Capitolo 38 - Un macigno nel petto

18 0 0
                                    

Oggi dovrebbe chiamare Francesco, per la nostra uscita, ma non ne ho molta voglia. Non sono dell'umore adatto. Dovrei chiamare anche Marco, ma ho paura anche di affrontare lui.
Mi faccio la doccia per lavarmi di dosso, l'odore di fumo e sperando di spazzare via le mie ansie.
All'ora di pranzo, squilla il telefono. Rispondo:
" Pronto"
" Buongiorno c'è Giorgia?" So chi è, non è una voce che conosco.
" Sono io"
" Ciao, sono Francesco. Senti, mi dispiace, ma oggi ho un altro impegno. Scusami ma non possiamo uscire insieme." Anche se fosse una scusa, per me va più che bene. Non andava neanche a me di uscire con lui.
" Non preoccuparti. Ci vediamo" Riattacco, prendo il biglietto del suo numero e lo butto nel secchio. La telefonata che mi preoccupa di più è quella con Marco. Il fatto che stamattina non mi abbia chiamato, non depone a mio favore. Potrei farlo io ma ho paura che sia con Marta.

Dopo pranzo, vado a prendere Marika e Teresa. Alle 15.00 sono a casa della prima, che ancora si sta asciugando i capelli. Odio che non sia ancora pronta:
" Questa è l'ultima volta che ti aspetto." Le dico. " La prossima volta me ne vado e ti lascio a piedi." Si mette a ridere, forse pensa che sto scherzando, ma non è così. Alle 15.30 siamo da Teresa.
" Scusami, ma Marika non era pronta, come al solito" le dico per scusarmi del ritardo.
Vedo Paolo, fuori dal bar, mi guarda un attimo e poi si volta di nuovo. Me lo immaginavo, ha ricominciato ad ignorarmi.
Saliamo e andiamo a farci un giro a Chiusi. Dopo una girata per il corso, entriamo in un bar per prendere qualcosa di caldo. Andiamo al bancone, ordiniamo poi mi giro per guardarmi intorno e vedo Marco, che mi guarda. Caxxo! con tutti i bar che ci sono, dovevamo entrare proprio in questo? È con Lucky e le loro rispettive fidanzate.
Mi volto, non voglio guardarlo, ho sentito un macigno nel petto quando i nostri occhi si sono incontrati. Bevo ciò che ho davanti senza alzare lo sguardo, ma sento vicino una presenza, so che è lui anche senza bisogno di vederlo.
" Mi dà un pacchetto di malboro rosse?" Chiede al barista, poi si rivolge a me: " Pensavo che eri con quello!" So che si riferisce a Francesco.
" No, aveva un altro impegno" rispondo senza voltarmi.
" Meno male. Un altro in meno a cui dover pensare!" Come? Che cosa vuole dire? L'uomo gli porge il pacchetto. Paga.
" Grazie" gli dice. " Ti aspetto stasera al solito posto alle 22.30."
Non ho il tempo di replicare perché si è girato e tornato da dove era venuto. Sono un po' confusa. Pensavo ce l'avesse con me!

Cieli dentro Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora