Terapia cap 8

2K 29 6
                                    

Alice
Sono a casa con la mano in fronte, esausta. Questi attacchi di panico mi stanno uccidendo, mi lasciano distrutta e tanta ansia. Io vado solo in istituto, non vado neanche a fare la spesa, va Cordelia e Lara ogni tanto. Non so pertanto se mi vengono anche vedendo altre scale. Per ora non ho voglia di provarci. Cordelia si avvicina e mi dice "Alice secondo me dovresti parlare con uno psichiatra per un aiuto da un professionista, sarebbe meglio! "
"Non lo so, tu dici?"
Si avvicina anche Lara "secondo me lei ha ragione, noi più di tanto non possiamo fare e abbiamo visto che col tempo non rallentano, anzi oggi è stato ancora più violento. Non so se perché hai visto Claudio durante la lezione".
"Alice io conosco uno bravissimo, che mi ha aiutato tanto, si sono andata in terapia! La prima volta quando i miei si sono separati....poi col tempo ogni tanto e di nuovo quando papà ha conosciuto Ludovica e se l'è sposata! Non te ne ho parlato perché mi vergognavo, già ero considerata l'amica pazza. Mi ha aiutato a capire e un po' a risolvere i miei problemi riconducibili a mio padre. Ho cercato in ogni uomo la figura paterna fino a Nina. Pensando che con una donna non avrei sofferto, invece anche questa storia è andata male" dice Cordelia.
Io sono a bocca aperta, Cordelia non si era mai aperta tanto con noi. Ma ha ragione, forse solo un professionista può aiutarmi.
"Va bene Cordelia, prendi tu un appuntamento per me? "
"Ok, gli chiedo il prima possibile d'accordo?"
Io assentisco e l'abbraccio forte.
Claudio
Prendo il solito bicchiere di whisky e mi siedo sul divano pensando ad Alice. Da quando é rientrata in istituto mi evita e me l'aspettavo. Anche oggi durante la lezione si è seduta dietro, lei che si sedeva sempre avanti per non perdere una virgola. Da quando mi sono recato a casa sua, chiedo ragguagli a Lara su di lei, tanto ormai ha saputo di noi. Non ha detto a nessuno per tutelarli. Parlando con lei le ho chiesto come mai Alice stava scendendo le scale, dov'era stata? E lei mi ha raccontata che Andrea l'aveva mandata a chiamare e doveva aspettare in biblioteca dove ci ha visti. Non ci posso pensare che Andrea abbia architettato questa trappola, perché oramai è evidente ciò che ha fatto. È tutta colpa sua se Alice è caduta, è ovviamente anche mia che le ho dato retta. Ieri però gliel ho detto che amo Alice e non potrò mai stare con lei per quello che ha fatto, anche se non ritornerò con Alice. Andrea era spaventata e so che spera che io cambi idea, ma non succederà. Non mi ha rimosso dall'incarico, anzi mi tiene ancora di più in considerazione. Mi ha dato altri incarichi togliendomi i sopralluoghi, affidandoli ad un altro. Mi adula sperando che col tempo io cambi idea. Io spero solo che Alice mi perdoni. Io per ora l'ho lasciata tranquilla, non le ho parlato più dall' ultima volta a casa sua. Ma che sto dicendo? Ma che mi racconto? Sono un vigliacco, ecco la verità. Ho paura! Paura fi rivedere l'odio nei suoi occhi, di sentire vomitarmi addosso le sue parole orribili....... ma ha ragione sono un uomo orribile! Non le ho saputo dimostrare il mio amore quando era il momento. Come può fidarsi di nuovo di me? L'ho ingannata per ciò che credevo di volere, non una promozione, ma il potere...... carta bianca! Ma ora che ce l'ho, vorrei tornare indietro. Ma non si può! forse io e Alice non eravamo destinati a stare insieme, io non la merito, non sono capace di amarla come lei merita. Spero solo che un giorno non mi odi più e che mi perdoni. Io sarò qui ad aspettarla.
Alice
Oggi dopo il lavoro, Cordelia mi accompagna dallo psicologo, psichiatra, non so come si chiama. Sono un po' tesa, ma lei mi ha detto che non mi devo preoccupare. Domani torna finalmente Silvia, non vedo l'ora di riabbracciarla. Di parlare con lei e di farmi raccontare le novità. Chissà se ha conosciuto qualcuno. Al telefono abbiamo parlato solo di me. Volevo parlare con la Wally per il cambio del tutor, non ci penso proprio di andare dalla suprema! Però si è stabilita in biblioteca per un lavoro e pertanto non sono salita. Già mi bastano due volte al giorno. Ora mi avvio ad uscire abbarbicata a Lara, con Paolone affianco. Sono momenti terribili che non mi lasciano scampo. Nel parcheggio compare Cordelia e sorridente mi accompagna allo studio dello psichiatra e naturalmente aspetta fuori.
Lui m'invita con calma a raccontare questi attacchi di panico come e quando avvengono, oltre l'intensità. Quando racconto subito comprende che le scale riportano al trauma della perdita del bambino, non tanto della caduta in sé. Importante, anzi fondamentale è il mio rapporto con Claudio ed il suo relativo tradimento. Anche se non so se è stato o sta con la suprema, non m'interessa. Pertanto per eliminare gli attacchi di panico devo elaborare il lutto e risolvere la situazione con Claudio. Io per il momento non voglio parlare con Claudio.
L'importante per ora è parlarne con lui sviscerando tutte le mie emozioni. Poi mi insegna delle tecniche e strategie per gestire gli attacchi di panico. Esco ed abbraccio Cordelia, è stata dura, ma è servito, mi sono sfogata.
Il giorno dopo sono meno in ansia nel pensiero di quelle scale, però il pensiero di Claudio mi terrorizza. Anche questa notte ho avuto un incubo che finiva nello stesso modo, mi lanciava da un dirupo. Io sprofondavo, mentre lo sentivo ridere. Non posso farmi influenzare così da un sogno. Davanti alle scale, si ripete l'attacco e io non riesco a fare niente, c'è il vuoto davanti a me.....e vedo il sangue su quelle scale! Mi copro gli occhi ma lo vedo sempre! Mi sento volare, ma è Paolone che mi prende in braccio e mi porta in bagno, come al solito, per un po' d'acqua fresca.
Lo psichiatra mi ha detto di ricordare i bei momenti con Claudio, ma non ci riesco. Ho in mente solo l'ultima immagine in mente, quella con lui e la Manes che si baciano. Mi concentro sul lavoro, devo portarlo alla Wally, voglio che sia perfetto. Anche perché dopo devo fargli la richiesta del cambio tutor. Poi ritrovo il sorriso pensando che stasera rivedrò Silvia. Viene Lara dal laboratorio e dice che la Wally è fuori per una ricerca, perciò posso fare con calma. Riesco a vivere questa giornata con tranquillità, ma quando arriva il momento di andare via mi riassale l'ansia. Ho voglia di buttarmi giù e rotolare per i gradini della scala, per vedere se risolvo la situazione. Paolone, prova con un'altra strategia: mi prende in braccio e corre sulle scale fino a giù. Io chiudo gli occhi, col viso rivolto al suo petto e braccia al collo. Esperimento riuscito! Come mai non ci avevamo pensato prima! Bravo Paolone! Domani ho l'appuntamento con lo psichiatra e gli riferisco quello che è successo. A casa aspetto l'arrivo di Silvia con trepidazione, non è trascorso mai tanto tempo che non ci siamo viste. Ma questo master a Milano è importante! Quando arriva ci abbracciamo forte e naturalmente parliamo prima di me, dei miei problemi e poi passiamo a lei. Il master è interessante, come le persone che ci sono, ma nessuno d'interessante al punto da frequentarlo. Qualche avventura, ma niente di che. La solita Silvia, insomma. Arriva per l'occasione anche Paolone col dolce preparato da lui. È stata proprio una bella e divertente serata dopo tanto tempo, con tante risate!

allieva 3 La Manes scombinatutto Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora