Capitolo 26.

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Sono passati due giorni dalla sera in cui Carmine è uscito dall'isolamento e credo che al suo posto,ci sia finito Ciro,dato che non si vede in giro da quando la direttrice non gli abbia ordinato di seguirlo nel suo ufficio.

Filippo giorno dopo giorno,trema dalla paura,ma,ha solo fatto la cosa giusta,una cosa che andava fatta.

"Alida,dalla direttrice" Liz fa il suo ingresso dell'aula di arte e,dopo essermi lavata le mani,sporche di argilla,la seguo verso l'ufficio della direttrice.
"Sai cos'è successo?" non conosco il motivo per cui mi abbia chiamata.
"No,non lo so. Mi ha detto solo che doveva parlarti" dice guardando di fronte a se.

"Permesso?" dico aprendo la porta dell'ufficio,dopo aver bussato.
"Certo,accomodati" dice indicandomi la solita sedia,di fronte alla sua scrivania.
"Ci sono delle notizie,abbiamo chiamato ai numeri che ci hai fornito. Abbiamo solo rintracciato la posizione di Claudia Orefice,si trova a Milano,non sappiamo ancora per certi in che zona" già è qualcosa,anche se non molto
"E cosa mi dice di Lidia?" devono finire in galera entrambe.
"Il suo numero è irraggiungibile" avrà cambiato scheda,la stronza.
Lei è un po' più furba di Claudia.

"Allora?che ti ha detto la direttrice?" dice Nad,venendomi incontro nel cortile.
"Nulla di preoccupante" taglio corto il discorso,senza entrare nel dettaglio.
Non dirò a nessuno di quelle due,fin quando non marciranno qui dentro.

Entriamo nel campo,quando vedo che il suo sguardo,si posa sul campo maschile,guardando fisso un punto.
"Feeling col chiattillo?" dico prendendola in giro,dandole una gomitata.
"Ora lo chiami pure tu così?" dice ridacchiando ed io noto,che i suoi sguardi,sono ben ricambiati.
"Un po' lo è davvero,ma non mi piace che gli altri lo facciano per prenderlo in giro." ammetto sincera,non merita di essere deriso così,infondo è solo un bravo ragazzo,il loro esatto contrario.
"E comunque non hai risposto alla mia domanda" dico ricevendo uno spintone giocoso.
"Non so neanche che vuol dire,la parola 'feeling',pensa tu" dice ridacchiando,mi trovo davvero bene con lei.
"È una sorta di sintonia che si instaura con una persona" cerco di spiegarle il significato in modo semplice
"Allora c'è tutto,tranne che quello" dice provocandomi una risata.
"Io invece penso che tu gli piaccia" ed è vero,la guarda in modo dolce.
"Io invece penso che a te piaccia quel cretino lì" dice indicando Edoardo con la testa.
"Ci risiamo,ti ho già detto che non mi piace" sono stufa di tutto ciò.
"Alida,si vede che un minimo di interesse lo provi,non negarlo a te stessa" indica il mio cuore e forse non ha tutti i torti,ma non posso farlo entrare ancora di più nella mia testa,mi farei solo del male.

Lei mi manda un bacio volante mentre va a giocare a pallavolo,mentre io,al solito,rimango in panchina.
Piace anche a me,giocare,ma con quei due occhi verdi che mi fissano,sarebbe impossibile riuscire a fare un solo punto.
Lui mi deconcentra,anche senza fare nulla,riesce a farlo solo con la sua presenza e vorrei avere anch'io questo potere,su di lui.

"Liz,vado un attimo al bagno" lei annuisce senza aggiungere altro,si fida di me,quindi non mi accompagna.
Esco dal campo per dirigermi verso il bagno,ma una mano pesante e tutt'altro che delicata mi strattona dal braccio.
"Quanto sei bella" non lascia la presa dal braccio,anzi,va ad aumentare.
"Lasciami subito!" gli ringhio in faccia,ma non sembra voglia ascoltarmi.
"Non ci penso neanche" dice leccandosi le labbra,che scena disgustosa.
"Ho detto lasciami,mi fai male" il ragazzo continua a stringere,non ho mai visto il suo volto e avrei voluto continuare a non vederlo.
Lui si avvicina pericolosamente a me,mentre il cerco di staccarlo senza ottenere nessun risultato.

"C'è qualche problema qui?" chiede una voce profonda,alle mie spalle.
"Conte?" dice il ragazzo allentando la presa sul mio braccio.
"Mollala subito" ringhia contro di lui e il ragazzo fa come gli ha detto Edoardo.
Io vado verso di lui che si mette subito avanti a me,come scudo.
"Cosa stavi pensando di fare?" gli chiede Edoardo,senza allontanarsi da me.
"Calmati dai,volevo solo divertirmi un po' " dice una cosa,che non avrebbe dovuto dire,causando una reazione inaspettata dal ragazzo con gli occhi verdi,che lo riempie di pugni.
"La prossima volta,divertiti con un'altra" dice dandogli un calcio,prima di prendermi dal polso e tirarmi lontana da quel ragazzo.

"Perché eri lì?" è freddo e non mi guarda neanche in faccia.
"Stavo andando in bagno" rispondo alla sua domanda,solo perché non ho più voglia di litigarci.
"Sola?" sta volta mi guarda negli occhi,sono spenti,quasi tristi.
"Non ho bisogno della compagnia",rispondo fredda.
"Non hai bisogno della compagnia,però se non ti avessi seguita chissà cosa ti sarebbe accaduto!" mi urla in faccia,lo fa sempre.
"E perché mi hai seguita?" inarco un sopracciglio,incrociando le braccia al petto.
"Volevo riprendere il discorso della scorsa volta" abbassa la voce e spero che non anzi più il tono.
"Il discorso della scorsa volta,si è chiuso lì" dico distogliendo lo sguardo da quei maledetti occhi spettacolari.
"E qui si riapre" fa sempre di testa sua,anche se non voglio ascoltarlo.
"Non volevo dire quello che ho detto" dice tutto d'un fiato,senza darmi neanche il tempo di dirgli che oggi,non avevo voglia di parlarne.
"Però lo hai detto e se è quello che pensi,va bene così" mi fa male dire una cosa del genere.
Non mi è mai importato del parere degli altri,ma sapere che lui pensa questo di me,mi trafigge il cuore.
"No che non lo penso.Non ho mai pensato che tu sia una facile" cerca di giustificarsi,ma non basta.
"E allora cosa volevi farmi capire con quella frase?" arrivo dritta al punto,senza giri di parole.
"Che per me,non sei mai stata una delle tante" una risata amara lascia le mie labbra,inutile dire che non gli credo.
"Se lo fossi,non sarei qui a giustificarmi con te" continua.
Una parte di me vorrebbe credergli,ma l'altra,sa di non conoscerlo fino in fondo e sa,che potrebbe fare una delle sue solite cazzate.
"Allora perché sei qui?" voglio risposte,non le solite frasi.
"Cosa?" non capisce la mia domanda ed io la formulo meglio: "Non sono come le altre?va bene. Perché sei qui allora? Se per te non sono una troia,allora cosa sono?" gli sto davvero chiedendo cosa sono per lui,perché ci tengo davvero a saperlo.
"Io non lo so,va bene?" come immaginavo.
"Stammi lontana" deve uscire dalla mia vita.
"Non ci riesco,ed è questa la cosa che mi fa impazzire. Ci provo,ci provo tutti i giorni,ma non riesco a non pensare a te. Non mi è mai capitato con nessuna,mai e questa cosa mi fa letteralmente andare fuori di testa" non so che dire,non riesco a proferire parola,vorrei solo fosse tutto più facile.
"Non riesco a guardarti in faccia,sapendo che te le sei scopate tutte" non mi piacciono i ragazzi così,che si divertono con una ragazza e poi la buttano via,potrebbero farlo anche con me ed io ci starei malissimo.
"Erano ragazze che volevano solo quello anche loro" questo non lo giustifica,come fa la gente a concepire il proprio corpo ad una persona per cui non prova sentimenti.
"Io non riuscirei ad andare con chiunque" ammetto sincera.
"Lo so,tu sei diversa" dice questa frase guardandomi intensamente negli occhi,facendo scatenare uno zoo nel mio stomaco.
"Ecco perché mi fa impazzire l'idea di essere stato l'unico ad averti baciata" si avvicina a me,sussurrando quella frase.
"Ah sì?" lo provoco,ci provo a stargli lontano,ma qualcosa dentro,me lo impedisce.
Mette le mani sui miei fianchi,lasciando una scia di brividi su tutto il mio corpo.
"Mi piace farti quest'effetto" dice sorridendo e le mie guance si colorano di rosso.
"Ed io che effetto ti faccio?" dico guardando le sue labbra che lui avvicina insistentemente alle mie,senza mai toccarle.
Si avvicina ancora di più,premendo la sua erezione sulla mia coscia ed io avvampo dentro.
"Questa reazione".

Angolo autrice
Salve a tutti,spero che la storia vi stia piacendo,siamo solo all'inizio❤️

Piccoli delinquenti//E.C.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora