Capitolo 54.

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Ciao Alida,
non ho bisogno di dirti chi sono,
perché capirai subito da sola.
Io e te siamo sempre state la forza
l'una dell'altra.
Tu sei sempre stata la mia bambina e
questo non lo dimenticherò mai.
So che pensi che io non ti voglio più bene,
ma non è così,tu sei mia figlia.
Tu e tuo fratello,siete la ragione per cui
non sono crollata,per cui sono andata
avanti.
Con oggi sono diciassette anni che la
mia vita è al completo,servivi tu.
Mi ricordo il primo giorno che ti ho
vista,eri così piccola ed innocente,
mi guardavi con i tuoi grandi occhietti e
sorridevi alle facce buffe che facevo
per non farti piangere.
Tu rimarrai sempre la bambina della mia
vita,nonostante tutto questo.
Io ti amo e questo lo sai bene,voglio solo
che tu non te lo dimentichi mai.
Mi manchi,ma ci vediamo presto.
Te lo prometto.
Auguri piccoletta,ti voglio bene.
                                             La tua mamma.

Mi scende una lacrima,o forse due.
In realtà,sono una fontana di lacrime in questo momento.
Mi fa tanto male poterla sentire attraverso una lettera,avrei sperato che venisse qui ad abbracciarmi,piuttosto che mandarmi gli auguri così,ma va bene comunque.
Fortunatamente sono una ragazza che riesce ad accontentarsi anche del minimo.

In questo momento,avrei bisogno di un suo abbraccio.
Mi mancano le sue forti strette,quando le dicevo che avevo freddo.
In realtà non era vero,erano solo delle scuse per sentirla sempre più vicina a me.

Quando qualche anno fa,quando sono venuta a conoscenza della sua malattia,il mio mondo è crollato,così come la mia felicità.
Pensavo l'avrei persa,servivano tanti soldi per le medicine e forse questa strada qualcosa di buono me l'ha data,ha salvato mia madre,anche se l'ha distrutta psicologicamente,togliendole me.

Un rumore metallico distrae i miei pensieri.
Vedo Carmine intendo ad entrare nella cella ed io vado ad aprirgli le sbarre.

"Ti è piaciuto il regalo?" mi sorride.

"In realtà volevo aprirlo con te" dico indicando la busta ancora chiusa.

"Come sta Nina?" dico andando a prendere la busta leggerissima.

"Bene,adesso apri" mi incita lui,sembra agitato.

Apro la busta e dentro vedo un bavaglino con i bordi rosa.
Lo guardo interrogativa e lui con la testa mi incita a prendere il bavaglino in mano ed è quello che faccio.

Lo estraggo dalla busta e vedo una scritta sopra.
Alida.

"Guarda che non mi sporco quando mangio" rido io e lui scuote la testa ridendo insieme a me.

""Ci stai così tanto a capire le cose tu?" mi chiede.

"Ma cosa dovrei capire?" sembro cascata dalle nuvole.

"Il nome che c'è scritto in quel bavaglino,sarà il nome di mia figlia" mi dice lui sorridendomi e mi spiazza con questa frase.

Rimango a bocca aperta,non so che dire,sono bloccata,come se avessi appena visto un alieno.
Un vortice di emozioni mi invade.

"Il mio nome?" chiedo in sussurro e lui annuisce.

Corro ad abbracciarlo e lo stringo forte,mi ha dato un'emozione stupenda.
Lui e Nina,vogliono chiamare loro figlia col mio nome..sono ancora incredula.

"Tu ormai sei un elemento fondamentale nella nostra vita e vorrei lo fossi anche nella vita della bambina" dice lui senza staccare l'abbraccio.

"Io ti prometto che appena uscirò,ci sarò io con loro,non le lascio sole" lui al suono di questa frase,mi stringe più forte.
Adoro l'amicizia che si è instaurata con lui e con Nina,sono delle persone fantastiche e mi ha fatto un regalo bellissimo.

"Devo andare" si stacca leggermente ed io lo saluto.

Prendo il bavaglino fra le mani e lo guardo sorridendo.
Lo piego delicatamente e lo poso nel cassetto del mio comodino,uscendo dalla cella per andare in cortile con tutti.

Vado in cortile,ma prima che possa entrare nel campo,una mano mi tira dal polso,trascinandomi al muretto.

"Ciao anche a te" scherzo ad Edoardo e lui mi bacia.

Stringe forte la mia vita ed io sorrido sulle sue labbra e lui,non perde tempo ad infilarci la lingua.

Mi bacia con passione,come se non ci vedessimo da mesi ed io amo questa cosa.
Mi vuole come la prima volta e sarà sempre così,come io vorrò per sempre lui,è tutto per me,è la parte fondamentale della mia vita.

"Posso chiederti una cosa?" dico staccandomi e lui annuisce,lasciandomi un altro bacio a stampo.

"Conosci qualche lavoro per me?" gli chiedo sperando mi dia una buona notizia,ma so già la risposta.

"Alida ti ho detto come stanno le cose,se vuoi tenerlo in considerazione bene,sennò scordati che io ti aiuti a trovare un lavoro" mi dice lui staccando le mani dai miei fianchi.

"Ma perché?Cosa ti costa?" dico esausta.

"Alida,ascoltami. Tu sei una ragazza ancora,devi andare a scuola e fare le cose che fanno tutte le ragazze della tua età,apparte andare in discoteca,ovviamente"sbuffo in una risata e lui continua il discorso.

"Non voglio che tu vada a lavorare" mi accarezza il viso.

"Ne ho bisogno Edoardo,mia mamma sta male,come faccio a pagarle le medicine?" gli chiedo e il suo visto si addolcisce.

"Prendi i miei soldi,ti prego.È una bella somma,ti basteranno,poi io esco e mi occupo di tutto,devi stare tranquilla" scuoto la testa.

Non prenderò mai quei soldi,non ho nemmeno guardato l'indirizzo che c'era scritto.
Non voglio approfittarmi di lui,avrà fatto dei sacrifici per quei soldi che si ritroverà quando uscirà,non voglio nemmeno guardarli.

"No,non mi convincerai,se non mi aiuti tu,me ne cerco uno da sola" faccio per andarmene ma la sua mano mi blocca il polso.

"Va bene. Un mio amico ha una figlia,ha bisogno di una babysitter quando va a lavorare,non sa a chi lasciarla,sua moglie lavora pure in un ospedale.
Gli dirò di venire a lasciare da te la bambina,paga bene" mi dice guardandomi ed io gli sorrido.

"Ma entro sei mesi se ne troverà sicuramente un'altra" dico io.

"E che me ne frega,la faccio licenziare" dice facendo le spallucce,come se fosse una cosa normale.

"Sei sempre il solito" scuoto la testa ridacchiando.

"Figlia di puttana!" sento urlare alle mie spalle e mi giro di scatto.

"Cosa cazzo vuoi?" ringhia Edoardo.

"Non esci viva da qua dentro"

Piccoli delinquenti//E.C.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora