Capitolo 77 - Chiarimenti

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È lunedì. Al lavoro rivedrò Andrea. Spero proprio che faccia come ho chiesto. Non dovevo baciarlo. Faccio sempre un gran macello. Stamattina Stefania è arrivata presto. Sto accendendo il computer quando Andrea entra in ufficio. Forse pensava che fossi sola. È un po’ in soggezione. Parla con lei di un lavoro. Prima di uscire mi guarda e io faccio lo stesso. Dal modo in cui mi osserva capisco che non sa come comportarsi. Gli sorrido per tranquillizzarlo.
Il lunedì c’è sempre da fare. Sono solo a metà mattinata e l’ho passata quasi tutta al telefono quando si apre la porta ed entra di nuovo. Si siede nella sedia davanti alla scrivania a gambe larghe con le mani intrecciate in grembo e aspetta che finisca la chiamata in corso.
Riattacco e mi volto.
“ Ho bisogno di prendere del materiale in magazzino” mi dice. È chiuso e io tengo le chiavi. Vado al cassetto e le prendo. Mi guarda e sorride.
“ Cosa c’è?”
“ Venerdì è stata una serata interessante. Siete un bel gruppo!” Mi volto a guardarlo. Mi era sembrato di essere stata chiara sul fatto che per me era finita lì.
“ Cosa intendi?” Voglio capire.
“ Beh! Sono rimasto colpito…” È così timido che non riesce parlare apertamente di ciò che è successo tra noi. Voglio giocargli uno scherzo. Mi avvicino velocemente a lui. Appoggio un ginocchio sulla sedia in mezzo alle sue gambe, prendo il suo mento con una mano e avvicino la mia bocca alla sua. Mi fermo a pochi millimetri. Lo guardo in quegli occhi azzurri:
“ Quello di venerdì è un argomento chiuso. Non ne voglio più parlare!” Lo lascio e ritorno in posizione eretta. Lui è ancora fermo e mi guarda con occhi fuori dalle orbite. “ Andiamo in magazzino.” Mi avvio verso il corridoio.
“ Ho il cuore e mille. Mi stavi per fare venire un infarto!” Lo sento alzarsi dalla sedia. Mi metto a ridere.
“ Per così poco?” Rido di lui per l’espressione che ha in volto.
“ Senti il mio cuore se non ci credi!”
“ Ci credo, ci credo!”
“ Visto che hai attentato alla mia vita, ti devi fare perdonare.”
“ Ah si! E cosa proponi?”
“ Vieni a fare un giro in moto con me”
“ No. Te l’ho già detto!”
“ Ti giuro farò pianissimo. Ci facciamo un giro dopo il lavoro. Dai, ti prego!” Ha gli occhi buoni e mi guarda con quell’aria così innocente che non riesco a rifiutare.
“ Va bene! Ma ti avverto, se ho paura mi riporti subito qui!”
“ Affare fatto!” Se ne va contento.

Il pomeriggio è trascorso velocemente. Alle 17.40 trovo Andrea vicino alla sua moto che mi aspetta. Mi sorride e mi porge un casco. Sono ancora titubante. Mette in moto. Fa un rumore assordante.
“ Sali e metti i piedi sui pedali.” Faccio come dice. Mi aggrappo a lui. Sono tesa. Parte si dirige verso una strada tutta a curve che è molto battuta dai motociclisti della zona. Comunque tiene un andatura moderata come avevo chiesto e comincio a rilassarmi. Arrivati in cima al valico si ferma. Mi fa scendere e spenge il suo bolide rosso.
“ Allora? È stato così terribile?” Mi chiede sorridendo.
“ No. Non è stato male!” Rido porgendogli il mio casco. Ci sediamo in una panchina. Mi guarda ma non parla. Capisco che vuole chiedermi qualcosa, ma non trova il coraggio.
“ Forza Andrea, cosa c’è che vuoi sapere?”
“ Pensavo che stavi con quel ragazzo dalla uno rossa…” come fa a sapere di Marco?
“ Come???...” Non trovo le parole giuste per chiedergli spiegazioni.
“ Ti ci ho visto.” Vorrei chiedere quando ma non ha importanza.
“ Non sto con lui. Siamo grandi amici…” non è una bugia. Siamo stati qualcosa di più e insieme siamo grandiosi. Lo leggo nei volti delle persone che ci osservano quando ci troviamo nello stesso luogo.
“ Questo venerdì mi hai spiazzato… so che non ne vuoi parlare…”
“ Senti Andrea, tu hai una ragazza e non voglio crearti problemi. Ero su di giri…” lo fisso un attimo “ sei un bel ragazzo con questi tuoi occhi azzurri, ma lavoriamo insieme e mi dispiace se ti posso aver illuso… non era mia intenzione e non accadrà più!” Annuisce. Credo che capisca che è meglio per entrambi archiviare il tutto.
“ Torniamo a casa!” Mi alzo e riprendiamo la via del ritorno.

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