Edoardo's pov.
Chiamo per la quinta volta in una mattinata Alida,ma di lei non c'è traccia.
Sono due settimane che non la sento e sembra essere sparita dal nulla.
L'ultima volta che l'ha vista sua madre,è stata quando stava venendo al mio colloquio e la stessa cosa io.Sono preoccupatissimo per lei,come non mai.
Ho paura che lì fuori possa esserle successo qualcosa di brutto e anche se mi fa male pensarlo,ci sono alte probabilità che sia così.Il mio amico,Giulio,ha cercato in tutta Napoli sotto il mio ordine,ma non ha trovato nessuna traccia.
Lei non è così,lei non sparisce da un momento all'altro,soprattutto quando le cose stavano andando così bene tra di noi.
Una lacrima riga il mio volto,ma l'asciugo subito.
Mai mi sarei aspettato di ritrovarmi a piangere per una ragazza.
Ma lei non è una ragazza qualunque,lei è la mia donna,la ragazza che amo con tutto me stesso.Lei è riuscita ad alleviare tutto il dolore che avevo dentro,facendomi credere sempre di più in noi.
Prima di conoscerla pensavo che la vita fosse inutile,che non ne valeva la pena andare avanti qui dentro,invece dal primo momento i cui i miei occhi hanno incrociato i suoi,ho capito che valeva la pena lottare per qualcosa.
Ed io me la sono presa."Edoà,posso entrare?" dice Totò,facendo il suo ingresso nel bagno della mia cella.
"Che cazzo vuoi,rosso" dico sbuffando.
"Ma hai pianto?" si avvicina,guardandomi incredulo.
"No,ma che cazzo dici. Dimmi cosa vuoi" mi innervosiscono le persone che vogliono farsi i cazzi miei.
"Ciro ti vuole vedere" dice lui.
"Dì al tuo amichetto che non mi rompe i coglioni!" ringhio contro di lui.
"Sicuramente dovrà parlarti della tua ragazza" al suono di questa frase,esco subito dalla mia cella e avanzo verso quella di quello stronzo.
Giuro che se le è successo qualcosa per colpa sua,non esce vivo di qui.
"Dov'è Alida!" dico entrando nella cella di Ciro.
"Calmati Conte" dice ridacchiando,per prendermi in giro.
"Dimmi dove cazzo è!" ringhio contro di lui.
Sto già perdendo la pazienza."Facciamo le cose con calma" dice avanzando nella mia direzione.
Con un gesto netto gli prendo il collo fra le mani e gli sbatto la schiena al muro.
Le mie mani stringono forte la sua presa e dalla sua espressione sembra non respirare,ma non me ne frega.
Rivoglio la mia ragazza indietro!.Lui fa per aprire la bocca,ma non riesce a parlare.
Lascio leggermente la presa e lui prende un po' d'aria."Se mi ammazzi,muore anche lei" dice con difficoltà ed io lascio di scatto la presa.
"Voi non la toccate!" urlo fuori di me.
Io non posso permettere che le facciano del male.
Lei è l'unica cosa che ho e non voglio perderla,non posso."È a casa di mio padre,la tiene lui" dice facendo un sorriso sadico.
La casa di suo padre è tempestato di guardie e se proverò a fare avvicinare minimamente qualcuno,come minimo gli sparano in una gamba.
"Sta bene?" chiedo.
Ho paura della risposta."Sì,ancora per poco" incrocia le braccia al petto.