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Il ritorno in Oakland è stato traumatico.

Mi manca Giulio e il ricordo dei giorni trascorsi con lui non bastano per colmare il vuoto causato dalla distanza. Abbiamo vissuto momenti unici e carichi d'intensitá, non ci siamo separati un attimo, abbiamo parlato tanto, ci siamo divertiti e abbiamo soddisfatto le nostre voglie.Eravamo così desiderosi l'uno dell'altra che abbiamo passato la maggior parte del tempo tra le lenzuola.
Un brivido percorre il mio corpo quando ripenso a quei momenti di passione.

Mi giro e mi rigiro nel letto cercando di dormire, ma i pensieri che affollano la mia mente non mi lasciano via di scampo e per di più sento il pianto incessante di un neonato.

Sto impazzendo!
Abitiamo in questo condominio da quasi tre mesi e non mi è parso che ci fossero donne incinte o tanto meno dei neonati.

Sono pazza è ufficiale.
Chiudo gli occhi e mi massaggio le tempie con i polpastrelli, quando un urlo squillante e dei singhiozzi riempiono di nuovo il silenzio della mia stanza.

Mi alzo di scatto in preda al panico, sono pazza mi ripeto. Apro la porta della mia stanza e trovo Kylie nel corridoio della casa.

"Hai sentito?" chiede impaurita.
"Allora l'hai sentito anche tu?" tiro un sospiro di sollievo non sono pazza, menomale.
Annuisce e si dirige verso la cucina dove le urla e i pianti rimbombano in maniera nitida.

Kylie appoggia l'orecchio al muro della cucina che confina con casa di Nathan. Mi fa segno che quelle urla provengono da casa di Nathan. Si stacca dal muro e si dirige verso la porta di casa.

"Dove vai?" chiedo.
"A dargli una mano, ho sonno e domani dobbiamo svegliarci presto per studiare" dice alzando le spalle.
"Vengo con te" dico.
"Andiamo" dice aprendo la porta.

Kylie bussa alla porta.
Ad aprirci è un Nathan distrutto, ha le occhiaie e i capelli arruffati che mi costa ammetterlo ma lo rendono ancora più sexy. Arrosisco e distolgo lo sguardo dalla sua figura quando mi accorgo che indossa solo i pantaloni del pigiama mentre il petto nudo mette in bella mostra gli addominali scolpiti.

"Scusatemi" sospira " ma non so come calmarla".
"Ti aiutiamo noi" dice Kylie in tono gentile.
Io non dico nulla mi limito ad entrare in casa e avvicinarmi alla culletta che c'è al centro del salotto.

Al suo interno c'è un esserino piccolissimo fasciato in una tutina tutta rosa, ha folti capelli neri e le labbra a cuoricino.
È bellissima, non ho mai visto una bimba così bella, d'altronde con quel padre non potevo aspettarmela diversamente.
La prendo tra le braccia e l' avvicino al mio petto cullandola lentamente, a poco a poco il pianto si attenua. La posiziono all'interno del mio braccio sinistro mentre con la mano destra le mantengo il ciucciotto sulle labbra.

"Sei bellissima piccolina" le sussurro mentre a poco a poco chiude quegli occhioni color miele.
Mi avvicino alla vetrata dalla quale filtrano i raggi della luna e la cullo dolcemente fino a che non chiude del tutto gli occhietti.

Kylie è seduta sul divano con Nathan che mi osserva estasiato. Sento il suo sguardo bruciarmi addosso.

Solo ora mi ricordo di essere in pigiama e in pantofole, cavolo che imbarazzo soprattutto per le mie pittoresche pantofole a forma di orsetto.
Stanno parlando, ma non riesco a capire.
Mi avvicino di poco per cercare di riuscire a sentire cosa si dicono.

"Non sapevo avessi una figlia" dice Kylie.
"È mia nipote" afferma Nathan.

Si sua nipote, poco ci credo, lo dice solo per non perdere il suo fascino ai nostri occhi.

"Come si chiama?" chiede Kylie.
"Carol, è la figlia della mia sorellastra che ha ben deciso di mollarmela qui per andare in vacanza con uno dei suoi tanti ragazzi" sbuffa frustrato sprofondando sul divano.
"Devo cercarmi una baby sitter" aggiunge.

THE QUIET AFTER THE STORM (2* parte di THE STORM)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora