Capitolo 7.

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È passata una settimana.
Una settimana in cui ho toccato pochissimo cibo,in cui ho versato più lacrime del solito.
Liz in questi giorni mi portava i vassoi,non mi guardava in faccia e a stento mi salutava la mattina e mi dava la buonanotte la sera. È delusa,lo so,non mi conosce bene ma è sempre disponibile per tutte.È una mamma,una mamma che tratta tutte noi detenute come delle figlie a cui insegnare la via per la giusta strada e sono sicura che con l'accaduto di una settimana fa,si sente come se avesse fallito nel suo intento.

È una sensazione orrenda sentirti in colpa per un crimine non commesso,sentirsi sbagliata per un errore non tuo. Credo di essermi giocata la fiducia della direttrice e non penso mi crederà mai,spero solo che in giorno,in questi lunghi anni,riuscirà a farsi una giusta idea su di me,odio essere spacciata per quello che non sono.

È pomeriggio,Liz viene ad aprire la mia cella e mi dice di seguirla. La mia punizione è finita,almeno spero e sicuramente chiederò un'altra cella. Viola non sa di cosa sono capace,mi ha sfidato e per il momento non ho avuto nessuna reazione,ma se perdo la pazienza potrebbe davvero finire male e sta volta,in isolamento mi ci sbattono col sorriso,non con le lacrime. Le piace giocare,ma lei non sa che a me non piace perdere. Le porterò via quel dannato sorrisino vittorioso.

Non so dove mi stia portando Liz,ma è l'ora ricreativa e io devo passare dal cortile. Dei brividi si fanno spazio lungo la mia schiena e io non capisco il motivo.
Passiamo dal campo e sento urlare il mio nome. Corro verso la recinzione e finalmente sento un pizzico di libertà "Alida" dice sorridendomi "Almeno tu mi credi,vero?" chiedo sapendo già la risposta "Certo che ti credo e Viola pagherà per questo" dice Nad,è davvero un'amica,in poco tempo siamo riuscite a legare così tanto ed io sono davvero felice per questo.

Sento uno sguardo bruciarmi addosso che proviene dall'altro campo,so già a chi appartiene ma io mi limito ad abbassare lo sguardo senza ricambiare il suo. Liz mi tira dal braccio e mi porta verso l'interno della struttura posta di fronte a quelle celle d'isolamento di merda "La direttrice vuole parlarti" seguo si suoi passi e quando arriviamo  la direttrice mi dice di sedermi nella sedia di fronte la scrivania "Perché la chiave della cella dei Filippo Ferrari?" credo che Filippo Ferrari sia la stessa persona che prendono per il culo quegli stronzi "Direttrice mi sono arresa all'idea di farvi capire che quelle chiavi non le ho prese io,ma spetta a lei prendere la sua decisione. Mi punisca quanto vuole ma, come tutto il carcere sa,sono stata messa in cella con una pazza che non vede l'ora di farmi fuori e non penso sia difficile fare due più due" il suo sguardo rimane impassibile,non cambia di una virgola "E perché Viola avrebbe dovuto farti una cosa del genere?" chiede mettendo le braccia conserte,credo sia ora di rivelare la verità "Mi ha chiesto un favore che non potevo farle e si è vendicata così" sgrana gli occhi e mi guarda come per dirmi di rivelarle che favore fosse, uno sbuffo lascia le mie labbra ma non vedo il motivo per cui debba parare il culo a quella pazza "Voleva che le procurassi un cellulare" dico senza aggiungere informazioni "E dove avresti dovuto prenderlo questo cellulare?" ecco,è arrivata dove speravo non arrivasse "Questo non lo so,le ho detto che non l'avrei aiutata prima che mi fornisse di informazioni" dico mentendo,non credo sia il caso di fare il nome di Ciro Ricci,lui è capace della qualunque e non voglio altri problemi,ne ho già abbastanza "Non ho prove Alida,ma per il momento vorrei lasciarti libera,puoi andare in cortile con gli altri,chiederò informazioni agli altri detenuti per confrontare le situazioni" dice alzandosi e mettendosi vicino la finestra "Vuole lasciarmi libera?Dopo che mi ha lasciata una settimana intera a marcire in una cella sola?" mi guarda ma non proferisce parola a quel punto mi alzo e vado in cortile dagli altri.

Vedo Nad correre verso di me e mi scalda con un suo caloroso abbraccio,ne avevo bisogno. Aspettavo un abbraccio da tempo,un abbraccio vero. Silvia a seguire,ripete le sue stesse azioni ed io sono felice per questo "Ci sei mancata" dice silvia sorridendomi mentre si passa i capelli mori nelle dita della sua mano "Anche voi mi siete mancate" dico abbracciandole "Dobbiamo farla pagare a quella stronza" dice Nad guardandola cagnesco,ma Viola non sembra prestarle attenzione "Ci puoi scommettere,è solo l'inizio" dico guardando Viola e subito dopo Nad che mi sorride e mi batte il pugno,so che lei mi sarà vicina e sarà mia complice,posso contarci.

Ci andiamo a sedere nella panchina e raccontano quello che è successo in questi sette giorni. Nad mi ha detto che ha ricevuto l'opportunità di poter andare a trovare la sua famiglia,ma ha rifiutato quest'occasione,è una storia tragica,la sua. Vorrei avere io un'occasione del genere,ma purtroppo non è più possibile,cercherò di farmene una ragione ma non gliela farò passare liscia,di questo ne sono sicura.

Vedo un uomo che lavora nel carcere venire nella mia direzione e mi dice di seguirlo "Lino è successo qualcosa?" chiede preoccupata Silvia "No,tranquilla" risponde Lino continuando a guardare me,invece che lei.
Lo seguo e mi porta nel campo maschile di fronte a Ciro e la sua squadra,non mi lasceranno mai in pace questi.
Lino se ne va e mi lascia con questo gruppo di stronzi "Non ti siedi?" mi chiede Ciro "No,cosa vuoi?" dico sperando che si sbrighi,non ho tempo da perdere "Ti conviene calmarti" dice un ragazzo alto di cui non conosco il nome,Ciro gli fa segno di stare zitto con la mano e poi guarda me "E quindi saresti tu ad aver preso le chiavi della cella del Chiattillo?" fa una risata amara poi continua "Seria?Del Chiattillo?" sono qui solo da qualche minuto e già mi sto agitando,il mio sguardo va su Edoardo che mi guarda schifato e quando incontra i miei occhi distoglie lo sguardo "Perché non glielo dici a quella psicopatica della tua ragazza?" dico sfidandolo,lui si alza e si mette a tu per tu con me,Edoardo gli mette una mano sul petto spostandolo e lo guarda negli occhi "Lascia stare" lo guarda cagnesco,ma Ciro non ci fa caso "Quindi staresti insinuando che è stata la mia ragazza?" guardo Viola dall'altra recinzione che continua a sorridere come sempre "Non lo so,chiedilo a lei" dico andandomene.

Mi sento tirare da un braccio,Edoardo mi trascina fuori dalla recinzione e mi porta dietro un muretto. Mi guarda ma non dice nulla,aspetta che parli io ma non ho nulla da dirgli "Le chiavi della cella del chiattillo,Alida?" dice lasciando la presa,i suoi occhi verdi in questo momento non hanno emozioni "Vedo che ti sei informato sul mio nome" dico cambiando discorso "Sono serio Alida,cazzo!" dice urlandomi contro "E a te cosa importa!" dico urlandogli a mia volta,ma cosa vuole da me? "Ah,cosa mi importa?Ma ti rendi conto che ti sei messa nella merda per quel figlio di puttana?!" gesticola,segno che è incazzato più del dovuto "Quindi non mi credi neanche tu" sono delusa e penso di noti "Chi sei per crederti?" con questa frase ha mandato il mio cuore in frantumi "E tu chi sei per sapere i cazzi miei?!" dico,lui non parla,mi guarda e basta,interrompo il nostro sguardo voltandogli le spalle e andandomene mentre una lacrima mi riga il viso.
Non voglio più che mi rivolga la parola.

Angolo autrice.
Ecco a voi il settimo capitolo,spero vi piaccia.❤️

Piccoli delinquenti//E.C.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora