Alzo nuovamente la testa per controllare che ore sono. La sveglia indica le 6:30. Non sono riuscita a dormire molto. Non ho fatto altro che rigirarmi nel letto. I miei pensieri erano troppo rumorosi. Se chiudo gli occhi, continuo a vedere lo sguardo di Marta che mi fissa. Oggi le ho promesso di andare da lei. Sono sicura che a mente fredda, mi porrà domande che ieri sera non le sono venute in mente. Dovrò essere brava a mentire.
Guardo di nuovo l’orologio. Sono le 7:00 basta mi alzo. Tanto non ha senso restare a rimuginare su ciò che è successo.
Penso anche a Marco. Ho deciso di troncare con lui e so che è la decisione giusta, ma fa male sapere che non passeremo più del tempo insieme. Mi costringo a non pensarci, ma è veramente difficile. Dovunque mi volto c’è qualcosa che me lo ricorda. Mi vesto, vado in bagno a lavarmi i denti e il viso.
“ Già in piedi stamattina?” mi chiede mia madre. Non è abituata a vedermi alzata di sabato, prima delle 10.00.
“ Non avevo più sonno! Vado a fare colazione fuori” la informo. Non ho affatto fame. Ho lo stomaco chiuso.
Salgo in macchina. L’istinto mi dice di andare verso Città della Pieve, ma anche lì ci sono troppi ricordi. Mi ritrovo a guidare per la statale. Alzo il volume dello stereo per cercare di fare tacere i miei sensi di colpa.
Sono arrivata a Montepulciano. Alla fine mi fermo davanti al lago dove avevo portato Marco, quando si era operato. Scendo.
È freddo e sento l’aria che mi pizzica il viso. Mi rilassa molto guardare quello specchio d'acqua. C’è silenzio tutto intorno a me.
Mi tornano in mente i discorsi, le discussioni, le risate che abbiamo fatto insieme. Vorrei sapere se anche lui mi pensa come succede a me. Smettila Giorgia. Devi togliertelo dalla mente… dal cuore.
Torno a casa verso le 11:00.
“ Ha chiamato Monica” mi comunica mia madre. In questo momento non ho voglia di sentirla.
“ Ha chiamato qualcun altro?” le chiedo. So che ho detto a Marco che è finita ma vorrei sentire la sua voce. Mi servirebbe per calmare l'ansia che sta crescendo in me.
“ No.” Sapevo la risposta, ma ammetterlo è difficile.Alle 14.30 salgo in auto e mi dirigo da Marta. Ci sono stata per la prima volta solo ieri sera e di notte, ma credo che non dimenticherò facilmente la serata appena trascorsa.
Quando arrivo lì, vedo che c’è anche Marco. Caxxo! È già difficile così, ma con lui presente sarà ancora peggio.
È possibile che lei voglia confrontarsi con entrambi oppure lui vuole assicurarsi che io non le racconti la verità. Mi sento stringere la gola. Mi faccio coraggio e scendo. Mi avvicino all’entrata e vedo Marta seduta fuori, in fondo oggi è una bella giornata. Sono vicini ma lui è in piedi. Si voltano verso di me, quando si accorgono della mia presenza. Sfodero un sorriso per nascondere il nervosismo che provo.
Vedo Marco guardarmi un attimo e poi si volta da un'altra parte. Marta mi viene incontro.
“ Ciao, accomodati.” È estremamente gentile. Non capisco a che gioco vuole giocare. “ Ti va qualcosa da bere?” effettivamente ho la gola asciutta.
“ Un bicchiere d’acqua se è possibile!” Si alza e va all’interno di casa sua. Marco non mi rivolge parola. Anzi, appena rimaniamo soli, si dirige altrove. Quindi è questo che succederà d'ora in avanti quando ci incontreremo? Non so se è peggio vederlo ignorarmi o sapere che sto per essere insultata pesantemente da Marta. Mi appoggio con i gomiti nelle ginocchia e mi massaggio le mani. Sento un macigno dentro.
Eccola. Mi sorride e mi porge il bicchiere.
“ Grazie!” Spero vivamente che non ci abbia versato del veleno. Ne bevo una metà.
Sto aspettando che si avventi su di me… ma non succede. Mi parla di tante cose ma evita completamente di parlare degli eventi di ieri. Naturalmente io non entro nell’argomento. Comincio a pensare che abbia preso un colpo in testa. Io, se trovassi il mio ragazzo appartato con un'altra, avrei dato di matto, invece lei ride e scherza come se niente fosse accaduto. Marco si avvicina a noi:
“ Io vado. Ho da fare. Ci vediamo stasera” le dice. Poi sposta lo sguardo un attimo su di me:
“ Ciao.” Ha un tono distaccato. Sì, forse è meglio. Vederlo così freddo con me mi fa male al cuore.
Dopo circa una mezz’ora di altre chiacchiere superflue, decido di andarmene.
“ Si è fatto tardi. Mi aspetta Marika!” Dico mentendo. Lei mi sorride:
“ Torna a trovarmi!” Cosa? Vuole veramente rivedermi? Crede che diverremo amiche? Non ci penso lontanamente.
“ Certo!” Le rispondo anche se non ho intenzione di metterci più piede. Quando ritorno in auto, l’ansia ha lasciato il posto alla tristezza. Cerco di non pensarci. Ho voglia di parlare con qualcuno e non c’è nessuno meglio di Teresa. Mi dirigo verso casa sua. La strada mi obbliga a passare davanti al parco, dove ho trascorso tanto tempo quest’estate e lì c’è l’auto di Marco posteggiata. Lui è fuori, in piedi che sta parlando con qualcuno. Appena vede che sto arrivando, si volta e mi fa cenno di fermarmi. Cosa vorrà? Vorrei ignorarlo come è riuscito a fare lui prima, ma non ci riesco.
Mentre sono ferma all’incrocio, lo vedo attraversare la strada. Non ho auto dietro di me, quindi non rischio di bloccare il traffico.
Abbasso il finestrino e mi accingo ad ascoltare cosa vuole. Mi osserva un attimo. Non so che cosa cerchi di cogliere dalla mia espressione.
“ Ho bisogno di parlare con te!” Mi dice. Forse vuole sapere se Marta, dopo che se ne è andato, mi ha fatto delle domande.
“ Guarda che non le ho detto niente” rispondo. Non si fida più di me?
“ Non è per quello. Hai dieci minuti?” Ci sono dei ragazzi davanti al bar che ci stanno guardando.
“ Sì, ma non qui. Non ho voglia di dare spettacolo!” ribatto. Alza la testa per capire di cosa sto parlando. Si guarda intorno e capisce subito.
“ Non me ne frega un caxxo di loro!” e torna a guardarmi. Mi viene un sorriso sulle labbra. È sempre il solito.
“ Vediamoci a Porta del ponte tra 10 minuti!” mi propone.
“ Ok, ma facciamo tra un quarto d’ora, io non volo!” lo vedo sorridere. Annuisce e si allontana.
La mia chiacchierata con Teresa è saltata. Sono proprio curiosa di sapere cosa vuole Marco da me. Nonostante sia partita prima di lui arriviamo insieme. Sorrido. Esco e ci avviciniamo ad una panchina.
Si mette seduto e io mi accomodo sulla spalliera, il più lontano possibile da lui. Mi guarda circospetto.
“ Hai paura di me?” Sì, effettivamente. Ho paura che la tua vicinanza mi distragga! Inoltre così posso evitare di guardarlo troppo dritto negli occhi!
“ No. Ma siamo in pubblico.” Ribatto.
“ Mmh!” Non sembra molto convinto della mia scusa. Voglio cambiare argomento, prima che cominci a farmi altre domande a cui non riuscirei a rispondere.
“ Allora cosa vuoi sapere?”
“ Mi pare che tutto sia andato bene. Marta non ha alcun sospetto…”
“ Effettivamente pensavo che oggi mi avrebbe crocifisso. Invece non ha nemmeno toccato l’argomento.” Dico riflettendo sul suo strano comportamento. Si avvicina a me con un sorriso:
“ Allora, possiamo continuare a vederci!” Propone con quella scintilla che gli illumina il volto. Lo guardo confusa:
“ Non credo proprio!” Vedo il sorriso spengersi subito.
“ Perché?” Chiede brontolando.
“ Perché non è giusto. E poi se ci beccasse ancora?”
“ Non succederà!”
“ Non puoi saperlo”
“ Non voglio smettere di vederti!” Le sue parole mi confortano molto. Ma non cambiano i miei presupposti.
“ Possiamo ritornare ad essere amici, come lo eravamo all’inizio” suggerisco. Lo vedo di nuovo sorridere.
“ Quindi, il venerdì usciamo di nuovo insieme?!” Mi dice tutto allegro. Scuoto la testa
“ No, quello no!” rifiuto.
“ Ma perché??” È frustrato.
“ Perché sarebbe strano.”
“ Sei proprio testarda! Mi fai sudare la schiena! Ti comporti irrazionalmente!” Io sono irrazionale?! Ma si sente?
“ Se non mi sopporti, perché vuoi continuare a vedermi?” Mi fa proprio incaxxare. Non risponde. Ci pensa un attimo. Mi fissa.
“ Che c’è? Perché mi guardi così?” Si mette seduto anche lui sulla spalliera della panchina per osservarmi meglio. È troppo vicino. Evito di incontrare i suoi occhi. So che ci leggerebbe che la mia volontà non è forte come vorrei fargli credere.
“ Dieci giorni…”
“ Dieci giorni… che vuoi dire?” Sono confusa.
“ Vuoi scommettere con me che al massimo tra dieci giorni tornerà tutto come prima?” Mi porge la mano aspettando che accetti.
“ Non voglio scommettere con te!” ribatto.
“ Mmh! Sei proprio noiosa!” Si sta spazientendo. “ Perché? Se sei convinta della tua decisione non dovresti avere paura di perdere!” Mamma mia come è irritante! Lo odio! Vorrei dimostrargli di poter tenergli testa ma la verità è che sa sfruttare le mie debolezze contro di me. Ma questa volta non cederò. Stringo la sua mano.
“ Che ci giochiamo?”
“ Una cena io e te. Chi perde paga.” In questa scommessa non ci sono ne vinti ne vincitori. In fondo comunque, trascorreremo una serata insieme. Lo vedo sorridere soddisfatto. Forse crede di avere già la vittoria in tasca.
Ancora non ha lasciato la mia mano. Anzi la tiene stretta con entrambe le mani. Se la porta alle labbra e la bacia.
“ Ti vedi con le ragazze stasera?” Mi chiede.
“ Come sempre.” Lo vedo pensieroso. Forse sta riflettendo sul fatto che stasera non ci vedremo come facciamo di sabato. Non ci prova neppure a sollevare l'argomento. Passerei tutto il pomeriggio insieme a lui, ma non posso.
“ Devo andare, puoi ridarmi la mano?” Chiedo scherzando. La stringe forte tra le sue, poi la lascia.
“ Stai attenta, Ok?” Gli sorrido. Mi piace che si preoccupi per me!
STAI LEGGENDO
Cieli dentro
RomanceGiorgia è una ragazza timida, insicura e quando come un fulmine a ciel sereno irrompe Marco tutte le sue certezze vengono messe in discussione. Non dirò che è una storia di pura fantasia, ma non dirò nemmeno che è vera... ma qualcuno nel leggere que...