28.

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Il Natale è alle porte, se ne respira già l'aria.
Tutta la città è addobata, ci sono lucine e abeti colorati ad ogni angolo della strada.
Adoro questa atmosfera, quasi quasi non vorrei andarmene. Rido per l'assurdità del mio pensiero, non è per niente vero.

Sto preparando la valigia, domani si ritorna a Los Angeles, finalmente penso.

Potró godermi le vacanze senza pensieri, ho superato tutti  gli esami che avevo da dare, mi godró la mia famiglia e Giulio.
Il mio Giulio, non vedo l'ora di rotolarmi con lui tra le lenzuola del nostro letto.

In queste settimane ho evitato Nathan come la peste, dopo che mi ha detto quelle cose al bar.

"Senti Margot, io non ti chiederó scusa per quello che ho fatto in ascensore" dice puntando i suoi occhi nei miei.
Lo guardo allibita, voglio che se ne vada.
"Perchè tu mi piaci" aggiunge.
Resto senza parole, ma è impazzito.
"Nathan io sono fidanzata" ribatto infastidita.
"Lo so" dice lui " ma a me piaci, non dipende da me" aggiunge.
"Nathan noi possiamo essere amici" dico.
"Amici" ridacchia "io non posso essere amico di una ragazza, soprattutto se mi piace da impazzire" dice sporgendosi con i gomiti sul tavolino.
"Una ragazza fidanzata" affermo.
"Non è un problema mio" dice.
Che faccia da schiaffi.

Il cameriere arriva con le nostre ordinazioni.
"Perchè hai bloccato il mio numero?" chiede.
"Sei serio?" dico.
"Hai paura di cedere in tentazione" dice prendendo un pezzo della mia torta.
"Tentazione" rido, una risata nervosa.
"Io sono innamorata di Giulio" dico.
"Stai cercando di convincere me o te stessa" dice.
"Nathan è così, io ti parlo per educazione e per aiutarti con la piccola, ma nulla di più" ribatto.
"Lo vedo come mi guardi, mi mangi con gli occhi" dice con un sorrisetto malizioso.
"Io?" rido " o tu?" aggiungo.
"Io almeno ho il coraggio di ammetterlo" dice.

Mi sta facendo infuriare, come si permette di mettere in dubbio i miei sentimenti per Giulio.
Mi concentro a mangiare la torta, anche se mi è impossibile visto che ha lo sguardo puntato su di me.
"Che c'è?" chiedo.
"Vorrei essere al posto di quella forchetta, per assaporare le tue labbra" dice serio.

Sento un calore invadermi le guance, ti prego non voglio arrossire, sarebbe come dargli una soddisfazione.
"Che c'è ti imbarazzo Margot?" dice alzandosi e prendendo lo scontrino dal tavolo.
"Sblocca il mio numero, non te ne pentirai" dice per poi chinarsi e baciarmi una guancia.

Ma il destino è beffardo, hanno appena bussato alla porta e manco a farlo apposta mi ritrovo difronte Nathan.
Indossa una tuta, non l'avevo mai visto in tenuta sportiva, l'ho visto o semi nudo o in giacca e cravatta e devo ammettere mio malgrado che anche in tuta ha il suo fascino.

"Ciao" dico imbarazzata.
"Ciao" dice con un mezzo sorriso.
"Hai bisogno di qualcosa?" chiedo.
"Di te" dice.
Sgrano gli occhi.
"Era te che cercavo" si corregge accarezzandosi la fronte.
"Dimmi" dico impassibile.
"Questo è per te" dice porgendomi un pacchetto.
"Nathan io..." sto per dire ma mi blocca.
"Hai guardato la bimba, poi è Natale e Kylie mi ha detto che festeggi il tuo compleanno prima di Capodanno" dice tutto d'un fiato.
"Non dovevi" dico.
"Non dovrei tante cose" ribatte.
Non capisco cosa voglia dire, sto per scartare il regalo ma lui mi ferma.
"Aprilo al tuo compleanno" dice.
Inarco un sopracciglio, lo guardo perplessa.
Lui sorride.
"Buone feste" dice sporgendosi per baciarmi una guancia.
Si ferma ad un palmo dal mio viso.
"Mi destabilizzi" dice per poi andarsene e lasciarmi impalata alla porta.

THE QUIET AFTER THE STORM (2* parte di THE STORM)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora