47.

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Giulio
Sono sveglio da meno di cinque minuti, ho gli occhi appannati per il sonno ma sono giá con il telefono in mano pronto a chiamarla.

Non squilla, quel cazzo di telefono è ancora spento.
Riprovo un altro paio di volte, ma niente. Non posso presentarmi a casa sua e fare una delle mie solite scenate, ci sono i suoi genitori e Dio solo sa cosa pensano di me dopo ieri sera.

Dopo un'ora sono ancora steso a letto a cercare di chiamarla. Ci riprovo ancora e finalmente squilla.
Spero risponda.

"Pronto" eccola, ha risposto penso felice.
"Ciao" dico cercando di capire il suo umore.
"Ciao" dice " hai bisogno di qualcosa?"aggiunge e mi manda in bestia.
"Ho bisogno che tu sia pronta tra un quarto d'ora" dico nervoso e attacco per evitare che faccia storie.
Se mi conosce bene, sa che è meglio fare come dico.

"Hai bisogno di qualcosa?" ripeto imitando la sua voce. Mi fa imbestialire che mi tratti così, ho sbagliato ma non mi sembra di aver ucciso qualcuno. Non vedevo i ragazzi da mesi, mi sembra eccessiva la sua reazione.

Ho bisogno di una doccia calda per distendere i miei nervi e poi mi da fastidio che non abbia dormito a casa penso infastidito.
Siamo una coppia e i problemi si affrontano insieme, cosa risolve scappando via da me.

Quindici minuti dopo sono fuori casa dei suoi, le invio un messaggio.

a Margot👄
Sono fuori.

Dopo pochi minuti il cancello si apre e lei esce, Dio è bellissima ma mezza nuda, indossa una specie di camicia leopardata, tutta svolazzante.
Bestemmio mentalmente.
L'ha fatto sicuramente per farmi incazzare la piccola stronza.

"Buongiorno" dico quando sale in auto portando con se quell'odore di miele e vaniglia che mi fa impazzire.
"Buongiorno" dice.
"Dormito bene?" chiedo.
"Benissimo" dice " tu?".
"Divinamente" affermo.
Si vede lontano un miglio che è incazzata nera.
"Dove andiamo?" chiede dopo poco.
"A fare colazione, amore" dico sarcastico.
" Ah bene QUESTA ha fame" dice calcando la parola 'questa'.
Decido di rimanere in silenzio e lo stesso fa lei.

La vedo sorridere quando accosto di fronte al suo bar preferito, è già qualcosa penso.
Lei esce dalla macchina ed entra senza aspettarmi, quando entro nel bar e già seduta che legge il menù.
Lo fa apposta per evitarmi, perchè sa già cosa sceglierà, ma la lascio fare.

Quando il cameriere arriva con le nostre ordinazioni, ne approfitto per iniziare a parlare.
"Senti Margot" dico e lei è intenta a mangiare.
"Guardami" dico e lei smette di mangiare e mi osserva.
"Mi dispiace per ieri sera" dico e lei non dice nulla allora ne approfitto per parlare " non vedevo i ragazzi da tempo e mi sono lasciato andare" aggiungo.
"Giulio, ma il problema non è il fatto che tu sia uscito con loro" dice lei.
"Ti chiedo scusa se mi sono dimenticato della cena" dico.
"Giulio, hai permesso ai tuoi amici di ridere di me" dice " e poi quelle ragazze" aggiunge inarcando un sopracciglio.
"Erano amiche loro, io ho solo fumato" dico.
"Mi hai chiamato questa" ride nervosamente " non sei venuto via con me quando sono venuta a vedere dove fossi" dice.
"Non mi ricordo nulla di tutto questo" dico ed è vero.
"Scusami" aggiungo.
"Ci credo eri strafatto" dice fulminandomi con lo sguardo "potevi dirmi che volevi stare con loro, ti avrei capito" aggiunge.
"Scusami" ripeto non so cosa altro dire.
"Ma quello che non capisco e che necessità hai di fumare così tanto" dice.
E io non so che risponderle.

Lei alza le spalle e continua a mangiare, faccio lo stesso senza smettere di osservarla, adoro ogni che fa. Anche mangiare se fatto da lei sembra la cosa più bella del mondo.

Margot

È stronzo ma bellissimo, lo odio ma lo amo di più.
Lo osservo di sfuggita, nei momenti in cui non mi fissa. Ma non posso perdonarlo subito, deve capire che non ci si comporta in questo modo e soprattutto che non deve più fumare quella schifezza.

THE QUIET AFTER THE STORM (2* parte di THE STORM)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora