscito con la zia, tu devi essere uscito con Betty!” L' osservo per vedere la sua reazione.
Gli occhi gli stanno per uscire dalle orbite. Si volta verso il suo amico per cercare aiuto. Io mi mordo il labbro inferiore perché la scena è comica, poi continuo: “ Ma spero che tu non le abbia regalato i fiori rubati al cimitero…” si agita sul sedile e Marco comincia a ridere come un pazzo e io con lui. Ho le lacrime agli occhi. Poi aggiungo:
“ Non preoccuparti Lorenzo, il tuo segreto è al sicuro” Gli batto la mano sulla spalla.  Anche lui a questo punto si mette a ridere. Scrolla la testa come per farci capire che siamo pazzi. Continuano a parlare lungo il tragitto e Marco mi chiede:
“ Dove ti vuol portare quello domenica?” Eccoci, comincia l’interrogatorio.
“ Se è tempo bello, vorrebbe portarmi al lago Trasimeno…” resta in silenzio e si scambia uno sguardo veloce con Lucky. Ma a me non è sfuggito.
“ Cosa sta succedendo?” Capisco che quei due stanno architettando qualcosa.
“ Niente” mi dice, fingendo un espressione neutra.
“ No, non è vero!” Insisto. “ Sputa il rospo!”
“ Io e Lucky, effettivamente stavamo pensando domenica, di andare anche noi a fare una gita fuori porta… giusto?” Chiede a Lorenzo conferma delle sue parole. Lucky annuisce.
“ Ci hai fornito un ottima idea!” Cosa? Vogliono seguirmi? Non penso proprio.
“ Non provateci” li minaccio. Marco si volta a guardarmi con quel sorrisetto ironico nelle labbra. Allora cerco di farlo desistere:
“ Magari, gli propongo un altro posto, così non mi seguirete” mi rimetto seduta in fondo ai sedili e incrocio le braccia. Capisco che questa idea non gli piace, si volta verso di me:
“ Non sai niente di lui. Magari non ha buone intenzioni!” So che ha ragione ma non voglio ammetterlo. Quindi si preoccupa per me… non è geloso del fatto che esco con un altro!
“ Ci penserò, se domenica mattina mi chiama” rispondo. Sembra abbastanza soddisfatto.
Mi sistemo di nuovo in mezzo ai sedili e sposto la mano destra dietro il sedile di Marco e gli accarezzo il collo con le dita  e gli stuzzico l’orecchio, mentre continuo a conversare con Lucky. Si volta verso di me e con lo sguardo mi fà capire di smettere. Io faccio l'espressione più innocente che riesco e continuo. Sento che si agita, mi viene da ridere, cerco di soffocarlo, ma mi diverto un mondo a tormentarlo. Alla fine sbotta:
“ Lucky fermati” gli ordina. Lorenzo lo guarda, non capisce cosa sta succedendo, ma fa come gli ha chiesto. Anch’io non so cosa ha in mente. Lo guardo uscire dall’abitacolo, abbassare il sedile anteriore per salire dietro.
Ho capito, vuole farmela pagare e purtroppo non ho vie di fuga. Si avventa su di me e comincia a farmi il solletico.
“ Ti prego, ti prego, perdonami, non lo faccio più!” Urlo e mi dimeno. Ma lui nemmeno mi sente. Continua imperterrito a torturarmi. Quando si accorge che non ne posso più si ferma e io mi appoggio al suo petto cercando di fare tornare i battiti ad una velocità accettabile.
“ Non puoi vincere con me!” Mi sussurra all’orecchio. E chi dice che voglia vincere, se quando perdo mi ritrovo comunque abbracciata a te! Quando arriviamo in prossimità di casa mia suggerisco a Lucky:
“ Scendimi davanti alla scuola, preferisco arrivare a casa a piedi. Non voglio che i miei si accorgano che non sono con le mie amiche!”
“ Va bene” risponde Lucky. Accosta e Marco mi fa scendere. Si ferma un attimo davanti a me, mi sistema una ciocca di capelli dietro l’orecchio e mi saluta:
“ Buonanotte Piccola, ti chiamo domani!” Mi alza il mento e mi posa un leggero bacio sulle labbra. È la prima volta che mi bacia davanti a qualcuno. So che Lucky sa che non siamo semplici amici, ma sono contenta che comunque l' abbia fatto.

Cieli dentro Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora