Il sole era ormai tramontato quando nel bosco tornò il silenzio.
Fu una cosa improvvisa e terribile. I mostri si fermarono, tutti assieme, e un attimo dopo un boato spaventoso fece tremare tutti gli alberi: perfino Idemar si ritrovò a terra, senza fiato, mentre una fitta coltre come di nebbia avvolgeva ogni cosa.
Quando gli Isidrani si ripresero dallo shock e la nebbia si diradò, la scena che si presentò davanti a loro li lasciò senza parole. I mostri erano scomparsi nel nulla, e al loro posto sorgevano degli enormi cumuli di terra smossa.
Le Fate scesero a terra e cominciarono a camminare tra questi, osservandoli con attenzione. Gli Isidrani non osavano muoversi; se ne stavano, come sospesi, a fissare con orrore quelle colline fangose.
Erya gemette, osservando il paesaggio attorno a sé. Dove prima crescevano alberi e cespugli fioriti non restava che terreno spoglio e cenere fumante. Ogni cosa era ricoperta di fuliggine, e anche i volti di quanti stavano con lei erano anneriti. Solo le Fate erano rimaste candide e luminose come prima della battaglia.
Lo scontro era stato incredibile, del tutto diverso da come si era sempre immaginata una guerra. Gli attacchi degli Isidrani non avevano arrecato alcun danno ai mostri; anche quelli che si erano ritrovati con una freccia conficcata nel palato se ne erano presto liberati e non avevano mostrato segni di residua sofferenza. Tra i piccoli abitanti del bosco, invece, vi erano diversi feriti: le cadute erano state frequenti, alcuni erano stati colpiti dalle code dei mostri e uno, le cui condizioni destavano maggiore preoccupazione, era stato raggiunto da uno dei grossi artigli, che gli era penetrato nella gamba, ferendolo in modo serio.
Nonostante questo gli Isidrani erano riusciti ad allontanare gli invasori dalla Betulla Argentata, il che sembrava un buon risultato.
Nanya si avvicinò ad Amaranto e gli parlò brevemente. L'Anziano si volse quindi verso il resto del popolo e spiegò.
«I mostri si sono ritirati per la notte. Ogni sera, al tramonto, si rifugiano sottoterra e vi restano fino all'alba. Non dobbiamo preoccuparci di loro fino a domattina, quando rispunteranno, da queste stesse tane che hanno costruito. Le Fate mi dicono che non sono in grado di spostarsi nel sottosuolo»
Deposero le armi e si sedettero, sfiniti. Era arrivato anche per loro il momento della sosta, e in breve furono accesi dei piccoli fuochi, controllati a vista per evitare incendi. A ognuno fu distribuita una buona razione di cibo, e le Fate offrirono loro abbondante acqua.
Mentre il fumo e la cenere diminuivano e i contorni degli alberi attorno a loro si facevano più nitidi, gli Isidrani feriti furono condotti alla Betulla Argentata per essere curati. Per fortuna nessuno era in gravi condizioni, e le Fate si erano dette certe di una loro rapida ripresa.
Erya mangiò in silenzio, sorda ai mormorii che la circondavano; era ancora sconvolta, riviveva ogni momento dello scontro con i mostri, il cuore che batteva all'impazzata. Aveva avuto paura, era rimasta pietrificata dal terrore mentre il piccolo popolo del bosco non si era mai lasciato intimorire e si era battuto con coraggio anche di fronte agli scadenti risultati.
Come poteva quella guerra terminare se non con la totale distruzione di Ilwyn? Gli invasori non potevano essere fermati, ma solo rallentati. L'unica possibilità degli Isidrani era che i mostri decidessero volontariamente di abbandonare il bosco, ma era tanto remota che non credeva fosse nemmeno il caso di prenderla in considerazione. Ilwyn era destinato a diventare cenere.
Idemar, dal canto suo, mangiò di gusto, senza porsi troppi quesiti sul futuro del bosco. Ciò che contava era aver allontanato i mostri dalla casa delle Fate: sapeva per esperienza che era meglio non guardare al futuro, né a pensare troppo al passato, e preferiva concentrasi sul presente per non lasciarsi bloccare dal timore o dal rimpianto.
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Il Cuore di Djinora
FantasyIdemar vuole scoprire il significato del segno che lo accompagna fin dalla nascita. Erya ha dovuto nascondere per tutta la vita le proprie capacità a causa della paura che quelli come lei - conosciuti con il nome di Diversi - infondono nella gente. ...