11. EOD

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Idemar ed Erya si fermarono a Thalron per diversi giorni. Ajataa e Dryso insistevano per averli ospiti a lungo, e non accettavano compensi per la loro ospitalità, perciò i due amici cercavano di sdebitarsi nell'unico modo che era loro consentito: aiutando la coppia nei lavori di ogni giorno.

Trascorrevano le ore libere passeggiando per i prati e Idemar cominciò a insegnare a Erya i rudimenti del tiro con l'arco. La ragazza dimostrò di avere una discreta mira, anche se litigava spesso con la corda, che al momento del rilascio tendeva a sbattere contro l'avambraccio procurandole brutti lividi violacei.

Nel loro animo vi erano sentimenti differenti: per Idemar l'attesa, per Erya la speranza di ricevere presto notizie dei genitori. L'amico di Dryso era partito da una settimana e non se n'era più saputo nulla. Erya sentiva crescere l'impazienza dentro di sé: sempre più di frequente i suoi pensieri si fissavano sui genitori e soprattutto sul padre, che aveva lasciato steso a terra e ferito. Si augurava che stessero bene e fossero in salvo.

Infine, una sera, giunse a Thalron un giovane commerciante al rientro dopo un lungo viaggio, nel corso del quale aveva incontrato l'amico di Dryso che faceva da messaggero. Entrò nella locanda con una lettera che consegnò ad Ajataa perché la recapitasse alla destinataria.

Erya lesse con mani tremanti il messaggio, conciso ma significativo; le lacrime che le scorrevano sulle guance fecero temere il peggio agli amici, ma erano dovute alla tensione che si scioglieva. I genitori erano stati avvertiti e si erano rifugiati nel villaggio di Folab, ospiti di alcuni parenti che Erya conosceva appena; erano entrambi in buona salute e speravano di riabbracciarla presto.

Erya prese l'abitudine di consultare alcune mappe di proprietà di Dryso, riflettendo sulla distanza che la separava dai genitori e meditando di mettersi in viaggio per raggiungerli. Più ci pensava più le sembrava la soluzione migliore: poteva trovare un tragitto che le permettesse di tenersi alla larga da Surna. Sarebbe stato un viaggio lungo, almeno una settimana a cavallo, ma finalmente avrebbe potuto raggiungere la famiglia.

Non parlò a nessuno dei propri progetti. Sapeva che, se l'avesse fatto, Idemar si sarebbe offerto di accompagnarla e, mentre da un lato desiderava averlo accanto, dall'altro si rendeva conto che il ragazzo aveva fatto già troppo per lei e non sarebbe stato corretto distoglierlo dall'obiettivo.

Anche Idemar, in cuor suo, stava meditando di partire, conscio che le risposte che bramava non erano lì. Così Erya non era la sola a studiare le mappe di Dryso, anche se Idemar lo faceva senza cercare qualcosa di preciso, se non una bozza d'itinerario da seguire. Pensava di dirigersi verso sud e fermarsi qualche tempo a Darmet, che era una delle città più grandi dopo Madaris; poi sarebbe potuto scendere fino alla Valle d'Oro, ricca di villaggi più o meno popolosi.

***

La vita alla locanda era sempre quieta. I clienti erano gli abituali che Idemar ed Erya avevano imparato a conoscere, a eccezione dei pochi stranieri che si trovavano a passare per Thalron e che preferivano trascorrere la notte in un letto piuttosto che all'addiaccio. Si trattava soprattutto di viaggiatori soli, o mercanti. Solo un paio di volte si erano fermate famiglie o piccoli gruppi di persone.

Ma quella sera l'attenzione di tutti era calamitata da un vecchio che sedeva su un tavolino al centro della sala. Attorno a lui si erano radunati quasi tutti gli avventori, e Idemar aveva chiesto a Dryso cosa stesse succedendo: sembrava infatti che gli abitanti di Thalron avessero familiarità con lo straniero.

«Quello è Eod. Nessuno sa da dove venga o cosa faccia: vaga di continuo di città in città. Si ferma a Thalron ogni anno, più o meno in questo periodo, per qualche giorno. Si dice che abbia visitato ogni luogo visitabile, e ascoltando le storie che racconta non è difficile crederlo: conosce moltissimi aneddoti, curiosità e fatti particolari, che ha appreso nel proprio peregrinare. La gente di qui apprezza i suoi racconti, ed è per questo che stasera la sala è così gremita. Ti consiglio di ascoltare tu stesso: non te ne pentirai»

Il Cuore di DjinoraDove le storie prendono vita. Scoprilo ora