Capitolo 60 - Ho pagato il mio debito

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È finalmente arrivato venerdì. Stasera io e Marco andremo a cena. Voglio essere carina per lui. Quindi invece dei soliti jeans, ho deciso di mettere un abito grigio, che ha la gonna corta plissettata. Mi trucco un po’ e indosso i miei stivali neri con il tacco. Tutto sommato non sto male. Ci siamo dati appuntamento alle 20.00. Ai miei ho detto che vado a cena con le ragazze. Lo aspetto al solito posto. Lo vedo arrivare dallo specchietto retrovisore. Scendo, prima che si fermi. Ha parcheggiato l’auto proprio davanti alla mia. Mentre chiudo lo sportello lo vedo uscire dalla sua vettura e osservarmi attentamente:
“ Wow, ti sei messa la gonna!” Quando esco con lui non la metto mai. Vedo quel sorriso soddisfatto sul suo volto che mi fa venire un brivido. Sorrido a mia volta. La sua reazione mi rende contenta.
“ Dove vuoi andare, Piccola?”
“ Il posto non mi interessa, l’importante è stare insieme” Mi guarda un attimo e allarga un sorriso.
“ Certo!” Continua a darmi occhiate fugaci.
“ Che c'è? Perché continui a fissarmi?” Il suo sorriso arriva fino agli occhi.
“ Non avresti dovuto vestirti così…”
“ Perché?” indago.
“ Potrei decidere di violentarti!!” scherza. Io sghignazzo nel sedile. Mi si avvicina: “ Oh...forse, non sarebbe violenza?” Alza le sopracciglia aspettando che io risponda alla domanda. Torna al suo posto. È veramente buffo. Mi volto verso di lui e mi avvicino al suo orecchio:
“Non lo saprai mai...Potrei rispondere ma poi dovrei ucciderti!” Accarezzo il suo collo con il naso. Mi piace il suo odore e prendo il lobo del suo orecchio tra le labbra. Lo sento irrigidirsi. Si gira verso di me:
“ Piccola se fai così a cena non ci arriviamo! Ti salto addosso prima!” Mi metto a ridere. “ Non sto scherzando!”
“ Va bene faccio la brava!” rispondo sistemandomi al mio posto.
“ Hai visto la nuova auto della fiat? La punto. La GT tutta gialla è una vera sciccheria! È stupenda. Me la immagino con i cerchi in lega della Momo. Mi fa impazzire!” Mi guarda come fossi un aliena.
“ Che c’è? Io mi ci vedo benissimo alla guida!”
“ Non ho detto niente!” alza le mani.

Ci fermiamo a Mercato Saraceno, in mezzo agli Appennini. È impossibile che qualcuno in questo luogo ci conosca. La cena è tranquilla e veloce.
“ Cosa vuoi fare ora?” Mi chiede.
“ Mi porti a vedere il mare?” Non siamo ormai distanti da Cesena e so che non mi dirà di no! Marco ha una miriade di difetti e lo faccio incaxxare spesso perché non mi comporto come vorrebbe lui, ma mi vizia e mi piace!
“ Va bene!” Il mio sorriso si allarga. È dall’estate scorsa che non ci torno, ho voglia di rivederlo. Siamo all’altezza di Borello.
“ Io e Lucky venivamo spesso da queste parti!... C’è un locale con gente carina…” Da come lo dice capisco che vengono a rimorchiare in zona.
“ È un po’ lontano… ci vuole un sacco di tempo per arrivare fino a quì!” Mi guarda con un sorriso che vuole sfatare la mia affermazione.
“ No! Dipende quanto cammini…” Si allarga nel suo volto un sorriso compiaciuto. Certo. Sono proprio una sciocca, come mi ripete spesso! Solo quando sono con lui mantiene una velocità accettabile, quando è solo… non voglio nemmeno sapere che andatura tiene, mi farebbe solo preoccupare e incaxxare! Ma è fatto così e sinceramente non lo vorrei diverso da come è!
“ Lo tocchi l’asfalto qualche volta?” Chiedo, prendendolo in giro!
“ Quando è proprio necessario…” Scrollo la testa. Ci rinuncio. Non c’è speranza che metta un po’ di buon senso!

Parcheggia proprio di fronte alla spiaggia. Nonostante sia inverno, il mare ha sempre il suo fascino. Vorrei camminare sulla sabbia.
“ Scendi un attimo, per favore?” Mi guarda accigliato, non capendo la domanda.
“ Ti prego!” Apre lo sportello. “ Appoggiati di schiena. Non guardarmi!”
“ Che vuoi fare?” indaga.
“ Ti ho pagato la cena. Potresti fare come ti dico per una volta? Per favore” metto il broncio. Lo vedo arrendersi alle mie suppliche. Sono sempre più brava ad ottenere ciò che voglio, senza manco sforzarmi troppo!
Scende, chiude lo sportello e ci si appoggia. Io velocemente tolgo gli stivali, alzo il vestito e sfilo i collant. Mi sto abbassando la gonna quando noto che si è girato. Mi sta osservando. Apre di nuovo lo sportello e si affaccia:
“ Ti avevo chiesto gentilmente di restare girato!” gli dico un po’ contrariata.
“ Purtroppo mi sono voltato troppo tardi!” ride.
“ Sei un cretino!” lo offendo. Ma il mio tono non è credibile.
“ Mi dici cosa vuoi fare?”
“ Voglio sentire la sabbia sotto i piedi!”
“ Sarà freddissima!”
“ Non mi importa.” Mi infilo di nuovo i stivali sulle gambe nude e scendo. Chiude l’auto ci avviamo lungo il camminamento. La spiaggia senza ombrelloni è malinconica, ma il rumore delle onde è stupendo. Stasera la luna rischiara tutto. Arrivati alla sabbia. Sfilo le calzature e ci metto un piede. Effettivamente è fredda. Ma mi piace sentirla.
“ Ora lascerei impronte anche quì?” mi prende in giro.  Non mi importa se ride di me! Mi avvicino a riva. Sento il vento freddo sferzarmi le guance, ma respiro profondamente. Mi dà un senso di libertà! Sento la sua presenza dietro di me. Mi giro e lo abbraccio.
“ Grazie!” Sono proprio contenta.
“ Di niente, Piccola!”  Mi abbraccia anche lui e mi posa un bacio sul naso. Mi prende una ciocca di capelli che il vento mi sta scompigliando me li sistema dietro l’orecchio e le sue labbra si posano sulle mie labbra, che sembrano non averne mai abbastanza di lui. La sua lingua mi dà un brivido per tutta la colonna vertebrale. Mi stringo più vicina a lui. Si stacca da me e mi accarezza una guancia senza distogliere gli occhi dai miei.
“ Lo sai che senza scarpe sei ancora più bassa?” Si mette a ridere, provo a fare un espressione offesa, ma la sua risata è contagiosa e mi unisco a lui. “ Forza, andiamo!” Mi prende per mano e mi riporta indietro. Tiro fuori dei fazzoletti di carta e cerco di togliere la sabbia appiccicata sotto la pianta dei piedi. Infilo di nuovo gli stivali. Saliamo in macchina.
“ Dovrei rimettere le calze…” dico mentre tiro giù la cerniera degli stivali.
“ Non c’è problema!” Mi guarda, sorride ma non accenna ad uscire dall’abitacolo.
“ Potresti aspettare fuori?” Chiedo gentilmente.
“ No” scrolla la testa “ Sento freddo!” So benissimo che non è vero. Vuole solo indispettirmi.
“ Almeno voltati dall’altra parte…”
“ Perché?”
“ Vorrei avere un po’di privacy!”
“ Oppure, potresti aspettare a rimetterle… mi piacerebbe accarezzare la tua pelle nuda.”
Mi fissa e alle sue parole i miei ormoni sono già in alta quota. Non riesco a ribattere niente. Ha capito perfettamente che l'idea non mi dispiace. Lo leggo in quegl’occhi in cui mi perdo ormai da mesi.
“ Togliamoci da qui’!” Mette in moto. Sono pensierosa.
“ Cos’hai?” Mi chiede.
“ Stavo riflettendo che l’ultima volta che sono stata senza scarpe nella tua auto non è finita bene!”  Sorride. Mi volto a guardarlo con aria interrogativa.
“ No, ti sbagli. È andata benissimo… sei ancora quì!” Ricambio il sorriso. Allunga la mano sul mio ginocchio, lo accarezza, sento un brivido in tutto il corpo, fino al mio punto più sensibile. Poi gira il palmo ed intreccio le dita con le sue.

Siamo quasi  giunti a casa. Lo stò ancora tenendo per mano. Mi piace molto farlo. Posteggia. Spenge il motore e si porta la mia mano alla bocca. Comincia a mordicchiarmi le dita.
Il ritmo dei miei battiti comincia ad aumentare. Mi sento la bocca asciutta. Mentre lo fa mi guarda intensamente. Non riesco a staccare gli occhi dai suoi. Mi passo la lingua sulle labbra. Sposta il suo sedile indietro e io mi sposto a cavalcioni sopra le sue gambe. La gonna risale le mie cosce. Mi accarezza con il pollice le labbra. Schiudo la bocca ho bisogno di sentire il calore della sua. Appena sento il suo sapore mi sento avvampare e comincio a dondolarmi sopra di lui. Le sue labbra scendono sul mio collo. E io passo una mano tra i suoi capelli. Il mio respiro si fa più corto e quando sento le sue mani sulla mia pelle nuda delle gambe risalire verso i miei fianchi non capisco più niente. Sono sopraffatta dalle sensazioni che mi fa provare. Gemo sotto il tocco delle sue dita che sono arrivate alle mie anche. Sento le sue dita insinuarsi sotto l’elastico degli slip. Dovrei fermarlo, ma non ci riesco. Sono dominata dal mio bisogno di lui. Si ferma un attimo. Mi guarda. Leggo nei suoi occhi che vorrebbe di più, come lo vorrei io, ma è tardi e non so se sono veramente pronta per essere sua, anche nel corpo perché l’anima gli appartiene. Sorrido, gli accarezzo una guancia, appoggio la fronte alla sua.
“ Non posso!” Gli dico sospirando.
“ Sei sicura?” Annuisco con la testa.
Mi bacia di nuovo. Devo scendere da sopra di lui altrimenti le mie parole voleranno via come la mia poca volontà.
Torno nel mio sedile e lui abbassa il finestrino e si accende una sigaretta. Recupero le mie calze. Comincio ad infilarle. Mi sento i suoi occhi addosso. Mi volto a guardarlo, mi sorride poi apre lo sportello e scendendo mi dice:
“ Ti lascio la tua privacy!”

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