Capitolo 20 - Tabacco e menta

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È sabato sera e stasera ho una cena in famiglia quindi ho detto alle ragazze che le raggiungo direttamente al Legmastersheep a Montepulciano. È uno dei pub che mi piacciono di più, su ogni tavolo c'è un telefono da usare per chiamarne altri e conoscere magari qualcuno. Ma la cosa più buffa è quando Marika li usa per fare degli scherzi fingendosi “ Melany la dottoressa dell’amore”…
Arrivo verso le 23.30, si stanno già alzando per andare alla Capannina. Monica mi dice di lasciare l'auto al parcheggio e di andare con lei. Mi sta bene. Già a mezzanotte dentro la discoteca ci sono veramente tante persone, ma su chi mi imbatto appena entro? Marta.
“ Ciao!!” Mi saluta tutta euforica, non credo che lo sarebbe se sapesse che mi sento tutti i giorni con il suo ragazzo e che ci vediamo molto spesso. Mi posa due baci sulle guance. Le faccio un sorriso di circostanza. Mi sento un po’ in imbarazzo:
“ Sei sola?” È sabato, quindi sicuramente è con il mio amico preferito.
“ No, stasera sono uscita con delle mie amiche” Sei sicura che siano veramente amiche tue e non di Marco? le vorrei dire, visto che lui mi ha raccontato che è uscito con parecchie di loro. Mi piacerebbe proprio conoscere queste amiche che in comune con lei hanno anche la condivisione del suo fidanzato! Poi però mi chiedo perché lui non mi abbia detto che stasera era libero. Giorgia non è che è tenuto ad uscire con te ogni volta che non è con Marta. Scaccio i brutti pensieri che mi hanno assalito e mi faccio strada con Monica per arrivare al bar. Mi prendo la mia Vodka Lemon e mentre camminiamo, giro la mia bibita con la cannuccia. Vado a sbattere contro una persona in piedi ferma che non ho visto. Fortunatamente non ho rovesciato niente.
“ Scusami” mi affretto a dire, alzo lo sguardo e mi trovo davanti Marco che mi guarda con quella luce particolare sugli occhi.
“ Tu che ci fai qui?... Ho visto Marta con le sue amiche. Pensavo non saresti venuto. Non mi hai detto niente.” Sorride:
“ Volevo farti una sorpresa. C’è anche Lucky.” Lo guardo con aria interrogativa e capisce al volo cosa voglio sapere. Mi comprende anche se non parlo. “ Non gli ho detto niente!" Mi dice con sicurezza.
“ Ok” sono poco convinta ma voglio credergli.
Mentre parliamo vedo avvicinarsi Marta:
“ Eccola!” Dico ad alta voce per farmi sentire da lei. Poi le rivolgo parola:
“ Ti stava cercando!” Sorrido ad entrambi e li lascio soli.
Cerco di stare il più lontano possibile da Marco, non voglio che Marta possa avere dei sospetti. Ma il solo sapere che siamo nello stesso locale mi rende serena. È vero che non siamo insieme, insieme, ma quando mi volto e lo guardo, lui si gira come se avvertisse la mia presenza. Non so spiegarlo è come se le nostre anime fossero una sola.
Stasera alla Capannina c'è anche Jason. Non si è avvicinato a me, ma ogni volta che ci incontriamo mi lancia delle occhiate... Ad un certo punto vedo Marco, seduto sulla spalliera di un divanetto. Ha le gambe distese, accavallate alla caviglia e le braccia conserte. Mi avvicino e gli dico:
“ C’è Jason!”
“ Sì l’ho visto” vede che sono un po’ tesa. “ Non preoccuparti Piccola, deve solo provare ad avvicinarsi…” Le sue parole mi danno sempre un gran conforto. Senza pensarci mi avvicino e lo bacio sulla guancia. Lui non si sbilancia, ma poi mi mormora:
“ Marta ti ha visto” Oh, caxxo! Non ci ho proprio pensato!
“ Scusami, non ho riflettuto!” Mi sto agitando. Non sono brava a gestire certe situazioni. Lui tranquillo mi rincuora:
“ Non preoccuparti. Lascia fare a me!” Prima di allontanarmi gli propongo:
“ Ho lasciato l’auto a Montepulciano, mi accompagni tu a riprenderla?” Mi guarda un secondo:
“ Lo sai che se ti accompagno poi finisce male?” Sorrido e mento a me stessa perché in fondo so che ha ragione:
“ No, ti sbagli.” Mi lancia un’occhiata come per dire: se sei convinta!
“ Ci vediamo fuori verso le 3.00.”
“ D'accordo” mi dice e mi allontano da lui.

Quando mi avvicino alla sua auto, mi sta già aspettando. Salgo e gli porgo un sorriso.
“ Che ti ha detto Marta? Si è arrabbiata?” Scuote la testa:
“ No, le ho chiesto: Hai visto che Giorgia mi ha dato un bacio? E lei mi ha risposto: Sì, ma di lei non sono gelosa! A posto mi sono detto.”
“ Meglio così” ribatto. Mamma mia che stronza insensibile che sono diventata!
Esce dal parcheggio. Mi volge uno sguardo veloce:
“ Allora, la tua auto è al LegMaster?”
“ Sì” non so cosa aggiungere. Sento una certa tensione tra di noi.
“ Lo sai… io me ne accorgo se una donna mi vuole…” mi giro e lo fulminò con gli occhi. Continua: “ ...e lo sento che hai voglia di baciarmi”
Lo guardo allibita. Cosa?? Vorrei dirgli che si sbaglia. Dio! Quanto lo detesto! È il ragazzo più odioso che conosco! Continua a fissarmi con una sicurezza che io non avrò mai. Non riesco a formulare un discorso per obbiettare, perché in fondo, anche se ancora non sono disposta ad ammetterlo, ha ragione lui, per questo lo odio, riesce a comprendere i miei pensieri, anche quelli che non vorrei che conoscesse. Si accende una sigaretta e continua:
“ Guarda che a me non dispiacerebbe, anzi…” nei suoi occhi leggo la speranza che io ceda. Finalmente il mio cervello si rianima e riesco a parlare:
“ Lo sai come la penso. Se succedesse smetterei di frequentarti.” Questa frase me la sono ripetuta talmente tante volte che la pronuncio come una filastrocca. Ho sempre avuto dei principi. Ho cominciato ad uscire con Marco, perché mi sembrava fuori dal comune, poi frequentandolo, l'ho trovato interessante, mi stupisce, mi piace il suo modo così irriverente di  comportarsi con gli altri, il fregarsene di quello che pensano di lui, ma mi sono posta dei paletti, che in questo momento stanno cominciando a traballare… e più mi guarda più la mia sicurezza svanisce.
“ Sei veramente testarda!” Mi dice con la voce un po’ irritata, dal mio comportamento. Scusa se non cado ai tuoi piedi come tutte le altre! Prende un gomma e comincia a masticare. Non dice niente ma i pensieri nella sua testa sono rumorosi. So benissimo che non vuole arrendersi…

Siamo arrivati. Parcheggia vicino alla mia 106, spenge il motore, tira indietro il sedile e si siede girato verso di me. Butta via dal finestrino la gomma e poi mi guarda dritta negli occhi. Non guardarmi così! Mi mordo un labbro, mi stò cominciando ad agitare. Dovrei salutarlo e scendere al volo, ma il mio corpo si rifiuta di muoversi. Abbasso gli occhi, non riesco a guardarlo, so che se mi perdo nei suoi non riuscirò a controllare i miei ormoni. Caxxo! Odio non avere il controllo di me stessa. Sono completamente ubriaca di lui. Con due dita mi alza il mento. Non guardarlo! Non guardarlo! mi dice il mio subconscio, ma la tentazione è più forte del buon senso. Quando incontro i suoi occhi fissi sui miei, capisco che sono perduta. Non riesco a non guardare le sue labbra. Chissà che sapore ha? Il mio respiro si fa più corto e affannato. Passa il suo pollice sulle mie labbra e un brivido di piacere al suo tocco mi invade completamente. Le schiudo, credo di aver smesso di respirare. Si avvicina a me. Il suo viso è a pochi centimetri dal mio, posso sentire il suo respiro sulla guancia. So che non mi bacerà per primo, perché non vuole obbligarmi a fare qualcosa che non voglio. Ma io lo voglio! Caxxo se lo voglio! Sono disposta a non vederlo più per un bacio? Non lo so, ma se non lo faccio potrei pentirmene tutta la vita. Mi avvicino a lui e le nostre labbra si sfiorano. Appena assaporo la sua bocca, calda, umida, vengo travolta da un fiume di emozioni. Mi prende il viso, schiude di più le mie labbra e le nostre lingue si intrecciano tra loro. Sento un fuoco che divampa dentro di me e mi scatena una sensazione di passione unica. Sa di tabacco e menta. Il suo sapore è meglio di quanto immaginassi. La mia coscienza è stata messa a tacere e mi voglio gustare questo momento. Vorrei non finisse mai!...

Giorgia cosa stai facendo? Il mio cervello ha cominciato a  riprendersi… No! No, no! Stupida! Stupida! Mi stacco da lui, mi guarda e capisce che c'è qualcosa che non và. Le mie mani cercano la maniglia dello sportello. Non riesco a guardarlo. Gli dico:
“ È finita!” Scendo dalla sua auto senza dargli il modo di ribattere. Prendo le chiavi della mia per aprire lo sportello ma lui è già su di me. Mi prende per le spalle, mi gira:
“ No, non è vero!” Lo dice sicuro. Non voglio ascoltarlo, perché so che mi farà cambiare idea. Capisce dalla mia espressione che sarà più dura del previsto. “ Aspetta, parliamone.”
“ Non abbiamo altro da dirci. È tardi, devo andare. Marco lasciami, ti prego” la mia voce si incrina. La disperazione si sta impossessando di me. Mi guarda serio, mi lascia andare, apro la mia auto e mi ci rifugio dentro. Metto in moto e lo lascio in piedi che mi guarda mentre mi allontano.
Le lacrime cominciano a uscirmi dagli occhi. Il cuore mi fa male. Sono una cretina, sapevo fin dall’inizio che sarebbe finita così… mi asciugo le guance con una manica del cappotto e faccio respiri profondi per calmarmi.
Vedo avvicinarsi un auto, la riconosco subito. È lui. Mi lampeggia, non voglio che mi veda così. Quando arrivo vicino a casa mia, accosto sul ciglio della strada, scende e si avvicina al mio finestrino. Lo apro e faccio appello a tutto il mio autocontrollo.
“ Perché non mi lasci in pace?” gli chiedo nervosa. Non lo guardo non voglio che veda i miei occhi lucidi.
“ Dobbiamo parlare.” Sembra più un ordine che una proposta. Resto in silenzio. Ho un groppo in gola. Non riesco a rispondere.
“ Guardami!” Si sta arrabbiando. Mi prende il viso e lo gira verso di se. Vede il mio dolore, lo leggo nei suoi occhi. Mi lascia andare. Addolcisce un po’ il tono:
“ Domani mattina, ti aspetto alla stazione del treno.” So che sto sbagliando di nuovo ma non riesco a dirgli di no.
“ Prima delle 11.00 non posso.” Ribatto con un filo di voce.
“ Va bene.” Si gira. Se ne sta andando, ma poi torna verso di me e aggiunge: “ Non darmi buca, altrimenti verrò direttamente a cercarti a casa e sai che lo farò…” Oh, si. So che ne avrebbe il coraggio.


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