Capitolo 42.

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"Chi è Marco?" dice entrando nella sua cella vuota,dato che sono tutti in cortile.

Speriamo nessuno si accorga della nostra assenza,senno ci fottono,ad entrambi.

"Un amico" gli dico facendogli alzare gli occhi al cielo

"Non dirmi cazzate.Voglio la verità" dice senza guardarmi negli occhi.

Si siede sul letto,continuando a guardare il pavimento ed io mi siedo vicino a lui,facendolo irrigidire.

"Edoardo.." cerco di continuare a parlare,ma mi blocca.

"Stavate insieme?" dice questa frase con un tono spento.

"No Edoardo e anche se fosse?Farebbe comunque parte del mio passato ed io non potrei cambiarlo. Ora ci sei tu. Sei sempre stato l'unico non c'è mai stato nessuno" gli dico la verità ,ma lui non proferisce parola.

"E non ci sarà mai nessuno" io voglio stare con lui. Solo con lui.

"Io esco pazzo a pensare che tu abbia guardato qualcuno nello stesso modo in cui guardi me" ha il fiato corto e le parole gli escono con un tono di tristezza,ma non deve sentirsi così,io voglio lui e basta.

"Vuoi ascoltarmi o no?" gli chiedo cercando di raccontargli il mio passato.

"Non voglio che tu lo faccia solo per non farmi credere che sei stata con quello. Devi sentirtelo." mi guarda negli occhi,sta volta.

"Me la sento" ammetto sincera.
Io ho bisogno di parlargliene e lui di ascoltarmi.

"Sono qui per una rapina. In realtà ne ho fatte tante,ma questa era la più grossa" lui mette una mano sulla mia coscia,come per rassicurarmi ed io lo apprezzo tantissimo.

"Quando ero piccola,sembrava andare tutto bene. Eravamo felici,almeno credevo.
Mamma e papà si amavano,mio fratello era innamorato pazzo di noi. Faceva la qualunque per aiutare mio padre a portare avanti la famiglia" comincio a parlare e sospiro.
Ricordare mi fa male.

"Se non te la senti.." lo interrompo.

"No,ascolta. Quando i miei litigavano,mia mamma mi obbligava a chiudermi in camera e indossare gli auricolari con la musica alta.
Ero una bambina e l'ascoltavo sempre.
La picchiava,è arrivato anche a violentarla ed io,per quelle fottute cuffiette del cazzo non sentivo niente.
Lei copriva tutto col trucco,lividi,ematomi ed io,come una bambina stupida non mi accorgevo di nulla" una lacrime mi scende sul volto e lui non perde tempo e l'asciuga.

"Mio fratello,vedeva comportamenti strani ed essendo più grande di me,ha capito più in fretta e mio padre,ha cominciato a picchiare anche lui,finendo con me" la sua mano sulla mia coscia si irrigidisce.

"Pezzo di merda" ringhia lui.

"Mi picchiava sempre e quando mia mamma urlava disperata di smetterla,le dava pugni in viso per zittirla" lo guardo negli occhi e vedo che mi guarda con compassione.
È dispiaciuto,si vede.

"Quando mia mamma era incinta di me,lui ha cercato di ucciderla,perché non voleva che nascessi. L'ha fatta precipitare dalle scale e stava subendo un aborto. In ospedale,le hanno detto che ero troppo forte per andarmene e l'hanno fatta partorire con urgenza. Mi ripeteva sempre da piccola che io ero una guerriera ed io non capivo mai il motivo. Ha sempre pronunciato il mio nome con sofferenza,per la storia che c'è dietro,te ne ho parlato" lui annuisce a mi incita a continuare.

La sua mano,non lascia mai la mia coscia.

"Cosa c'entra tutto questo con te?Con le rapine?" cerca di capire.

"Un giorno,mia madre si è fatta coraggio e ha deciso di chiamare la polizia.
Lo hanno ammanettato e il modo in cui ci guardava,metteva paura.
Prima di uscire per l'ultima volta da quella porta ha detto una frase 'Vi ammazzo tutti",si riferiva a me,mia madre e mio fratello,Matthew" butto giù il groppo in cola e mi faccio forza per continuare.

"Mia madre ha avuto più paura del solito quel giorno e col passare tel tempo,si è ammalata.
Le è venuta una malattia al cuore e non voleva curarsi perché non le bastavano i soldi.
Cercavo lavoro ma avendo solo quindici anni,nessuno mi prendeva.
Ho conosciuto Claudia e Lidia a scuola,loro erano amiche d'infanzia e ho chiesto loro se potevano aiutarmi a trovare un lavoro.
Mi hanno presa nel loro giro,potevo scegliere tra spaccio,rapine ed omicidi" dico ricordando perfettamente il primo giorno in cui sono entrata in quel giro di merda.

"Ho deciso le rapine perché pensavo fosse la cosa più pulita,meno grave.
Tutti i soldi che riuscivo a rubare,li spendevo in farmacia per mia madre. Lei mi chiedeva sempre dove prendessi quel denaro ed io,trovavo una scusa alla volta.
Con Lidia e Claudia si era instaurata una bella amicizia e dopo un anno che 'lavoravamo' insieme,ci siamo fatte una promessa: 'O tutte o nessuna',se avessero rispettato queste parole,sarebbero in galera con me" mi fermo per prendere fiato.

"Quella ragazza è una di loro?" dice riferendosi a Claudia.

"Sì,Claudia" mi fa schifo solo pronunciare il suo nome.

"Una sera,siamo uscire tutte e tre insieme.
Eravamo in una discoteca,era la prima volta che ci andavo.
Claudia,ha portato un suo amico,Marco.
Abbiamo cominciato a parlare e a stringere amicizia,mi ha offerto una cosa da bere e dentro il bicchiere,aveva messo della droga" lui stringe i pugni e diventa rosso in viso.

"Figlio di una grandissima puttana" sbraita lui,è incazzato.

"Claudia dice che abbiamo scopato quella sera,ma non è stato così,lui l'ha negato.
Io non ricordo nulla,ma mi sento di essere ancora vergine. Tra me e lui non c'è mai stato niente" dico accarezzandogli il viso per rassicurarlo e lui,mi lascia un bacio a stampo.

"L'indomani avremmo dovuto rapinare una banca" dico ricordando perfettamente i particolari.

"Quando è successo?" dice.

"Il giorno prima che mi portassero qui,cinque mesi fa" dico ricordando la prima volta che io e lui,ci siamo conosciuti,sorrido al pensiero.

"Quella sera,prima di forzare la serratura,ci eravamo ripetute la promessa,lo facevamo sempre,prima di rapinare qualcosa.
Ci siamo divise i corridoi,io avevo ricavato più soldi di tutte e loro,invece di essere felici per me,mi hanno solo lanciato un'occhiataccia piena di invidia" con la differenza che loro,con quei soldi pagavano i ragazzi per farsi portare a letto,ma non lo dico ad Edoardo questo.

"Prima di uscire da quella banca,abbiamo sentito le sirene della polizia farsi sempre più vicine e noi siamo scappate,ma loro erano troppo vicini.
Correndo,sono inciampata su qualcosa e mi sono ritrovata a terra e loro due,invece di aiutarmi ad alzarmi,hanno preso la busta coi miei soldi,svignandosela" concludo il discorso.
Il resto lo sa,il giorno dopo sono entrata qui dento e poi,fortunatamente,ho conosciuto lui.

"Io ti aiuterò a superare tutto questo,te lo prometto" dice prendendomi il viso con le sue grandi mani.

"L'ho già superato" mento.
Non voglio si metta un altro peso sulle spalle.

"No,non l'hai fatto.È inutile mentirmi,ti conosco" annuisco e gli lascio un lungo bacio a fior di labbra.

"Adesso sai tutto di me" dico sorridendo,mettendomi a cavalcioni su di lui.
Gli butto le braccia al collo e lui mi abbraccia.
Mi stringe forte come se potessi scappare.

"Alida sei la mia vita" sussurra al mio orecchio e mi scoppia il cuore.

"Tu la mia. Sei il mio uomo" lui cerca di metabolizzare quello che gli ho detto e un attimo dopo,si fionda sulle mie labbra,dando inizio ad un bacio passionale.

Il mio cuore,quando sono con lui batte sempre più forte ed io sono sempre più sicura di quello che penso:
Mi sto innamorando.

Piccoli delinquenti//E.C.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora