Capitolo 73.

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Al suono di quella frase,la prima cosa che faccio dopo aver lanciato il telefono da qualche parte della stanza,è uscire di casa come un fulmine,ignorando le continue domande che mi pone Giulio.

"Dove stai andando!" chiede per la millesima volta,uscendo di casa.

"In ospedale,era la mamma di Alida" dico velocemente entrando in macchina.

Senza che io me ne accorgessi,è entrato pure lui in macchina,prendendo il posto al lato del passeggero.

Dopo aver messo la macchina a moto,premo con tutta la forza che ho in corpo sull'acceleratore  e con una velocità disumana,vago per le strade di Napoli.

Ho l'ansia a mille,spero che non sia successo nulla di grave,lo spero con tutto me stesso.
Non potrei immaginare una vita senza di lei,non voglio neanche pensarlo minimamente.

"Rallenta" dice Giulio preoccupato.

Io non rispondo e premo l'acceleratore ancora più forte,l'ospedale è vicino ma in questo momento,la strada sembra non finire mai.

"Ti ho detto rallenta!" urla poi.

"Se ti caghi sotto puoi anche scendere" rispondo io,senza mai rallentare.

"Non mi cago sotto ma sarebbe meglio se andassi da lei sano e salvo" dice ed io d'istinto rallento.

Non so perché l'ho fatto,ma ho reagito d'impulso quando Giulio l'ha nominata.
Non ho avuto il controllo di quello che ho fatto.

Finalmente,dopo cinque minuti che sono sembrate cinque ore,arriviamo in ospedale ed io salgo tre scalini per volta,per sbrigarmi.

Corro verso l'interno e senza nemmeno preoccuparmi degli infermieri che continuano a chiedermi se avessi bisogno di qualcosa,corro verso la stanza di Alida.
Conosco a memoria quei corridoi ormai,purtroppo.

"Cos'è successo?" chiedo appena vedo Rose seduta in sala d'attesa.
Ho il cuore in gola.

"Edoardo" si alza da quelle sedie piangendo.

Mi viene da pensare al peggio.

"Cos'è successo?!" chiedo nuovamente con voce strozzata.
Spero non sia quello che penso,lo speso con tutto il cuore.

"Si è svegliata" dice continuando a piangere ed io,la guardo sconvolto.

Non ci posso credere.

"Cosa?.." chiedo poggiandomi sul muro d'ospedale,potrei cadere a terra da un momento all'altro.

Dopo un anno,un lunghissimo anno,la mia piccola si è svegliata.
È stato un incubo senza di lei e continuerà ad esserlo fin quando i suoi occhi,non incroceranno i miei.

"Devo vederla" dico.

"I medici la stanno visitando" dice ed io annuisco.

Non sto nella pelle,ho necessariamente bisogno di baciarla,anche se non riesco a far altro che pensare a quello che ho fatto,quella notte.
Non riuscirò mai a perdonarmelo,lei non meritava tutto questo,soprattutto in quelle condizioni.

"Edoardo" mi chiama Rose ed io mi giro verso di lei per guardarla.

"Quando l'ho vista,ha chiesto subito di te" dice accennando un piccolo sorrido ed io a quella frase,sorrido come un ebete d'istinto.

Sono così fottutamente innamorato di quella ragazzina,che neanche immagina.

Dei medici escono da quella stanza ed io,li guardo insistentemente in attesa di informazioni.

"Allora?!" chiedo impaziente.

"Sta bene,deve solo riposare" dice il dottore.

"La voglio vedere" dico.

Piccoli delinquenti//E.C.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora