Capitolo 51 - Incidente di percorso

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Un’altra settimana è trascorsa. Sto aspettando Marco al solito posto.
“ Ciao.” Lo saluto e mi accomodo nel sedile. “ Come và?”
“ Bene. Stasera Marta è uscita con le sue amiche. È meglio non farci vedere in giro. È un po’ sospettosa!”
“ In che senso? Non avrà sospetti su di noi?” Chiedo un po’ allarmata. 
“ L’altra sera dovevo reggere il gioco a Lucky. Le ho detto che uscivo con lui. Si è presentata a casa mia, io non dovevo esserci. Mi ha fatto il quarto grado. Non ero preparato a rispondere alle sue domande. Ho dovuto dirle la verità. Ci è rimasta malissimo.”
“ Ci credo” gli rispondo.
Ci dirigiamo verso Orvieto. Ci facciamo un giro poi mentre torniamo ci fermiamo a San Lorenzo.
Mi tolgo gli anfibi e abbasso il sedile. Lui apre un po’ il finestrino e si accende una sigaretta. Mentre parliamo vedo dei fari di un auto che entra nello spiazzo.
“Chi è?” Chiedo. Con tutta calma lui mi risponde:
“ È Marta!” Cosa?  Non posso crederci. Il terrore si impadronisce di me. Non riesco a muovermi. So che una tempesta mi travolgerà.
“ E ora che facciamo?” Gli chiedo tutta agitata. Sento il cuore che accelera i battiti mentre lui continua a fumare come se niente fosse. Non risponde. Alzo un braccio e mi copro gli occhi.  Sento chiudersi lo sportello. È questione di secondi. Si apre la portiera dalla mia parte. La luce interna dell’auto si accende. Non ho il coraggio di guardare. Passano i secondi ma non succede nulla. Mi faccio forza e incontro gli occhi di Marta su di me. Ci leggo sorpresa, non rabbia come mi sarei aspettata.
“ Tu?” mi dice. Probabilmente tra tante, io ero l’ultima che avrebbe creduto di vedere con Marco.
“ Non è come sembra.” È la prima cosa che mi viene in mente, come giustificazione. Avrà notato che sono senza scarpe, chissà cosa pensa che sia successo. Mi preparo al fatto che mi insulti, invece la vedo afflosciarsi davanti a me. Mi alzo di scatto dal sedile e la prendo prima che caschi per terra. Anche Marco è uscito dall’abitacolo per aiutarmi a sostenerla. La facciamo stendere nel sedile dove fino a pochi secondi prima ero stesa io. Marco comincia a colpirla leggermente sul viso per farla rinvenire, mentre io recupero le mie scarpe e me le infilo.
Si riprende quasi subito. Più la guardo più mi sento colpevole.  Marta si mette seduta ancora scioccata e Marco mi fa salire nei sedili dietro. So che ora ci riempirà di domande e io non sono brava a dire bugie.
“ Cosa ci fate insieme?” Passa lo sguardo da me a lui.
“ Ti posso assicurare che non è successo niente!” Le dico.
Interviene Marco:
“ Io dovevo coprire Lucky e lei la ragazza che sta con lui!”
È una bugia, ma è abbastanza credibile. Lei continua a guardarmi per capire se è la verità. Annuisco.
“ Stasera ero con Silvia,  la ragazza di Lucky e mentre eravamo in fila per il bagno mi ha chiesto se credevo che lui la tradisse, perché aveva dei sospetti… e io le ho risposto di no. So che non è così, come mi dovrei comportare con lei?” ci racconta.
Mi sento terribilmente in colpa per le menzogne che le stiamo rifilando. Sono una vera stronza!
Ho scelto di non pensare alle conseguenze delle mie azioni ed ecco cosa è successo. Vedo l’incertezza e la disperazione nei suoi occhi. Mi sentirei meno colpevole se mi schiaffeggiasse. Ma non lo fa.
Marco la interrompe:
“ La riportiamo a casa.” Mi dice. “ Guida la sua auto e seguimi.” Annuisco. Non riesco neanche a guardarlo. Mi sistemo nell’auto di Marta. Mentre percorro la strada mi dico che è giunto il momento di mettere fine a questa relazione.
Ho davanti agli occhi la sua disperazione. Mi sento stringere lo stomaco. Quando arriviamo a casa sua, parcheggio. Scendo e le consegno le chiavi. Sento il bisogno di abbracciarla, come per rincuorarla.
“ Vengo a trovarti domani.” Ho bisogno di vedere che stia bene.
“ Va bene.” Mi dice. Salgo nell’auto di Marco e l'aspetto mentre l’accompagna all’entrata di casa.
Pochi minuti dopo torna. Restiamo in silenzio. Non riesco ad alzare lo sguardo. È lui a parlare per primo:
“ È andata bene!” Lo guardo confusa.
“ Bene?... Io mi sento uno schifo.” Continua a guardarmi.
“ Poteva andare peggio, non credi?” Mi fa un sorriso.
“ Mi è svenuta tra le braccia!”
“ Già. Per fortuna che l’hai ripresa!” Ride.
“ Non ci siamo. È ora che smettiamo di vederci. Mi sento una bastarda a dirle tutte queste stronzate! Io non voglio essere quel tipo di persona.”  Smette di sorridere e mi guarda serio.
“ No, perché dobbiamo smettere di vederci? Non mi sta bene!”
“ Io non c’è la faccio a sapere che le sto facendo del male.”
“ Aspetta. Parliamone!” So che vuole farmi cambiare idea, ma questa volta non cederò. È durata anche troppo. Avrei dovuto interrompere questo rapporto molto tempo prima. Non voglio farlo parlare.
“ Non c’è niente di cui parlare. Finisce qui, Marco!”
Legge nei miei occhi la determinazione. Non aggiunge altro. Mi riporta alla mia auto. Lo guardo un’ ultima volta, prima di scendere.
Vedo la tristezza nei suoi occhi, ma non ho parole di conforto per lui.
“ Ci vediamo!” Gli poso un bacio sulla guancia, non oso baciarlo sulle labbra, perché so che effetto hanno su di me.
Scendo velocemente e respiro profondamente per calmare i miei nervi. Mi sento svuotata.
Lo guardo, allontanarsi da me… da noi.

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