Capitolo 11.

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Il professore mi ha chiesto gentilmente di sfilarmi la giacca di dosso e ormai,dato che tutti sapevano tutto,non ho perso tempo a farlo. Dopo essersi assicurato che Nad avesse detto la verità,mi ha mandata dalla direttrice per parlarle dell'accaduto e quando sono uscita dalla classe,ho visto Edoardo seduto a terra con il pugno serrato pieno di sangue,ma senza dirgli nulla sono andata dalla direttrice,il mio scopo,adesso,è solo ignorarlo.

Sono avanti all'ufficio della direttrice da venti minuti,ma di lei,nessuna traccia.Il professore mi ha detto che l'avrei trovata qui,ma evidentemente non è ancora arrivata.

Vedere Edoardo in quelle condizioni è stato doloroso,soprattuto se la causa sono io.
Non capisco il motivo per cui gli faccia quest'effetto,ma non può continuare a rovinarsi la vita qui dentro,solo per me. Io non sono nessuno e lui me l'ha pure detto esplicitamente. Per lui sono solo una bambina viziata,ecco cosa. Non pensavo fosse così difficile affrontare una cose del genere.

"Ei,Alida che ci fai qui a quest'ora della mattina?" dice la direttrice sfilandosi il giubbotto di dosso,mentre apre la porta e mi fa segno di accomodarmi in ufficio.
Lei si siede di fronte a me e appena vede la fasciatura insanguinata nel braccio,sbianca completamente "Volevo parlare con lei" i suoi occhi passano dal mio volto alla fasciatura per almeno trenta secondi ed io decido di parlare "Premetto che sono venuta qui sotto ordine del professore e perché l'infermiera gliene avrebbe parlato oggi,quindi le racconto l'accaduto prima che potesse chiedermelo. Mi sono messa contro la persona sbagliata e ha deciso di vendicarsi con un piccolo coltellino,tutto qua" dico svogliata,non ho mai avuto l'intenzione di fare la vittima e se nessuno se ne fosse accorto,non sarei neanche andata in infermeria,mi sono stancata di tutti questi problemi "Ciro Ricci?" chiede alzando un sopracciglio "Non c'è voluto molto a capirlo" lei si mette una mano nei capelli "È incorreggibile" sussurra a se stessa "Adesso mi crede?" lei alza lo sguardo,non sa di cosa io stia parlando "Le chiavi" io non dimentico,e lei lo sa "Oh,scusami Alida,ho reagito d'impulso,per scusarmi voglio darti l'opportunità di andare da tua madre,due giorni" rimango a bocca aperta,non credo alle mie orecchie "Dice sul serio?" lei annuisce ed io non posso essere più felice di così.

Se lo avessi saputo,mi sarei fatta accoltellare prima.

La ringrazio in tutte le lingue del mondo e corro in cella a prendere la mia roba. Mi dispiace non salutare le altre,ma per il momento sono tutte a lezione,tanto le rivedrò tra due giorni,per il momento ho solo bisogno di rivedere mia madre. Indosso la giacca,non ho intenzione di farle vedere il taglio,sennò non starebbe tranquilla se venisse a sapere che mi sono messa contro il più stronzo del carcere.

Sono fuori dal cancello,corro per le strade di Napoli,aspettavo questo momento da ormai un mese intero. La libertà,l'odore della libertà dopo essere stata chiusa in gabbia era la cosa di cui avevo bisogno.
Arrivo a casa,sono avanti la porta ma non riesco a prendere il coraggio per suonare il campanello. Le parole che mi ha detto mia mamma l'ultima volta che ci siamo sentite non sono state delle migliori,ecco cosa mi ferma.
Ma ormai sono qui,devo vederla,mi manca da morire. Busso alla porta con fare deciso,devo parlarle,ha bisogno di chiarimenti.

Apre la porta e per poco non cade a terra,la prendo dal braccio e la tiro su evitando di farla cadere,è bianca in viso ed io entro in casa con lei sotto braccio e la faccio sedere.
Torno a da lei dopo essere andata a prenderle un bicchiere d'acqua che accetta senza dire nulla,lo finisce in un sorso e poi mi guarda "Cosa ci fai qui?" il suo tono è freddo e cupo,non è mai stata così con me "Ho avuto due giorni di permesso" caccia una risata amara con le lacrime agli occhi "Mia figlia che riceve un permesso da un carcere minorile?Fai davvero?" non riesce ad accettarlo ma io l'ho fatto per lei,non lo capirà mai questo "Mamma io dovevo portarti avanti" dico sedermi vicino a lei "Non spettava a te Alida!" mi urla contro "Non capirai mai,mai!" dico alzandomi e urlare a mia volta "Alida non ti riconosco,tu non sei mia figlia" diventa rossa in viso e si tiene la testa con le mani "Non fare sforzi" le dico fredda,è comunque mia madre ed io mi preoccupo per lei,è molto malata e questo non riesce a capirlo. Ha bisogno di stare a riposo,ma è quello che fa di meno nelle sue giornate.

Sento malinconia nel mio cuore,sembra tutto perfetto,tutto uguale a prima,ho mia mamma con la sua lunga coda di cavallo castana accanto,io che le dico di non fare sforzi e lei che non mi da retta,ma niente è ormai perfetto come prima e non lo sarà mai più.

Vado in camera mia,è tutto come l'avevo lasciato io,non cambia di una virgola. Ci sono ancora dei vestiti che avevo lasciato a terra per la fretta.
Dal mio volto scende una lacrima,non avrei immaginato questo per il mio futuro.
Voglio tornare bambina dove pensavo che tutto fosse perfetto e che i problemi della vita fossero altri,cose banali,cose dei bambini.

Vado a stendermi sul mio letto,è una bellissima sensazione tornare ad appoggiare le spalle su qualcosa di comodo dopo il materasso dell'IPM.
Chiudo gli occhi e pian piano cado in un sonno profondo.

Apro pian piano gli occhi e mi guardo intorno. Guardo l'orologio appeno alla parete che segna le cinque del pomeriggio,ho dormito tantissimo,avevo troppo sonno da recuperare. Fra mezz'ora tutti i ragazzi andranno a giocare in cortile.
Non so perché negli unici giorni in cui posso non pensare al carcere,mi vengano in mente queste cose,forse è solo diventata la mia routine.
Apro il mio comodino e finalmente dopo tanto tempo accendo il mio cellulare.Lo metto a caricare e scendo in cucina a mangiare,ho fame dato che non ho pranzato.
Trovo sul tavolo un piatto di pasta con un bigliettino accanto Sono da Sarah,sbuffo perché le sue abitudini non sono cambiate,lei dovrebbe stare a letto.

Prendo il mio cellulare dopo aver finito di mangiare e trovo tantissimi messaggi non letti.
Un gruppo in particolare cattura la mia attenzione ed io apro la chat.
Sono appena arrivata,vi aspetto.Questo era l'ultimo messaggio e forse,mi è venuta un'idea geniale. Memorizzo in testa i numeri delle due ragazze che in questo momento odio più al mondo e li ripeto per tutto il giorno per non dimenticarli.
Lidia,Claudia,la guerra è appena iniziata.

Angolo autrice.
Ciao a tutti,siete curiosi di sapere chi sono Lidia e Claudia?❤️

Piccoli delinquenti//E.C.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora