Capitolo 19 - La zia

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È giovedì e sto aspettando Monica che venga a prendermi per andare a ballare allo Chéri Club. Stasera mi sono messa un gonna corta nera, una maglietta scollata e tacchi alti. Di solito non mi vesto così, ma stasera ne avevo voglia. Mi trucco un po’, ma senza esagerare, non sono un tipo troppo wamp, anzi avendo le labbra carnose non applico nemmeno rossetti con colori troppo accesi. Ho sentito Marco per telefono poco fa e gli ho detto che stasera andrò con le ragazze in questo locale. Non so se ci verrà ma lo spero. Inoltre ho mantenuto il segreto di Lucky. Prima o poi glielo dirò devo trovare il momento giusto. Sento suonare alla porta:
“ È Monica! Ci vediamo!” Urlo ai miei dal corridoio, mentre scendo le scale il più velocemente possibile.
“ Non fate tardi!” Ribatte mia madre. “ Domani non è sabato.”
“ Sì, sì, non faremo tardi” la rincuoro ed esco.
Salgo in auto e andiamo a prendere anche Patty e Teresa. Lungo il tragitto spettegoliamo di ragazze che conosciamo, Patty ci dice che ci manda i saluti Lucia. Da quando va anche lei all’università, non la vediamo mai. Mi mancano le sue battute.

Mentre Monica cerca parcheggio, io mi guardo intorno per vedere se noto l'auto di Marco, finché la individuo. C’è anche lui, non vedo l’ora di vederlo. Solo il pensiero di incontrare i suoi occhi mi dà una scarica di adrenalina. Dopo aver messo i cappotti al guardaroba entriamo nella sala. Naturalmente, mentre ci facciamo largo tra la folla, cerco di individuarlo. Lo vedo, è al bar. È allegro, parla e sorride a qualcuno, ma con tutta la gente non riesco a vedere con chi è. Mi avvicino tutta felice per salutarlo, quando noto che è con due ragazze. Sono entrambe vestite di nero. Una è alta più o meno come me, ha capelli lunghi, mossi, castani. Ha un rossetto rosso molto appariscente e una linea di eyeliner molto marcato. L’altra, non è molto più alta, ha capelli lisci, lunghi neri  che gli stanno appiccicati al viso. Sembra Mortizia della Famiglia Addams. È magra e sembra più grande. Mentre Marco parla, lei allunga una mano e gliela posa sul petto si avvicina e gli dice qualcosa all'orecchio poi si allontana tanto quanto basta per guardarlo negli occhi con un sorrisetto malizioso, che naturalmente lui ricambia. Da quel gesto si capisce che sono molto in confidenza. Ma quanta? Mi riprendo dai miei pensieri, giro e torno sui miei passi. Non voglio disturbarli, in realtà non voglio vederli. So per certo che ha altre donne, me lo ha detto chiaramente, ma saperlo è un conto, vederle è un altro. Giorgia, tu non sei nient’altro che un’amica per lui. Perché te la prendi tanto?
Trovo Teresa e Patty in bagno che fanno la fila.
“ Monica?" Chiedo.
“ È venuta a cercarti. Non so dove sia.” Accidenti volevo evitare Marco, ma se la vede le chiederà di me! Esco dal bagno, vorrei non guardare il punto dove si trova ma non ci riesco. Sono proprio masochista! Lo osservo che parla con Lorenzo. Quelle due ragazze non ci sono più. Lucky mi vede e alza un braccio per farmi segno che sono lì. Marco si volta e mi sorride. Mi basta il suo sorriso per scacciare ogni timore e brutto pensiero.
“ Ehi, pensavo che non saresti venuta più!” Mi dice e io gli faccio un sorriso tirato, sono nervosa.
“ Invece eccomi! Non sono arrivata da molto” mento “ voi, invece da quanto siete qui?"
“ Da una mezz’ora” risponde e beve un sorso di birra. Me la porge:
“ Ne vuoi un sorso?”
“ No grazie.” Preferisco rimanere lucida. Non vorrei dire qualcosa di inopportuno. “ Torno dalle ragazze.” Gli dico. Non ho voglia di parlare con lui. Mi ferma trattenendomi per un braccio:
“ Va tutto bene?” mi guarda serio.
“ Assolutamente” mento. “ Ci vediamo più tardi ho voglia di ballare” mi giro e cerco Monica. La vedo insieme a Patty e Teresa e le raggiungo.
La musica alta mi distrae ma i miei occhi continuano a cercarlo. Non lo vedo da quasi un ora e nemmeno quelle due ragazze. Magari le ha riportate a casa. Perché me la prendo tanto, caxxo! La devo fare finita di comportarmi come una stupida! Mentre mi avvicino al bar incontro Lucky. Mi sorride:
“ Ehi, che fine hai fatto? Per tutta la sera ti sei tenuta alla larga da noi!” Scherza.
“ Pensavo foste andati via, non vi ho più visto.” Cerco di sembrare allegra e dopo le confidenze di domenica mi sento più a mio agio con lui. In fondo Lorenzo è un amico più o meno come Marco.
“ No. Lui è di sopra, da lì probabilmente riesce a tenerti meglio sott' occhio” Ride. Come? Alzo lo sguardo e vedo che ci guarda. I suoi occhi ci osservano attentamente, come se volesse capire qualcosa che gli sfugge. Non mi piace vederlo così penserioso, quindi gli faccio un sorriso e il suo sguardo si addolcisce.
Scende e ci raggiunge.
“ Ti riaccompagno io a casa?” Sto per rispondere quando siamo interrotti dalla ragazza che avevo visto prima parlare con lui.
“ Marco…” Mi volto e ci guardiamo. Dietro di lei c'è anche Mortizia.
Marco fa le presentazioni:
“ Queste sono mie due amiche.”
“ Ciao.” Si presenta la prima. “ Io sono Betty e lei è mia zia…”
Non riesco ad afferrare il suo nome, alla parola zia il mio cervello comincia a mettere in fila tutti i tasselli. Quindi è lei la famosa zia! Non riesco a non fissarla. È completamente diversa da me…
Un po’ nervosa ricambio la presentazione:
“ Io mi chiamo Giorgia.” Betty mi guarda come se avesse visto un fantasma.
Nel frattempo la zia sta di nuovo parlando all’orecchio di Marco, sono vicinissimi e lui le accarezza un braccio. Non riesco a distogliere lo sguardo.
“ Tu sei Giorgia? Marco non fa altro che parlare di te! Giorgia di quà, Giorgia di là!”  Cosa? Davvero parla di me con Betty?! Distolgo lo sguardo da Marco perché le sue parole mi sembrano irreali. Lui non mi ha mai parlato di lei...
“ Non l’ho mai visto così preso da un ragazza.” Ma che ruolo ha questa Betty nella vita di Marco?
“ Lo conosci da molto?” indago.
“ Sì, siamo amici da un sacco di tempo.” Credo che dal modo in cui la guardo intuisca che vorrei capire che tipo di amicizia c'è tra loro e si affretta a specificare: “ Solo amici, non è mai successo niente tra noi.”
Questa sua spiegazione mi rincuora molto. Si volta a salutare un’altra ragazza e il mio sguardo ritorna su Marco, che è ancora avvinghiato alla zia. Mi giro e vedo Lucky che se ne sta al bar, mi avvicino a lui, prendo il suo bicchiere dalle mani e chiedo:
“ Posso?” Non aspetto una sua risposta e ne bevo un sorso. Non so cosa sia, ma non ha importanza. Il calore dell’alcol mi brucia la gola. Gli cedo di nuovo il bicchiere e gli faccio un gran sorriso. Mi accosto ancora di più flertando:
“ Scusami, avevo sete!” Gli poso la mano sulla spalla e la faccio scivolare lentamente lungo il braccio. Lucky mi guarda molto contento di questo mio atteggiamento nei suoi confronti e ricambia il mio sorriso con eccessivo entusiasmo, solo che io sono mossa solo da gelosia.
Mi volto per guardare Marco, spero proprio che si diverta con il suo giocattolino. Invece, nonostante sia ancora accanto alla zia, ha gli occhi fissi su di noi e il suo sguardo mi mette in soggezione. Tolgo immediatamente la mano, come se avessi fatto qualcosa di sbagliato. Caxxo, non mi devo sentire in colpa! In colpa per cosa, poi?!
Mi volto e continuo a parlare con Lucky. Dopo un paio di minuti Marco si avvicina e senza guardarlo riprende il discorso che avevamo interrotto:
“ Allora, ti accompagno io a casa?” Il tono della sua voce è autoritario e un po’ ansioso. Non so cosa rispondere, ma non riesco a dirgli di no, quindi annuisco con la testa.
“ Ok” mi dice. Mi mette una mano sulla schiena per spingermi verso l' uscita. Saluta Lucky:
“ Ci vediamo.” Mi volto ma mi sta trascinando via quindi alzo una mano e lo saluto anch'io.
Avverto le ragazze  che torno con Marco e vado verso il guardaroba. Mi sta aspettando, vicino all’ingresso. Recupero il cappotto e mi avvicino.
Durante il tragitto verso la sua auto non mi dice una parola, non voglio essere la prima a spezzare il silenzio. Salgo in auto, esce dal parcheggio, apre appena il finestrino e si accende una sigaretta. Espelle una boccata di fumo, poi con una voce estremamente calma comincia a parlare:
“ Pensavo che Lucky non ti fosse simpatico!” Mi volge uno sguardo veloce.
“ Ho cambiato idea, mi sbagliavo su di lui. In fondo se è tuo amico, penso che possa essere anche amico mio.” Lo vedo che soppesa le parole che ho pronunciato. Non so se confessare che mi ha dato il suo numero di telefono. Capisce al volo che c'è qualcosa che nascondo e sempre con voce estremamente calma, che in realtà nasconde nervosismo, insiste:
“ Cosa mi stai nascondendo, Giorgia?” Rabbrividisco. Non mi chiama mai con il mio nome di battesimo a meno che non sia arrabbiato e i segnali che manda il suo corpo mi indicano che si sta incaxxando.
Sto riflettendo se dirgli la verità o mentire, ma sembra che sia nella mia mente, riesce a leggere i miei pensieri e si accorgerà sicuramente se dico una bugia. Opto per digli la verità, ma sono titubante.
“ Mi sta sudando la schiena!” Pronuncia irritato.
“ Ok, ok te lo dico” cerco di calmarlo. Si ferma vicino a casa mia. Spegne il motore e si volta verso di me, per guardarmi in viso, in modo di avere la certezza che non dirò stronzate. " Però mi devi promettere di non arrabbiarti!” lo imploro.
“ Arrabbiarmi con chi? E per cosa?” Sento che la sua pazienza è agli sgoccioli.
“ Qualche giorno fa ho incontrato Lucky…” mi interrompe:
“ Ci avrei giurato. È stato lui ha dirti delle altre, giusto?” Lo guardo perplessa.
“ Perché lo pensi? No, comunque non è stato lui. Ti è troppo amico per tradirti!” Ascolta le mie parole ma non sembra molto convinto.
“ Allora cosa voleva da te?” Non voglio dirgli che mi ha detto che mi trova carina. Mi pare che sia geloso. Non è possibile! Dico tutto di un fiato:
“ Mi ha dato il suo numero di telefono e mi ha detto che se ho bisogno posso chiamalo a qualsiasi ora anche alle tre del mattino.”
Abbasso lo sguardo lui prende un’altra sigaretta  e comincia a fumare in silenzio guardando fuori dal finestrino. Vorrei chiedergli cosa pensa…
“ Sei arrabbiato perché non te l’ho detto?”
“ No, ma ho visto come ti guarda e non mi piace.” Lo guardo confusa.
“ Per un attimo ho pensato che tra te e lui…” Fa un sorriso idiota! Cosa? Ancora non ha capito chi sono?
“ Promettimi di non dirgli niente. In fondo che male ha fatto?” lo guardo per accertarmi che lo faccia. Annuisce.
“ Allora lei è la zia?” Chiedo timidamente. Non riesco a guardarlo. A un certo punto non sono affari miei. Credo che abbia percepito un certo disappunto nel tono della mia voce. Fa un leggero sorriso:
“ Sì, è lei. Ma tra di noi non c’è più niente da tempo.” Resto in silenzio un momento:
“ Non devi giustificarti con me. Non sono affari miei, te lo ripeto.” Voglio che creda che sono indifferente alle sue relazioni.
“ Lo so, ma non vorrei che ti facessi delle idee sbagliate.”
Mi piacerebbe sapere cosa intende, ma preferisco credere che ci tiene a farmi sapere che al momento esce solo con me.

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