Finalmente sono completamente guarita e stasera, che è sabato, sono stata invitata al compleanno di Manuel, quindi farò un salto alla sua festa solo per dargli un pensiero che gli ho comprato poi con le ragazze volevamo andare a ballare al Vispa Teresa a Bettolle. Sono contenta che ogni tanto cambiamo locale.
Ho già detto a Marco che stasera non possiamo vederci perché non so a che ora torniamo... ultimamente ci vediamo anche il sabato dopo che ha riaccompagnato Marta a casa. Mi sto asciugando i capelli. Squilla il telefono, ma con il phon sulle orecchie non l'ho sentito. Mi viene a chiamare mia madre. Spengo.
" C'è Monica al telefono" Vado in camera a rispondere:
" Pronto? Che succede?" Ci siamo salutate due ore fa, se mi chiama vuol dire che è capitato qualcosa.
" Scusami, ma stasera non posso venire, mi si sono gonfiate le ghiandole del collo e credo di avere la febbre!" mi racconta.
" Avrai beccato anche tu, l'influenza. Ti chiamo domani mattina per sapere come ti senti" le dico e riattacco. Chiamo Teresa:
" Ciao Teresa, sono Giorgia, mi ha chiamato Monica che non sta bene, che dici se rimandiamo l'uscita al Vispa ad un'altra sera?"
" Non ci sono problemi. Avverto io Patty!" Poi continua: " Ti aspettiamo al pub?"
" Sì, ci vediamo più tardi al LegMaster. A dopo." Riattacco.
Beh! a questo punto posso dire a Marco che possiamo vederci più tardi!Arrivo alla festa di Manuel, un po' in ritardo. L'ha organizzata a casa sua. Parcheggio e capisco dove si tengono i festeggiamenti, dalla musica alta e dalle voci che provengono da dentro una cantina. Apro la porta a vetri e una folla di persone si volta a guardarmi. Mi sento un po' osservata. Tra loro ci sono anche Marco, Marta e Jason. Faccio un sorriso tirato. Mi avvicino a Manuel lo abbraccio e gli faccio gli auguri. Gli porgo il mio regalo, che sistema insieme agli altri su un tavolo. Mi sento nella fossa dei leoni, perché sono convinta che la maggior parte degli invitati sa che mi vedo con Marco e si diranno: che faccia tosta presentarsi qui, con la sua fidanzata presente! Vedo le espressioni delle ragazze che mi osservano di soppiatto e sparlano di me, tra loro. Mi viene quasi da ridere. Quindi decido che, se proprio vogliono malignare, darò loro qualcosa. Vado dritta da Marta che è seduta su una panca insieme ad un'altra ragazza che non conosco.
"Ciao!" la saluto. Lei si alza e le dò un bacio sulle guance. Continuo:
" È tanto che non ci vediamo, come stai?" chiedo tanto per fare conversazione. Non è che sia molto interessata alla sua salute.
" Bene. E tu?" Chiede a sua volta.
" Molto bene. Ho avuto l'influenza ma ora mi sono ripresa" le faccio un sorriso e ci sediamo vicine. Vedo gli occhi degli invitati puntati su di noi. Trovo la scena veramente esilarante. Anche Jason mi guarda serio, come se mi volesse giudicare. Vorrei alzare il dito medio, ma forse sto già dando spettacolo a sufficienza. Ora devo trovare solo il modo di avvicinarmi a Marco e avvertirlo che possiamo vederci. L'occasione si presenta quando si avvicina ad un tavolo, distante circa tre metri da dove sono seduta. Mi alzo, Marta mi guarda:
" Prendo da bere!" Le dico.
Mi allontano, lei si gira verso la sua amica e io raggiungo Marco. Sono in piedi accanto a lui, mi verso della vodka e nemmeno ci guardiamo. Gli dico solamente:
" Stasera non vado al Vispa, se ti va ci vediamo dopo, stessa ora, stesso posto." Continua a trafficare con le bottiglie.
" Ok" mi dice. Si volta e mi lascia al tavolo da sola.
Sorrido e quando alzo lo sguardo mi trovo un ragazzo che mi osserva. Probabilmente ha sentito la conversazione che abbiamo avuto. Gli faccio un sorriso di circostanza, bevo un sorso, soddisfatta della mia interpretazione e me ne torno da dove sono venuta. Anche se tutti ci giudicano a me non me ne fotte proprio niente.Dopo una serata piacevole trascorsa con le ragazze, mi incontro con lui, come abbiamo deciso. Quando arrivo, è già lì.
Salgo con un sorriso stampato in volto:
" Ciao" lui parte e io mi tolgo il cappotto e lo getto nel sedile dietro.
" Stasera abbiamo dato scandalo" aggiungo e mi viene da ridere ripensando alle facce che ci squadravano. Lui si gira verso di me:
" Non me ne frega un caxxo!" Fa quell'espressione irriverente che mi piace tanto. Rido.
" Già" concordo. Poi mi sporgo verso di lui e prendo il lobo del suo orecchio tra i denti, lo tiro leggermente e poi lo succhio. Sento di averlo preso in contropiede perché si irrigidisce un po', poi lo lascio andare ma non mi sposto. Con la punta del naso gli sfioro leggermente il collo, inspiro il suo profumo e gli sussurro all' orecchio:
" Mi piace il tuo odore..." comincio a baciagli il collo, partendo da sotto l'orecchio e scendendo lentamente.
" Piccola, se continui così, dovrò inchiodare in mezzo alla strada!"
Mi scappa un sorrisetto, mi rimetto nel mio sedile dicendogli:
" Sei proprio un guastafeste!... Prima mi porti per le vie della perdizione e poi non ti sta bene cosa faccio!" Lo prendo in giro. Spalanca gli occhi, conosco quell'espressione:
" Io, ti porto per le vie della perdizione?" Si indica il petto per dare più enfasi alla frase. Sogghigno, perché non riesco a restare seria:
" Certo, prima di conoscerti era una ragazzina per bene, innocente, brava, timorosa e ora...ora...guardami!" Mi osserva e io mi sporgo di nuovo verso di lui passandogli la lingua sulle labbra. Mi spinge di nuovo verso il mio sedile. Mi rimetto composta, cercando di soffocare un sorriso. Lo sento sospirare per tranquillizzarsi. Siamo arrivati al vocabolo dei cappuccini. Parcheggia e mi propone:
" Ora puoi mostrarmi tutta la tua perdizione!" Sorride soddisfatto. Cerco di restare seria, faccio una smorfia, poi ribatto:
" Beh! Mi hai fatto passere tutte le fantasie!"
Cerco di non guardarlo, altrimenti scoppierei a ridere. Mi mordo il labbro inferiore e lo osservo di soppiatto. Vedo la sua espressione cambiare, mi devo preparare sta per attaccarmi. Eccolo, si sporge velocemente verso di me, abbassa il mio sedile, scavalca la console centrale e comincia a farmi il solletico. Lo sa, che non lo sopporto, che è il mio punto debole:
" Ah! Ti ho fatto passare tutte le fantasie, è?" Continua a torturarmi.
Io cerco di scacciare le sue mani, continuando a ridere. Sono in affanno, mi manca il respiro.
" Ti prego, ti prego, smetti!" Dico tra uno strillo e l'altro.
Si ferma, ma resta nella posizione in cui si trova. Cerco di calmarmi, perché sono ancora agitata dal solletico. Poi alza una mano e mi sistema i capelli che, da quanto mi dimenavo, lì ho sparsi per tutto il viso. Lo lascio fare e lo osservo mentre lo fa.
I nostri occhi si incrociano, siamo entrambi in silenzio. Il mio respiro è ancora corto, ma non so se è dovuto per ciò che è appena successo o per il tocco delle sue mani. Mi brucia la pelle dove passa. C'è tensione. Non c'è bisogno di parlare, leggo nei suoi occhi quello che prova per me e sono convinta che anche lui sappia ciò che provo io per lui. Mi accarezza la guancia, senza staccare il suo sguardo dal mio.
Il mio respiro si fà ancora più corto e i miei occhi guardano le sue labbra. Ho assolutamente bisogno della sua bocca sulla mia.
Voglio sentire il suo sapore, la sua lingua che mi stuzzica. Credo, che mi abbia letto nel pensiero perché si abbassa su di me e appena le nostre labbra si uniscono, sento un fuoco bruciarmi dentro.
Non mi sono mai sentita così viva e non ho mai provato un eccitazione tanto forte e così amore per una persona. La sua bocca mi dà un piacere assurdo. Gemo sulle sue labbra e quando si stacca mi sento persa. Si abbassa a baciarmi il collo. Sono in estasi per le sue carezze. Infilo una mano tra i suoi capelli, e sussurro:
" Oddio Marco, mi fai morire!" Sento le sue labbra che si allargano in un sorriso. Il suo ego dev'essere alle stelle, ma non mi importa adoro come mi fa sentire.
" Devo smettere?" Mi chiede mentre torna a succhiarmi il collo.
" No, non farlo, ti prego..." Sò di essere completamente perduta. Sa benissimo che effetto mi fa e io non riesco ad oppormi alle sue mani, ai suoi baci. Abbassa una mano e la infila sotto la mia maglietta. Sento le sue dita ruvide risalire verso il mio petto. Dovrei dirgli di fermarsi che stiamo andando oltre, ma non ci riesco. Ho la bocca asciutta.
Lui si stacca dal mio collo e si riappropria della mia bocca. La sua mano è arrivata al mio seno. Sento le sue dita infilarsi sotto la stoffa e stuzzicarmi un capezzolo. Il mio livello di eccitazione è al massimo. Gemo sotto il suo tocco, sto per esplodere, ma sento da come spinge verso il mio bacino che anche lui è eccitato quanto me.
Cerco di rimettere in moto il cervello, faccio un enorme sforzo di autocontrollo, mi stacco dalla sua bocca e poso la mia mano sopra la sua.
" Basta così!" Non so come sia riuscita a pronunciare quelle parole.
Lui toglie la mano da sotto la mia maglietta. Continua a guardarmi fissa negli occhi. Poi abbassa la sua fronte sulla mia:
" Cosa mi fai, Piccola!" Mi dice o forse era solo un pensiero detto ad alta voce.
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Cieli dentro
RomanceGiorgia è una ragazza timida, insicura e quando come un fulmine a ciel sereno irrompe Marco tutte le sue certezze vengono messe in discussione. Non dirò che è una storia di pura fantasia, ma non dirò nemmeno che è vera... ma qualcuno nel leggere que...