Capitolo 29.

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Nel cortile oggi,c'è più baccano del solito.
Ero abituata,la mattina,sola con le ragazze,mentre oggi siamo tutti insieme,anche se purtroppo siamo in campi diversi.

"Jones,non giochi?" mi chiede la direttrice,facendo un giro in cortile.
Viene a farci visita spesso,ultimamente,forse per l'accaduto della scorsa volta.
"Preferisco guardare gli altri" dico accennandole un sorriso.
Lei si siede vicino a me e guarda le altre ragazze giocare a palla.
"Ci sono novità" dice con un tono più basso possibile.
"Cioè?" sono curiosa di conoscerle.
"Non qui,vieni nel mio ufficio tra trenta minuti,ho già avvisato Liz" dice andandosene ed io non vedo l'ora che passi questa mezz'ora.

Nad corre verso di me,abbassandosi alla mia altezza.
"È successo qualcosa con la direttrice?" dice col fiatone,per la corsa.
"No tranquilla,vuole solo parlarmi" dico rassicurandola.

"Alida,vieni" urla Liz per farsi sentire ed io la seguo subito.
"Ma tutte queste visite alla direttrice?" dice camminando verso il suo ufficio.
"Mi fa simpatia" dico ironizzando e lei ridacchia dandomi una cozzata giocosa.
Liz bussa e dopo aver ricevuto il permesso di entrare,dall'interno,vado a sedermi sulla solida sedia.
"Grazie Liz,puoi andare" dice la direttrice alla ragazza,sorridendole.
"Bene Alida,vediamo un po'" dice prendendo un foglio tra le mani.
"Come già sai,siamo riusciti a rintracciare Claudia Orefice,che si trova a Milano.
Andando a fare delle ricerche più approfondite,siamo riusciti a rintracciare la posizione di qualche giorno fa,si trovava nell'ospedale San Paolo" dice continuando a sfogliare i fogli che tiene fra le mani.
"Quindi?" la incito a continuare,non curandomi del fatto che fosse stata in ospedale.
Potevo preoccuparmene prima che mi girasse le spalle,ma adesso è la mia peggior nemica,insieme all'altra stronza.
Le farò marcire qui dentro per molto.
"Abbiamo chiamato l'ospedale,chiedendo se ci fosse una ragazza con questo nome descrivendo l'aspetto fisico,ma nulla,non ci sono tracce" dice dispiaciuta.
Questa ragazza è praticamente sparita dalla faccia della terra.
"Avrà fatto una delle sue solite tinte ai capelli" dico sistemandomi meglio nella sedia,sbuffando.
"Non corrisponde neanche il nome Alida,sei proprio sicura si chiami così?" ma che domande sono.
"Direttrì,ma secondo lei posso dimenticare il nome di quell'infame?" una risata lascia la sua bocca,ma non ne capisco il motivo.
"No Alida,ma,magari avrà cambiato identità"
dice cercando di trovare delle risposte.
"Beh,scopritelo,è il vostro lavoro,no?" dico alzandomi.
"Arrivederci" la saluto,mi ha fatto venire fin qui,solo per dirmi che si trovava in un ospedale che non conferma neanche la situazione?
Mi sento presa per il culo qui dentro.

Torno in cortile,gli sguardi delle ragazze mi bruciano addosso,vorranno sapere il motivo per cui oggi la direttrice mi è venuta vicino,ma forse dovrebbero solo imparare a farsi i cazzi suoi.

Una chioma rossa si siede al mio fianco,abbassandosi per stringere i lacci delle scarpe.
"Adesso ti compri anche la direttrice?" dice guardando le altre ragazze giocare.
"E anche se fosse,che problema ti creerebbe?" dico guardandola,inarcando un sopracciglio.
"Sai,la guerra non si vince così" dice portandosi i capelli dietro l'orecchio.
"Basta vincerla,non importa come" dico sorridendo vittoriosa,alzandomi da quella panchina.

Mi vado a sedere a terra,così da poter appoggiare la rete nella recinzione.
Sento qualcuno sedersi,dall'altro lato,quasi vicino a me.
"Che voleva viola?" dice Edoardo,mentre fa uscire il fumo della sigaretta dal suo naso.
"Nulla di che,le sue solite cazzate" ammetto sincera.
"Una delle sue cazzate,o delle sue minacce?" dice girando la faccia verso di me,ma io gli do le spalle.
"Niente minacce,ma so cavarmela da sola" dico portando le gambe al petto,mentre continuo a guardare la partita in corso delle ragazze.
"L'ultima volta che hai detto così ti sei ritrovata con un taglio sul braccio ed uno sul viso" mi ricorda lui,ma non gli do retta.
"Perché non mi guardi?" mi chiede lui,inarcando un sopracciglio.
Mi giro verso di lui,incrociando le gambe e lo guardo intensamente.
L'unica cosa che ci divide in questo momento,è il ferro della recinzione.
"Ora va meglio" accenna un piccolo sorriso,è bellissimo quando lo fa.

"C'hai chiarito con Ciro?" chiedo dopo infiniti minuti di silenzio,ricevendo una sua occhiataccia.
"Ma secondo te,me ne vado a chiarire con quello?" dice freddo,indicando Ricci con la testa.
"Era un tuo amico" sussurro,abbassando lo sguardo.
"Io non ho amici" dice schietto.
"Ma parlavate prima che.." non mi fa continuare la frase che mi blocca.
"Prime che ti facesse del male" conclude il discorso,dato che sembra alterarsi ed io vorrei evitare questo.
"Vieni" dice alzandosi.
Lo guardo interrogativa cercando di capire che intenzioni ha,ma poi mi alzo,uscendo velocemente dal campo senza farmene accorgere.
Vado al solito muretto e lo trovo lì,seduto.

Mi avvicino a lui,mantenendo però le distanze.
Lui mi prende dal braccio e mi tira verso di lui,aprendo le gambe,facendo sbattere il mio petto,col suo.
Il suo respiro e il mio si mischiano,mi guarda negli occhi e a volte le labbra.
"Vorrei riuscire a starti lontano" dice sussurrando sul mio viso.
"Perché?" dico sentendo una fitta al cuore.
"Perché io qui dentro non posso darti niente" dice,sembra triste,ma non credo sia io il motivo,gli sarà capitato qualcosa.
"Non c'è nulla che dovresti darmi infatti" dico mettendo le mani sulle sue braccia,che stringono i miei fianchi.
"Qualcuno dovrebbe pensarci a te qui dentro" non spetta a lui,spetta a me stessa.
"Non tu" dico accarezzandogli le braccia,ma lo vedo irrigidirsi.
"Chi se non io,scusa?" dice inarcando un sopracciglio,la sua faccia è buffa,in questo momento.
"Nessuno,spetta a me" dico sussurrando,avvicinandomi a lui.
Lui mi accarezza il viso,con la sua grande mano e i suoi occhi passano dai miei occhi alle mie labbra.
"Magari quando non mi avrai più in mezzo alle palle" dice facendo un piccolo sorriso.
"Peccato che uscirò prima di te" dico ridendo e lui lo fa anche,ma subito dopo si incupisce.
"Che c'è?" gli chiedo alzandogli la testa delicatamente,prendendolo dalle guance.
"Sai,non mi sono mai preoccupato di questo e mi chiedo perché io lo stia facendo adesso ma,cosa farai fuori di qui?" dice stringendomi forte,come se pensasse che io volessi scappare da lui,ma non lo farei mai.
"Continuerò gli studi e sicuramente.." cerco di continuare,ma mi interrompe.
"Alida,ti troverò?" va dritto al punto facendomi perdere un battito.
"Ascoltami,non so cosa sei per me,è ancora presto per metabolizzarlo. Però,credo ormai di non poter scappare più da questo" dico indicandoci.
"Alida,io non ho mai provato neanche un minime di interesse in vita mia.
Non ho mai avuto una relazione e credimi è difficile tutto questo. Ci sono stati solo alcuni baci tra di noi che mi hanno confuso la testa ma che mi sono piaciuti tremendamente e non ho mai provato certe sensazioni. Non posso prometterti nulla,non vorrei deluderti,ma se tu,mi prometti che lì fuori,ci sarai, io verrò a prenderti e proverò a costruire qualcosa" dice fissandomi negli occhi ed è un folle se pensa già a questo,dato che ci conosciamo da soli tre mesi,ma forse era quello che volevo sentirmi dire già da un po',da lui.
"È quello che vuoi?" devo avere la certezza che lui,quelle cose le pensi davvero.
"Si,credimi" dice baciandomi.

Angolo autrice
Ciao a tutti,scusatemi l'assenza ma sono stata impegnata con lo studio,ma fortunatamente oggi sono cominciate le vacanze,per cui cerco di essere più attiva.
So che il capitolo è corto,ma cercherò di farmi perdonare più tardi,scrivendone un altro.

Piccoli delinquenti//E.C.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora