6.

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E anche lunedì è arrivato, portandosi via con se il mio Giulio. Osservo il cielo nuvoloso dalla mia scrivania, a breve sicuramente pioverà.

È da mezz'ora che cerco di studiare ma non ci riesco. Ripenso ai giorni trascorsi con Giulio, ero riusciata a convincermi che sarebbe stato bello qui, che ce l'avrei fatta. Ma Giulio mi ha sbattuto in faccia con i suoi modi e con il suo essere semplicemente lui, quanto in realtà mi manca la mia vita a Calabasas.

Torturo la matita tra i miei denti per poi lasciarla cadere sulla scrivania in legno bianco quando finalmente mi decido che questo pomeriggio di studiare proprio non se ne parla.

Struscio rumorosamente la sedia all'indietro per poi alzarmi e stiracchiarmi, ho voglia di gelato.
Vago per casa in cerca di Kylie ma non c'è. Sento un vociare non poco lontano, mi sembra di riconoscere la sua voce, mi affaccio al corridoio e noto la porta socchiusa, mi avvicino e la apro.
"Hei Margot" dice Kylie.
"Che ci fai qui?"chiedo avanzando per poi fermarmi sui miei passi quando riconosco il 'biondino della porta accanto' come lo ha definito Giulio.
"Lei è la mia conquilina" dice sorridente.

Il biondino si raddrizza mostrando il petto muscoloso e mi osserva attentamente, mi scruta da capo a piedi per poi puntare il suo sguardo attento nei miei occhi, mi fissa con una tale intensità che mi fa imbarazzare, credo se ne sia accorto, sorride beffardo per poi porgermi la mano e dire
"Piacere Margot, io sono Nathan" per poi riportare la sua attenzione su Kylie.

Continuano a chiacchierare come se si conoscessero da una vita, mi sento addirittura di troppo lì ferma impala accanto alla porta di casa.
"Io entro" dico rivolgendomi a Kylie.
"No aspetta" dice Nathan, rivolgo il mio sguardo verso di lui " venite dentro vi offro un aperitivo" dice sorridente.
Mi prende in contro piede, lo guardo confusa, non so cosa rispondere se dico no sembro maleducata, se dico si Giulio mi ammazza, ma poi mi rassicuro pensando c'è anche Kylie e non penso di fare nulla di male.
"Penso sia un bene avere ottimi rapporti tra vicini" aggiunge Nathan.
"Ma certo" dice Kylie prendendomi sotto braccio e incamminandosi verso la porta di Nathan, trascinandomi al suo seguito.

L'appartamento è luminoso come il nostro, solo che la sua cucina si trova sulla sinistra e le stanze sulla destra. È un open space ben disposta e ben arredata, l'ho capito dal suo abbigliamento che è un uomo di classe e la sua casa lo conferma.
Il colore freddo delle pareti si contrasta con l'ampio divano ad L rosso, che non stona anzi, da un tocco vivace all'ambiente che per lo più tende al bianco.

"Prego accomodatevi" dice indicandoci il divano.
Ci accomodiamo e Kylie mi tira per un braccio avvicinandomi a lei " noi non siamo mai state qui" sussurra.
La guardo negli occhi e annuisco.

Se Giulio sapesse dove sono ora si incazzerebbe come una bestia, mi sento terribilmente in colpa anche se lui è così geloso che vede minacce ovunque.

Nathan sembra un tipo tranquillo.

Dopo poco arriva poggiando sul tavolinetto in vetro stuzzichini di ogni genere, patatine in busta e delle redbull.
"È tutto quello che ho" dice stringendosi nelle spalle.
"Va più che bene" dico.
"Kylie mi ha detto che studiate legge a Berkeley, anche tu vuoi diventare avvocato?" chiede puntando quegli occhi color nocciola nei miei.
"No, io voglio diventare notaio" dico distogliendo lo sguardo dal suo e puntandolo fuori dalla vetrata.
La pioggia è così forte che sbatte violentemente sulle vetrate, spero che i ragazzi non abbiano trovato un temporale lungo il tragitto.
Non vedo l'ora di ritornare di là e sentire Giulio.

"Kylie mi ha anche detto che siete migliori amiche dalla nascita e siete fidanzate con due migliori amici" dice sarcastico.
"Caspita Kylie, hai dato anche il mio codice fiscale?" ridacchio.
"Poteva bastarmi il numero di telefono" risponde Nathan ridendo.
"Margot è un osso duro, Giulio, il suo ragazzo ha dovuto penare per averlo" ridacchia Kylie.
"Interessante" dice Nathan puntando i suoi occhi nei miei e addentando una patatina.
Mi imbarazza, mi guarda come se volesse saltarmi addosso da un momento all'altro, quando parla con Kylie invece ha uno sguardo gentile.

"Kylie è ora di tornare di là" dico " non infastidiamo Nathan che avrà sicuramente da fare" aggiungo.
"Non mi infastidite, ma ho del lavoro da sbrigare" dice storcendo il naso.
"Margot lo sai che Nathan è un architetto e ha costruito lui questi condomini" dice Kylie con enfasi.

Annuisco sorridendo, voglio uscire da qui.

"Allora ciao Nathan" dice Kylie alzandosi e dirigendosi alla porta la seguo con Nathan alle spalle e ci giurerei che mi abbia toccato i capelli.

"È simpatico" dice Kylie.
"Si" dico sperando che non inizi uno dei suoi soliti sproloqui.

"Che mangiamo?" chiedo cambiando discorso.
"Mmmm pizza?" chiede.
Annuisco "ordinala tu" dico mentre vado in camera a prendere il telefono.
Sblocco lo schermo e trovo una chiamata di Giulio, premo sul suo nome e parte la chiamata.

"Amore mio" dice con voce roca.
Dio quanto è sensuale, mi mordo il labbro.
"Sei arrivato?" chiedo attorcigliandomi una ciocca di capelli.
"Mmmm, senza di te mai" ridacchia.
"Dai" lo ammonisco ridendo per poi ridere a mia volta.

"Si, ho appena lasciato Ronnie a casa" dice.
"Sei stanco?"
"No, sto bene" dice " guiderei per ore se serve per stare con te" aggiunge.
Sorrido come un ebete "Ti amo" dico.
Il senso di colpa mi assale, devo dirglielo, non posso mentirgli.
"Abbiamo conosciuto il nostro vicino, l'abbiamo incontrato sul pianerottolo e si è presentato" dico tutto d'un fiato.

Giulio sospira ma non dice nulla, questo silenzio mi strazia l'anima, mi si è attorcigliato lo stomaco.

"Ti amo anche io" dice " e apprezzo che tu mi dica sempre la verità" aggiunge.
"Sei arrabbiato con me?" chiedo.
"No perchè dovrei, siete vicini di casa è impensabile pensare che non vi incrocerete" dice sospirando "ma se va oltre tu dimmelo, non temere le mie reazioni" aggiunge serio.
"Va bene" dico respirando e allentando quella morsa che mi ha stretto lo stomaco fino a poco fa.
"Ora parcheggio e mi faccio una doccia, ti videochiamo stasera" dice e poi attacca.

Giulio
"Che cazzo" impreco sbattendo le mani sul volante.
Ha aspettato che ce ne andassimo per fare il coglione, crede che non l'abbia notato quel modo viscido con cui l'ha guardata sabato.
"Bastardo" dico uscendo dall'auto e sbattendo furiosamente la portiera.

Entro in casa e senza nemmeno guardarmi attorno vado diretto verso il bagno, mi libero dei vestiti e mi butto sotto il getto d'acqua calda sperando che mi rilassi, ma la faccia da cazzo di quel biondino sembra non volermi lasciare in pace.
Esco dala doccia e avvolgo un asciugamano intorno alla vita, mi guardo allo specchio e sorrido per il succhiotto che spunta sul mio collo, confuso tra intatuaggi. Lo sfioro con le dita ripensando a quella piccola sfacciata, la mia.

A riportarmi alla realtà è la suoneria del mio cellulare, lo prendo dalla tasca dei jeans che ho buttato sul pavimento in marmo del bagno.
"Pronto" dico.
"Signor. Monroe, sono Ambra, ho l'offerta giusta per lei" dice.
"A venerdì" dico.
"Perfetto, le mando i dettagli per e-mail" dice.
"Grazie" dico e attacco.

Chiamo Ronnie.
"Allora?" chiede.
"È fatta" dico.
Lo sento ridere dall'altro capo del telefono, una risata così pura e di cuore che finisce per coinvolgere anche me.

THE QUIET AFTER THE STORM (2* parte di THE STORM)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora