Oggi è il compleanno di Alessandra e mi sono offerta con Teresa di occuparmi del regalo. Lei, adesso, frequenta l’università a Perugia, quindi non la vediamo spesso. Festeggiare il compleanno è un buon modo per ritrovarci. Vado a prendere Teresa a casa. Sono contenta perché stasera tutto il gruppo delle “ Belle figheire”, come l'ho soprannominato, si riunisce come ai vecchi tempi.
Scendo dall’auto e vedo sfrecciare Marco, che da quanto va veloce non riesce a fermarsi davanti a me. Gli piace proprio la velocità. Fa retromarcia e abbassa il finestrino.
“ Ciao, sei venuta a trovare Teresa?”
“ Dobbiamo andare a fare un regalo per una nostra amica che festeggia il compleanno, stasera” rispondo.
“ La conosco?” Com’è curioso.
“ È possibile visto che abita a Pieve” mi piace tenerlo sulle spine.
“ Chi è?”
“ L' Alessandra Volpi” rispondo.
“ Conosci anche lei?”
“ Già. Conosco un sacco di persone.” Vorrei aggiungere: quindi stai attento perché potrei anche conoscere qualcuna che sa cose su di te che vuoi tenermi nascoste! Ma questo me lo tengo per me.
“ Dove andate a festeggiare?” Mamma mia quante domande è peggio di mia madre!
“Alla Taverna del Giullare a Chianciano. Poi andiamo alla Capannina.” Fa cenno di aver capito. Vedo quella testolina che ragiona.
“ Prendi tu l’auto?”
“ Sì, stasera tocca a me!” rispondo.
“ Cerca di non bere troppo, ok? E se hai bisogno chiamami a qualsiasi ora, capito?! Non mi piace che guidi ubriaca.” Rido, è buffo sentirlo parlare così, ma al tempo stesso mi fa piacere che si preoccupi per la mia incolumità.
“ D'accordo babbo!” Lo prendo in giro. “ Ma di solito non bevo quando guido.” Mi guarda male un attimo poi mi sorride e riparte a tutta manetta. Quando è con me, va sempre ad una velocità moderata, ma quando è da solo cammina come un disperato.I miei buoni propositi di restare sobria, sono andati a farsi fottere. Ho bevuto meno delle altre ma non posso dire di essere completamente lucida. Quando entriamo in discoteca non sono ancora del tutto in me ed imbattermi su Jason mentre cerco di raggiungere i bagni non aiuta il mio stato mentale. Fortunatamente mi guarda ma non apre bocca ed io aumento l'andamento per non dover stare vicino a lui più del tempo necessario a superarlo. Tutto ciò mi agita e se anche Monica e Teresa mi dicono di stare calma perché non permetteranno che si avvicini a me, le loro parole non mi aiutano più di tanto. Mi specchio, guardo il mio volto ma vedo solo la mia anima tormentata. Basta Giorgia reagisci, non puoi permettere a questo tizio di rovinarti la vita! Esco, cercando di scacciare la paura e l'ansia.
“ Ti senti meglio?” Mi chiede Monica un po’ preoccupata.
“ Ancora no. Ma una vodka lemon sicuramente mi aiuterà.” Mi volto e vado al bar. Dopo un paio d’ore e altri due drink, la mia ansia non è ancora svanita. Mi sento leggera per l’alcol che ho in circolo, mi piace ballare ad occhi chiusi e ascoltare la musica che così alta riesce a coprire i miei pensieri peggiori. Dico a Monica, urlandole nelle orecchie per via del suono troppo alto:
“ Mi accompagni al bar?” Mi guarda un po’ di traverso, perché sa che ho bevuto troppo, ma sa anche che lei è mia amica, non mia madre. Mentre mi avvicino alla cassa, vedo Jason. Mi blocco e le suggerisco:
“ Andiamo e quello di sopra.” Lei appena lo vede capisce perché voglio allontanarmi. Saliamo le scale e mi metto in fila per fare lo scontrino. Sento una voce vicino all' orecchio:
“Ciao.” Un brivido mi pervade lungo la schiena. Anche senza vederlo so esattamente chi è. La sua voce calda e il suo profumo, ormai li conosco alla perfezione. Mi volto sorridente:
“ Cosa ci fai qui?” Mi guarda accigliato.
“ Hai bevuto, per caso?” Sto pensando di negare ma credo che i miei occhi lucidi e il mio alito, parlino per me.
“ Un po'” rispondo e mi giro. Non sopporto che mi giudichi. La fila è scorsa e tocca a me. Sto per fare la mia ordinazione, quando Marco mi strattona per un braccio allontanandomi dalla cassa e mi dice con un tono che non accetta repliche:
“ Credo che per stasera tu abbia bevuto abbastanza!” Mi fa sedere su delle poltroncine e si mette vicino a me. Non ho la forza di obbiettare. Lo vedo che è arrabbiato e io mi sento come una bambina che è stata trovata con le mani nella marmellata. Monica non so dove sia finita, ma al momento non mi importa. Per difendermi dai suoi occhi che mi stanno trafiggendo, gli dico:
“ Ti prego, non farmi sentire peggio di come stò. Ho visto Jason e le mie paure hanno preso il sopravvento sul buon senso.” Abbasso gli occhi per fuggire dai suoi. Mi accarezza una guancia, un gesto inaspettato che mi fa sobbalzare e quando alzo lo guardo non c’è più rabbia nei suoi. Gli sorrido e lui ricambia. All’improvviso vedo che è rapito da qualcosa dietro le mie spalle. Mi volto e vedo Jason al bar, proprio vicino a noi. Distolgo lo sguardo un po’ agitata, ma la mano di Marco è ancora sul mio viso e sentirlo accanto a me, mi fa sentire al sicuro.
“Sai, quando l'anno scorso fece tutta quella scenata, ero proprio in questa poltroncina” racconto senza staccare i miei occhi dai suoi.
“ Come vorrei che venisse qui in questo momento…” non finisce la frase ma capisco che vorrebbe mettergli le mani addosso. Non mi piace la violenza, ma sapere che sarebbe disposto a difendermi dalla sua prepotenza, mi fa’ provare una gioia profonda.
Sorrido e non dico niente perché non voglio che smetta di carezzarmi la guancia. Mi piace il suo tocco, mi potrei perdere nei suoi occhi. Il mio sguardo si abbassa alle sue labbra. Chissà che sapore ha la sua bocca… appena capisco dove i miei pensieri vanno a parare, cerco di riscuotermi e mi allontano dalla sua mano. Che caxxo fai, Giorgia? L’alcol ti deve aver annebbiato il cervello. Spero proprio che Marco non si sia accorto di come lo fissavo, ma ho qualche dubbio, visto che appena ha distolto gli occhi dai miei, lo vedo fare quel sorrisetto strano. Per fortuna Lucky si avvicina a noi. Mi alzo dal divano e gli faccio un sorriso molto imbarazzato. Mi rivolgo ad entrambi:
“ Scusate, vado a cercare le mie amiche.”
Mi devo allontanare il più velocemente possibile da lì, sento un fuoco dentro di me che mi sta consumando. Entro in bagno e mi sciacquo il viso. Cerco di rallentare il battito del mio cuore facendo respiri profondi. Dopo essermi calmata, inizio a cercare il mio gruppo di amiche. Mi avvicino e quando Monica mi vede, il suo sorriso si allarga:
“ C’è l’hai fatta a tornare!”
“ Mi hai lasciato da sola… quando mi sono girata non c’eri più” dico un po’ scocciata. Lei continua a sorridere:
“ Mi sembravi in ottima compagnia e la mia presenza era di troppo!” Mi strizza l’occhio. Vorrei essere arrabbiata con lei, perché se non mi avesse lasciato con Marco, ora non mi sentirei così confusa. Patty propone:
“Andiamo a farci un giro” la seguiamo fuori dalla pista. Pochi metri dopo si ferma per salutare un ragazzo e Monica che è davanti a me si gira e mi chiede:
“ Sei abbastanza sobria per guidare? Altrimenti lo faccio io, è quasi ora di andare.”
“ Sì, lo sono.” Parlare con il mio nuovo amico mi ha fatto tornare una certa lucidità!
Ci avviamo al guardaroba per recuperare le nostre cose. Vorrei salutare Marco, ma non riesco a vederlo, magari se n’è andato. Metto il cappotto e usciamo. L’aria della notte è frizzante. Camminiamo in silenzio per raggiungere l'auto. Sto per mettere la chiave nella serratura ma una voce mi scuote:
“ Dove pensi di andare?” Sobbalzo, mi giro e mi vedo Lucky e Marco in piedi vicino a me. Mi guarda serio.
“ A casa” rispondo. Provo di nuovo ad aprire lo sportello. In quel momento, Marco mi blocca il polso tirandomi il braccio in alto e togliendomi le chiavi di mano:
“ Che cavolo fai?” Gli urlo un po’ arrabbiata.
“ Non ti lascio guidare in questo stato. Non sei in grado di tornare a casa.” Ma che caxxo ne sa di come mi sento?
“ Ridammi le chiavi” gli ordino nel tono più minaccioso che riesco a simulare e andandogli vicino per riprenderle. Posso sentire il suo giubbotto che sfiora il mio corpo e il suo respiro sul mio viso. Lui intuisce le mie intenzioni ed alza il suo braccio in alto, sopra la sua testa. Sa perfettamente che io non potrei mai arrivarci. Vedo i suoi occhi divertiti, solo per il fatto che ho provato a oppormi a lui. Mio Dio, come mi irrita È proprio insopportabile! Si volta verso le mie amiche, che hanno assistito alla scena senza fiatare:
“ Vi riporta Lorenzo.” Finalmente ho scoperto che Lucky si chiama Lorenzo. Poi gli si rivolge:
“ Io la porto a casa sua, vieni a prendermi lì!” Come?? Lucky sa dove abito? Vorrei protestare ma sono contenta di passare altro tempo con lui quindi non faccio obbiezione, anche se non mi sta molto bene che l' abbia avuta vinta. Appena le altre si sono allontanate, apre la mia auto:
“ Forza sali, Piccola.” Mi piace sempre più che mi chiami così. Mi metto nel sedile e lui intanto sistema quello del guidatore. Lo guardo e mi viene da sghignazzare. Alza lo sguardo non capendo perché lo sto facendo, ma intuisce subito e ridiamo insieme. Appena è pronto mette in moto, esce dal parcheggio.
“ Ti sei divertita al compleanno di Alessandra?” Mi chiede, girandosi verso di me.
“ Sì molto.” La rabbia che mi ha fatto provare solo cinque minuti fa è sparita. Mi sorride e mi posa una mano sopra la gamba. Non mi dispiace e non mi mette a disagio, anzi allungo anche la mia e la intreccio con la sua. Mi piace tenerlo per mano e credo piaccia anche a lui, infatti per tutto il tragitto non la stacca mai da me, nemmeno quando deve cambiare marcia. Non parliamo lungo la strada, ed è strano per entrambi, siamo due chiacchieroni, ma il momento è perfetto e credo che lo sappiamo tutti e due che non potrebbe essere migliore di così.
Posteggia la mia auto in garage. Scendiamo. Mi viene vicino, potrei di nuovo perdermi nei suoi occhi. Mi posa una mano sulla fronte, prende una ciocca di capelli e me li sistema dietro l'orecchio. Mi sento la gola asciutta. Se adesso mi baciasse so che non riuscirei ad oppormi.
“ Buonanotte Piccola” mi posa un bacio sulla fronte. Non so se sono sollevata o delusa. Si avvia verso l’uscita.
“ Buonanotte Cucciolo!” Si ferma, si volta e mi guarda perplesso, poi mi sorride e senza aggiungere altro se ne và.
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Cieli dentro
RomanceGiorgia è una ragazza timida, insicura e quando come un fulmine a ciel sereno irrompe Marco tutte le sue certezze vengono messe in discussione. Non dirò che è una storia di pura fantasia, ma non dirò nemmeno che è vera... ma qualcuno nel leggere que...