Edoardo's pov.
"Hai novità?" chiedo a Giulio,mentre lui sospira dall'altra parte del telefono.
"Muoviti,dimmi che cazzo è successo" mi sto innervosendo.
"Senti,te lo dico. Però non fare cazzate" dice preoccupato lui.
"Non mi fare incazzare,parla" ho l'ansia a mille.
"Alida è in ospedale" si limita a dire,mentre il mio cuore perde un battito.
"Che vuol dire che Alida è in ospedale" dico appoggiandomi con le spalle al muro.
La preoccupazione arriva fin dentro le vene e se non ho la certezza che sta bene,faccio succedere un casino qua dentro.
"Ero avanti casa di Salvatore Ricci,c'è andata la polizia e poi ho sentito uno sparo" dice con voce strozzata.
Il telefono mi scivola dalle mani e mi lascio cadere a terra,mentre cerco di fare respiri profondi.
Le hanno sparato.
Sento la voce di Giulio chiamarmi preoccupato dall'altro lato del telefono,ma non gli do retta.
Non m'importa di nessuno se non di lei e l'idea che si trovi in una camera d'ospedale,mi fa stare di merda."Edoà,è tutto apposto?" sento la voce di Lino alle mie spalle e velocemente,prendo il telefono da terra,mettendolo in tasca dopo aver chiudo la chiamata.
"Portami in ospedale!" dico alzandomi di scatto.
"Perché?Stai male?" chiede inarcando un sopracciglio.
"Alida" rispondo semplicemente e lui capisce.
"Edoardo,mi dispiace tanto,ma non posso" dice in modo più calmo possibile,per non farmi incazzare.
Missione fallita."Ti ho detto di portarmi immediatamente in ospedale!" urlo,prendendolo dal colletto della camicia,per sbatterlo violentemente contro il muro.
"In che ospedale devo portarti?" chiede impaurito lui.
"Ce li gireremo tutti,fin quando non la troveremo" dico uscendo dalla cella,seguito da lui.
"Alida Jones è qui?" chiedo ad un infermiera del quinto ospedale in cui sono stato.
"Mh,aspetti che controllo" dice lei,scrivendo qualcosa al computer.
"Veloce!" ringhio io,ricevendo un'occhiataccia da Lino.
"Sì,è qui,ma non potete vederla" dice dispiaciuta.
"Dov'è la sua stanza" dico cercando di non perdere la pazienza.
"Non posso dirgl-.." cerca di dire.
"Dove cazzo è la sua stanza!" urlo facendo girare tutti verso di me,ma non m'importa.
"Infondo a desta ci sono delle scale.
La sua stanza è la terza al secondo piano" non le dico niente,che subito percorro i corridoi di quell'ospedale.Appena arrivo avanti alla porta,faccio segno a Lino di aspettare e dopo aver fatto un profondo respiro,entro in quella camera,trovandola stesa sul letto,attaccata a dei macchinari.
Mi scende involontariamente una lacrima.
Avrei preferito che fosse successa a me una cosa del genere,non a lei.
Lei non lo merita."Cosa ci fa lei qui?Deve uscire!" dice un medico,venendomi da dietro.
Mi giro verso di lui e lo sguardo male,andandogli vicino.
"Levati dai coglioni!" gli ringhio contro.
"Se non esce di qui,sarò costretto a chiamare i rinforzi" mi dice freddo.
"Se invece tu non ti levi dalle palle,ti ammazzo con le mie mani" dico mettendogli le mani alla gola.
"La faccio stare poco" dice.
"Cosa le è successo?" gli chiedo,staccandogli le mani dalla gola,ma solo per avvicinarmi al suo corpo addormentato,per poter toccarla.
"Le hanno sparato alla testa,è un miracolo che sia ancora viva" il mio cuore perde un battito e le mie lacrime scendono infinite dalle mie guance.
Non posso crederci."Quando si sveglierà?"chiedo con la voce spezzata dal pianto,guardando la mia bimba.
"Non lo sappiamo,è in coma" dice ed io mi giro di scatto verso di lui.
"Cosa cazzo vuol dire che è in coma!" urlo disperato.
Non può essere vero,io non posso perderla.
"È già un miracolo che non sia morta" aggiunge.
"Non dire quella parola!" dico spingendolo.
"Mi dispiace" sussurra abbassando lo sguardo.
"Sopravviverà,no?" dico senza mai smetterla di guardarla.
È bellissima,fottutamente bella."Ci sono poche possibilità" dice mettendomi una mano sulla spalla,ma io lo scanso violentemente.
"Esci da questa stanza" gli ordino e lui se ne va.
Mi avvicino al corpicino della mia ragazza e le prendo delicatamente la mano,baciandola.
"Non mi lasciare ti prego" dico singhiozzando.
Le accarezzo delicatamente la guancia e la guardo con amore.
Lei è la donna della mia vita,non me la porterà via nessuno,nessuno."Tu non mi lascerai,abbiamo tante cose da fare insieme" dico continuando a piangere.
Sento bussare alla porta e mi giro di scatto,notando la figura di Lino che ci guarda con le lacrime agli occhi.
"Dobbiamo andare,mi dispiace" dice lui e l'ascolto.
Non sono in vena di obbiettare."Ti amo" sussurro,lasciandole un lungo bacio sulle labbra,che mi sono mancate da morire.
Esco da quella stanza con gli occhi pesanti e guardo Lino che piange silenziosamente,insieme a me.
Lui mi abbraccia all'improvviso ed io,mi lascio andare,stringendolo.
Non sono mai stato con nessuno così.
Non ho mai abbracciato nessuno,nemmeno quando tutto stava crollando.Ho sempre tenuto tutto per me,ma lei mi rende debole,è diverso.Non so cosa mi ha fatto,com'è potuto accadere,cosa mi abbia fatto questa ragazza per farmi provare questo.
Non ne ho idea,eppure ora mi ritrovo tra le braccia di una stupida guardia.
Ho bisogno si consolazione,anche se nessuno sarebbe in grado di farlo.In questo momento,voglio solo lei.
Voglio stringerla forte,baciarla e farci l'amore.Io non voglio che lei muoia,non voglio.
"Lino" lo chiamo,mentre guida verso l'IPM.
"Dimmi" risponde lui.
"Devi scoprire chi è stato a spararle" dico,guardando il vuoto.
"Edoardo,è già in carcere. C'era la polizia d'avanti quando è successo" dice lui ed io alzo lo sguardo di scatto.
"È stato Salvatore Ricci o suo figlio maggiore?" chiedo.
Giuro che se lo scopro,l'ammazzo."Questo non lo so,l'importante è che marcisca i galera" dice guidando per le strade di Napoli.
"Tu lo scoprirai e poi,me lo dirai,hai capito?!" gli ringhio contro e lui annuisce.
"Bene".
Chiunque tu sia stato,sei già un uomo morto.
Nessuno tocca la mia ragazza.