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Finalmente è venerdì, non vedevo l'ora sia per scoprire cosa ha organizzato Vittorio e sia perchè lunedì lavoreró con Marcus che fino ad ora si è dimostrato gentile e premuroso a differenza di Cole.

Sono in pausa pranzo con Miriam, abbiamo deciso di andare a mangiare insieme. Ho anche incontrato Giulio e Vittorio. Giulio ha portato Vittorio a pranzo fuori, si sentiva in colpa per avergli urlato contro.
Questo mi rende felice, adoro che gli uomini della mia vita vadano d'accordo tra loro.

"Hai un'aria diversa" dice Miriam.
"In che senso?" chiedo.
"Sei radiosa" dice.
"Ti adoro sai" dico facendole gli occhi dolci.
"Allora hai scelto cosa indosserai al matrimonio?" chiedo.
"Si" dice e mi mostra una foto sul suo cellulare.
"Wow, Bryan impazzirà" dico e mi fa strano in un certo senso riferirmi a lui in tono amichevole, ma per Miriam ho deciso di mettere da parte il risentimento verso di lui.
"Lo spero" dice stringendosi nelle spalle.
Le sorrido dolcemente, la conosco da poco ma sento che c'è un legame speciale tra noi.

Alle sei in punto sono fuori dall'ufficio. Mi incammino sorridente verso l'auto del mio uomo, ha insisto per venirmi a prendere, approfittiamo di ogni istante per stare insieme.
Entro in auto e lo bacio.
"Ciao" dice.
"Com'è andata?" chiedo.
"Bene" risponde.
"Solo bene?" chiedo. È odioso non è mai dettagliato, devo tirargli le parole da bocca.
"Ci siamo abbracciati e ci siamo fatti le treccine" ridacchia.
"Stupido" ridacchio.

"Fai la brava" dice, mi sporgo verso di lui e lo bacio.
"Tu fai il bravo" dico per poi scendere dall'auto.

Entro in casa e mi preparo in fretta, alle otto ho appuntamento con Vittorio e mi ha espressamente chiesto di non fare tardi.
Chissà cosa ha in mente.

Mi lavo velocemente e indosso un vestito semplice rosa. Mi trucco leggermente e sono pronta.
Alle otto in punto Vittorio è fuori casa, mi spruzzo un pó del mio profumo ed esco.

"Wow" fischia quando mi vede.
"Anche tu non sei niente male, anzi" dico è veramente bello oggi, indossa una camicia morbida azzurra e un paio di jeans stretti.
"Lo so" ridacchia.

"Dove mi porti?" chiedo curiosa.
"A cena fuori baby" dice facendomi ridere.

"Com'è andata con Giulio?" chiedo approfittando della loquacità di Vittorio.
"Ah benissimo, abbiamo rimorchiato un sacco di ragazze" dice.
"Ma che bravi"rispondo sarcastica.
"Due play boy" dice fiero.
"Due cretini" ribatto.
"Dai lo sai che per noi vieni prima di tutto" e io mi sciolgo al suono di quelle parole.
Gli voglio un bene dell'anima, è sangue del mio sangue, non potevo desiderare di meglio. Sono stata fortunata, ho due fratelli meravigliosi.

"Siamo arrivati" dice parcheggiando sotto all'albergo di mio padre, che ora gestisce lui.
"Bel posto, non lo conosco" ridacchio.
"Scendi" dice ridendo.

Entriamo e ci accomodiamo ad uno dei tavoli del ristorante. Questo posto è fantastico.
"È bellissimo qui, hai fatto un ottimo lavoro" dico sorridente.
Lui mi sorride, ma non fa altro che guardare nersovamente alle mie spalle.
"Che c'è ?" chiedo.

Lui mi ignora e sorride felice, ma cosa gli prende deve essersi fatto di qualcosa.
Sto per parlare ma una vocina mi distrae.
"Buonasera" dice e io mi volto a guardare la ragazza in piedi affianco al nostro tavolo che guarda Vittorio.
È alta, ha lunghi capelli neri e il naso all'insù, è molto carina.

"Ciao Sofia" dice Vittorio alzandosi e baciandola a stampo.
Mi alzo anche io e le sorrido.
"Margot, lei è Sofia. La mia fidanzata" dice felice.
"Piacere Sofia, io sono Margot, la sorella" dico sorridente.
Lei mi sorride e poi mi abbraccia, lasciandomi piacevolmente sorpresa. Sembra dolce e sembra piccola, credo proprio che non sia ancora maggiorenne.

"Vittorio mi parla sempre di te" dice.
"Perdonami ma io ho scoperto di te adesso" dico sorridendo.
"Lei era la sorpresa della serata" dice Vittorio.
"Bella sorpresa" dico felice.

"Lei è fidanzata con Giulio" dice Vittorio.
"Il ragazzo che mi ha presentato stamattina?" chiede lei.
"Si".
"L'hai presentata prima a Giulio?" chiedo stupita.
Lui si stringe nelle spalle.
"Mi ha accompagnato a prenderla a scuola" risponde.

"Vai al liceo?" chiedo.
"Si, ultimo anno" dice.
"Cosa farai dopo?" chiedo.
"Accademia di moda" dice " voglio diventare stilista come mia madre" aggiunge.
"Chi è tua madre?" chiedo.
"Elysew Walker" dice.
Oddio mi si ferma il cuore, la stilista più famosa di Los Angeles che veste le star più famose al mondo e tutte le modelle.
"Oddio" guardo lei e poi Vittorio " ho l'armadio pieno dei suoi vestiti. The Perfext è la mia marca preferita" dico sognante.
"Se vuoi qualche volta puoi venire con me all'atelier" dice felice.
"Vittorio, io amo la tua ragazza" dico felice e loro scoppiano a ridere.

La serata è trascorsa in modo piacevole, abbiamo riso e scherzato come se ci conoscessimo da sempre e poi vedere Vittorio così premuroso nei confronti di un'altra ragazza mi è piaciuto tanto. Mi è parso per un attimo di rivedere gli stessi atteggiamenti che papà ha con la mamma.
Abbiamo finito di cenare e decido di farmi accompagnare, non mi va di fare il terzo incomodo, ma invece che a casa ho chiesto a Vittorio di accompagnarmi al The Storm, voglio fare una sorpresina al mio Giulio.

Entro al locale e lo vedo alla cassa, è impegnato a fare altro.
"Mi scusi" dico e lui alza gli occhi " un tavolo per una persona" dico facendo gli occhi languidi.
"Mi dispiace, non abbiamo tavoli. Ma se vuole puó accontentarsi di un posto sulle mie gambe" dice con voce calda e roca.
"Oh" dico con stupore " allettante come proposta, ma non credo il mio fidanzato approvi" aggiungo.
"Chiuderà un occhio" dice malizioso e io vado a sedermi sulle sue gambe.

"Sono felice che tu sia qui" dice baciandomi la guancia.
"Anche io" dico mentro lo osservo lavorare.

"Forse non è stata una buona idea" dice.
"Cosa?" chiedo.
"Farti sedere sopra di me" ribatte malizioso.
"Troppo sensibile?" chiedo sfacciata.
"Già".
"Se vuoi ho un metodo" dico ma lui si incupisce.
"Margot no" dice secco.
"Mi stai rifiutando?" chiedo mettendo un finto broncio.
Si avvicina al mio orecchio " ti piegherei sulla cassa e ti scoperei fino a farti urlare" sussurra e il mio basso ventre si incendia.
Non facciamo l'amore da quel giorno e Giulio sembra restio a farlo, si sente ancora in colpa e crede che io non l'abbia perdonato, ma la realtá è che muoio dalla voglia di averlo.

"Allora ti aspetto al bar" dico alzandomi e osservando il cavallo dei suoi pantaloni notevolmente rigonfiato. Mi mordo il labbro.
"Non provocarmi" dice serio.
"Altrimenti?" chiedo.
"Vai al bar" dice per poi concentrarsi di nuovo sul lavoro.

Frustrata mi incammino verso il bancone del bar.

THE QUIET AFTER THE STORM (2* parte di THE STORM)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora