Capitolo 65.

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La sveglia sta mattina,come previsto,suona prestissimo ed io come al solito,mi sveglio con le sembianze di una scimmia.

Devo dire che è stato traumatico svegliarsi alle 5:00 di mattina con un suono fastidioso vicino all'orecchio,essendo abituata alle urla di Litz lungo il corridoio.

Vado velocemente a fare una doccia e indosso un semplice leggings nero con sopra una felpa bianca e poi vado a svegliare mamma.

"Buongiorno" la saluto porgendole il bicchiere con il latte e caffè che le ho preparato.

"Grazie Alida" dice bevendone un sorso,con la voce impostata dal sonno.

"Ma che ora è?" chiede stiracchiandosi.

"Sono quasi le sei del mattino,entro le nove dobbiamo lasciare casa" dico sedendomi al suo fianco sul letto.

"Ma che dici non ho ancora chiamato il camion per il trasloco" dice lei sbarrando gli occhi dalla preoccupazione.

"Non serve,a casa di Edoardo c'è già tutto quello che ci serve" le sorrido io,per tranquillizzarla.

"Mi stai dicendo di lasciare i miei mobili in questa casa?" so che per lei è difficile,abita in questa casa da oltre vent'anni.

"Mamma,quando si aggiusterà tutto torneremo di nuovo qui" dico mettendole una mano sulla spalla.

"Sì e quand'è che si sistemerà tutto?" dice lei ed io scuoto la testa.

"Non lo so" sussurro abbassando lo sguardo.

"Alida,perché l'hai fatto?" tocca un argomento che avrebbe dovuto non toccare.

"Mamma,mi servivano dei soldi,cerca di capirlo" dico stufa.

"Fino a prova contraria avevi il pane a tavola,a cosa ti servivano quei soldi sporchi?" dice con le lacrime agli occhi.

"A comprarti le medicine" dico schietta.

"Cosa?Alida sei andata a rubare per comprare le mie medicine?!" sembra non crederci,non volerti credere.

"Ecco dove prendevi i soldi" la sua espressione sembra cambiare,è come se avesse ricevuto una risposta a tutte le domande che si è posta fin da subito.

"Non pensarci ok?Adesso dobbiamo andare" dico alzandomi dal letto,ma lei mi tira dal braccio facendomi cadere sul suo corpo e non perde tempo ad abbracciarmi forte.

La stringo anch'io a me e nessuno può capire quanto mi è mancata,nessuno.

"Ti voglio bene mamma" le sussurro io.

"Anch'io te ne voglio,bambina" dice stringendomi ancora più forte a sé.

Usciamo da casa in fretta e furia dato che come al solito,abbiamo fatto tardi.

Stranamente questa mattina non ho ricevuto nessuna chiamata da Edoardo e non posso far altro che pensare,che non ne ha avuto l'occasione,ma mi manca così tanto,so che l'ho sentito solo ieri sera ma il suo 'buongiorno bimba' è fondamentale per me.

Salgo in macchina con mamma dopo averla caricata con le nostre valigie e poi ci dirigiamo verso la via scritta sul bigliettino,con l'aiuto della posizione del cellulare.

Pensavo che la parte più difficile,fosse non dimenticare tutto l'occorrente,invece mi trovo qua a cercare di scavalcare un cancello e mia madre che mi ripete in continuazione di stare attenta,il che non aiuta molto.

"Alida,sta attenta!" dice mentre io mi trovo sul cancello,a metà fra dentro il piccolo giardino e fuori la strada.

"Mamma è la decima volta che me lo dici,certo che sto attenta" dico stufa cercando di trovare il coraggio per lanciarmi.

Piccoli delinquenti//E.C.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora