Con dolcezza, Idemar invitò Cobalto ad accelerare l'andatura. Era un bene che il cavallo a Kilea si fosse riposato, perché non aveva potuto fare altro che spronarlo tutto il giorno.
Al contrario, Idemar non era riuscito a riposarsi: la chiacchierata con lo strano bambino aveva continuato a tormentarlo e ci aveva riflettuto fino a tarda notte, giungendo perfino a dubitare che fosse davvero accaduta. Non riuscendo a chiudere occhio, si era alzato e, raccolte le sue cose e sellato Cobalto, era partito prima che spuntasse l'alba.
Col passare delle ore, alla stanchezza si era in parte sostituita l'eccitazione per la nuova avventura che l'attendeva.
Raggiungere Surna non era difficile: bastava seguire la via che collegava tutti i paesini alla città, molto frequentata dai commercianti e dai viaggiatori. Ormai tutti i villaggi che avrebbe incontrato, anche i più piccoli, sarebbero stati molto più animati di Elymer e degli altri insediamenti costieri. La gente del posto aveva un commercio più fluente e, di conseguenza, le vie di comunicazione erano sempre in buono stato, anche se non prive di pericoli.
Idemar sapeva di non aver tempo da perdere: se voleva aiutare l'amica di Sjili doveva raggiungere Surna al più presto, perché non sapeva a cosa fosse destinata. Allora aveva incalzato Cobalto fin dalla partenza, concedendosi solo due fugaci pause, durante le quali aveva terminato tutte le provviste che aveva con sé alla partenza da Elymer. Partendo prima dell'alba non aveva avuto il tempo di acquistare nulla a Kilea, ma vi avrebbe provveduto a Surna, visto che era costretto a fare tappa in città.
La strada sembrava non avere mai fine, scivolava monotona sotto gli zoccoli di Cobalto senza dar modo a Idemar di credere di essere più vicino alla città. Solo i villaggi che spuntavano qua e là, a volte tanto piccoli da essere costituiti solo da una manciata di case, rompevano la monotonia di un paesaggio fatto di prati e macchie d'alberi.
Durante la sua cavalcata aveva superato molti carri e una carovana, lasciandoseli alle spalle con tale velocità che pochi istanti più tardi non erano che puntini neri dietro di lui. Non aveva mai corso tanto velocemente, e presto i muscoli ne avevano risentito, ma aveva cercato di non pensarci: doveva raggiungere la città prima di notte.
Poi, all'improvviso, Surna era apparsa. Le candide mura che circondavano la città parevano incendiate alla luce del tramonto avanzato. Sopra di esse spuntavano i bianchi tetti degli edifici più alti: a spiccare era uno in particolare, decorato da una larga fascia mosaicata, le cui tessere brillavano trafitte dagli aranciati raggi del sole morente. L'edificio al quale apparteneva doveva essere enorme.
Surna si fece sempre più vicina, passando dalle dimensioni di un bottone a quelle, imponenti, di una vera e propria città, la più straordinaria che Idemar avesse mai visto.
Il ragazzo ne rimase impressionato, ma cercò di non darlo a vedere: voleva mostrarsi sicuro di sé, e osservare a bocca aperta gli edifici di Surna non era il modo migliore di cominciare l'avventura.
Fece rallentare Cobalto per avvicinarsi senza attirare troppo l'attenzione e si aggregò ad altre persone che entravano in città – soprattutto commercianti e carovane, ma anche piccoli gruppi di persone a piedi. L'ingresso obbligato a Surna era un maestoso arco bianco che superava in altezza anche le mura. Sotto di questo era spalancato un immenso portone di legno massiccio, rinforzato da ampie placche di ferro battuto. Due gruppetti di guardie vestite di nero e armate a puntino si trovavano ai lati della strada, e scrutavano con occhio severo tutte le persone che attraversavano il portone, fermandone qualcuna per un controllo.
Idemar continuò ad avanzare accanto a un convoglio, evitando di fissare gli uomini armati. Il carro che lo precedeva fu invitato ad accostare e si fermò per sottoporsi ai controlli, ma il ragazzo riuscì a superare l'arco senza problemi.
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Il Cuore di Djinora
ФэнтезиIdemar vuole scoprire il significato del segno che lo accompagna fin dalla nascita. Erya ha dovuto nascondere per tutta la vita le proprie capacità a causa della paura che quelli come lei - conosciuti con il nome di Diversi - infondono nella gente. ...