Capitolo 22 - L'intervento

23 0 0
                                    

La gioia che provo da quando ho accettato Marco nella mia vita non l’ho mai provata. Trascorriamo ogni minuto libero insieme, ci sentiamo tutte le sere e parliamo veramente di tutto. Viene anche a trovarmi a casa qualche sera. Mia madre non è felice di questo, ma a me non importa. Voglio trascorrere più tempo possibile con lui, prima che si stanchi di me.  Sono convinta che, a parte le mie amiche, a cui ho raccontato l' evolversi della nostra amicizia, le altre persone che ci stanno intorno si siano accorti che non siamo semplici amici. L' unica che credo non sappia niente è Marta. Non mi importa di quello che pensano, perché non sanno proprio niente di me e Marco e del legale che ci unisce.
Mi ha comunicato che la prossima settimana si dovrà operare e nello stesso giorno faranno un intervento anche al padre. Lui lo chiama per nome, lo trovo strano, sembra che voglia mettere una certa distanza, ma so perfettamente che ci è molto legato.
A volte, quando l’ho chiamato a casa mi ha risposto lui. Ha la voce simile alla sua.  Mi chiedo cosa pensino i suoi di me. Probabilmente non hanno una grande opinione, ma non mi importa nemmeno questo.
Oggi Marco viene operato e naturalmente dovrò aspettare che mi chiami per sapere come sta. Non posso chiamarlo io, ci sarà Marta con lui. Starò in ansia finché non mi chiamerà. Ho aspettato accanto al telefono durante l'ora di pranzo, pur sapendo che probabilmente ancora è sotto anestesia. Prima di cena mi sono fatta un bagno caldo tanto per alleviare la tensione che aumenta man mano che passa il tempo. Non sapere mi rende nervosa.
Mi sono appena avvolta nell’accappatoio, quando sento squillare il telefono. Non infilo nemmeno le pantofole, corro a piedi nudi per il corridoio lasciando impronte ovunque, ma non mi importa, voglio solo rispondere al telefono. Faccio un salto nel letto e afferro la cornetta:
“ Pronto?” La mia voce è piena di aspettativa.
“ Ciao, che bello sentirti.” Ha un tono calmo e parla piano. Sentirlo è un tocca sana per la mia tensione, che se ne và immediatamente.
“ Come ti senti?”
“ Un po’ dolorante e ancora non completamente lucido.” Sorrido.
“ Tuo padre sta bene?”
“ Sì, ho voluto vederlo appena mi sono svegliato anche se non potevo alzarmi!”
“ Capisco. Sono stata in apprensione tutto il giorno.”
“ Avrei voluto chiamarti prima, ma Marta è rimasta qui fino a mezz'ora fa!” Capisco anche lei, se fossi stata nei suoi panni avrei fatto lo stesso.
“ Sai già quando torni a casa?”
“ No, ma penso tra un paio di giorni, poi dovrò stare a riposo.”
“ Certo.” Sappiamo entrambi che per diversi giorni non ci vedremo. Già sento la sua mancanza.
“ Puoi sempre venire a trovarmi a casa!”
“ Ah, No. Non credo.” Non sono come lui. Non riuscirei ad essere disinvolta con i suoi genitori come lui lo è con i miei.
Si mette a ridere, sa benissimo che non ci metterò mai piede.

È giovedì, all’ora di pranzo, sento squillare il telefono. Risponde mia madre:
“ Giorgia è Marco.” Mi comunica. Mi alzo subito da tavola:
“ Me lo passi in camera?” Mentre corro per il corridoio, non vedo l'ora di sentirlo.
“ Ehi, che sorpresa! Non mi aspettavo che mi chiamassi a quest’ora!”
“ Mi hanno dimesso stamattina e sono finalmente a casa.” È a casa. Lo vedrò presto. “ Non c’è la facevo più a stare in ospedale. Ogni volta che volevo fumare una sigaretta era una tragedia… lo sai che la pazienza non è il mio forte!” Scrollo la testa:
“ Povere infermiere!” ribatto.
“ Povere infermiere??? Povero me!” Sorrido.
“ Allora, mi vieni a trovare? Io ancora non posso guidare” Sono molto combattuta. Vorrei vederlo, ma non me la sento di incontrare i suoi.
“ Beh…” mi interrompe, prima che io trovi una scusa per rifiutare.
“ Visto che il dottore mi ha ordinato di camminare,  potresti venire a prendermi a casa e andiamo a fare una passeggiata insieme. Che ne dici?” Mi piace la proposta. Però le giornate sono corte…
“ Sarei contenta di farlo. Ma lavorando la vedo dura…”
“ Sabato pomeriggio?” Chiede.
“ Non c’è Marta?” Il sabato di solito è occupato con lei.
“ No, lavora…” un sorriso si allarga nel mio volto.
“ Perfetto, allora sabato ritieniti impegnato con me!” Dico in tono scherzoso.
“ Non vedo l’ora!” ribatte.
“ Anch’io!”

Cieli dentro Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora