Sono trascorsi quasi due mesi da quando abbiamo cominciato questa storia, ma nessuno dei due sembra stancarsi l’uno dell’altra. La vivo con leggerezza e mi stupisco perché solitamente mi sarei fatta un sacco di menate. Sono diversa, più sicura di me stessa, mi piaccio molto di più e questo lo devo solo a lui. Se non lo avessi incontrato non sarei mai diventata questa nuova persona.
Mancano poche settimane a Natale e vorrei fargli un regalo che, anche quando tra noi sarà finita, possa farlo pensare a me. Intanto sto scrivendo una filastrocca con tutti i suoi modi di dire che mi fanno tanto ridere. Mi farò portare una foto della sua Uno, sono sicura che c’è l’ha. Probabilmente ha più foto della sua auto che di Marta. Mi farò aiutare da mia cugina che disegna benissimo e gli regalerò questo disegno. Sono sicura che lo apprezzerà.Il venerdì usciamo sempre insieme, finiamo sempre a posteggiare vicino al vocabolo dei cappuccini.
“ Hai una foto della tua auto?” mi guarda sospettoso.
“ Perché?”
“ C’è l’hai o no?” Odio quando invece di rispondere mi pone un’altra domanda:
“ Sì, ma perché la vuoi?” Indaga.
“ Fidati di me. Mi serve. Potresti portarmela?” Vedo che sta cercando di capire cosa potrei mai farci. Non voglio che ci rimugini troppo sopra, allora approfitto del suo silenzio e mi sporgo verso di lui e gli mordicchio l’orecchio. Si irrigidisce e mi fulmina con uno sguardo. Io metto il broncio e sorride. Bene, sono riuscita a distrarlo. Mi abbassa il sedile e mi è sopra in un attimo. Sono immobilizzata sotto di lui.
“ E ora come pensi di scappare da me?” Mi chiede con quella luce negli occhi che mi piace tanto.
“ Oh, ma io non penso di scappare, ma di fare questo.” Alzo la testa e gli passo la lingua dall’attaccatura del collo al mento. L’ho preso in contropiede. Lo sento irrigidirsi. Continua a fulminarmi con gli occhi, mi piace giocare con lui.
“ E poi potrei fare questo…” mi avvicino alle sue labbra e ci passo lentamente la lingua, poi prendo il labbro inferiore tra i miei denti e lo tiro lentamente. Adoro mordicchiargli le labbra. Alza lo sguardo e sospira:
“ Ora te lo strappo l’elastico delle mutande” mi fa veramente ridere. Mi avvicino con la bocca al suo orecchio e gli sussurro:
“ Non puoi... perché non le porto!” Velocemente gli succhio il lobo. Lo faccio gemere di piacere. Sono contenta quando riesco a fargli quest’effetto anch’io. Si ritrae subito e sento la sua mano che cerca di arrivare al bottone dei miei jeans. Comincio, a colpirlo per impedirgli di fare ciò, ma nonostante mi dimeni sotto di lui e cerchi di togliere le sue mani dal mio basso ventre, in poche mosse mi ha immobilizzato i polsi sopra la testa, con una sola mano.
“ Smetti!” Gli dico continuando a cercare di liberarmi dalla sua presa.
“ Ah no, tu mi provochi…” È riuscito a sbottonarli e sta tirando giù la cerniera. Penso di aver smesso di dimenarmi e anche di respirare.
Si ferma, mi guarda dritto negli occhi, lascia andare i miei polsi, ma non riesco a muovermi, sono assolutamente persa in lui. Poi si abbassa vicino al mio orecchio e mi sussurra:
“ Non ci riprovare, la prossima volta non mi fermerò!”
Le sue parole mi danno un brivido di piacere, sento una fitta fino al mio punto più sensibile. Mi mordo il labbro inferiore per cercare di rallentare l’eccitazione che provo. Non so come considerare le sue parole, sono state una minaccia o una promessa?
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Cieli dentro
RomanceGiorgia è una ragazza timida, insicura e quando come un fulmine a ciel sereno irrompe Marco tutte le sue certezze vengono messe in discussione. Non dirò che è una storia di pura fantasia, ma non dirò nemmeno che è vera... ma qualcuno nel leggere que...