31. LA PROFEZIA

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Quando i due ragazzi si furono seduti, il volto di Elaniel si aprì di nuovo al sorriso, e unì le mani in grembo, pronta ad ascoltare le parole del re. Idemar ed Erya erano concentratissimi.

«I fatti che sto per raccontarvi risalgono a molte stagioni fa, e sono stati tramandati fino a noi dai nostri padri. A quel tempo, a Lithenor viveva un Elfo di nome Shirandon, che godeva di grande considerazione presso tutto il popolo poiché possedeva una saggezza e una sensibilità non comuni, ed era il più amato tra i consiglieri di Lìndir e Mìriel, i sovrani di allora» fece una breve pausa. «Una sera, dopo il tramonto, due guardiani si accorsero che qualcosa di anomalo stava accadendo: nel centro esatto del lago splendeva una luce argentata, intensa. Non però in superficie; una sfera luminosa giaceva in profondità, ma la luce era visibile da qualsiasi punto di Lithenor. In breve moltissimi Elfi si radunarono sulla riva, attratti dall'insolito e stupefacente spettacolo»

Elaniel sorrideva, lo sguardo gentile posato sui due ragazzi, che ascoltavano in silenzio il racconto di Orinden.

«Quando il re e la regina furono avvertiti salirono in una barca e si spinsero fino al centro del lago. La sfera di luce rimase immobile, in profondità, finché non furono sopra di lei. Poi cominciò a salire, illuminando l'intero lago, ed affiorò, proprio accanto alla barca; infranse la superficie e si sollevò, andando a posarsi sul palmo della regina, che aveva allungato la mano vedendola salire» allungò la mano, il palmo in alto, come a mimare il gesto. «Era una sfera grande poco più di una noce, senza difetti, opalescente: nessuna perla poteva essere tanto perfetta e splendida. La regina sollevò per mostrare a tutti il globo la cui luce aveva fatto scomparire ogni ombra della notte; Lithenor, il lago e il bosco erano d'argento; tuttavia il suo splendore non feriva gli occhi. Poco a poco, però, cominciò a perdere la luminosità, pur senza spegnersi del tutto. L'imbarcazione dei sovrani tornò a riva e Lìndir e Mìriel scesero a terra; il popolo osservava la regina e il pallido lucore che emanava il suo palmo, sconcertato dalla scena alla quale aveva assistito; il significato di quello che tutti avevano visto era ignoto, e non sapevano se la comparsa della sfera fosse legata a eventi positivi o negativi per il popolo elfo. Solo uno tra gli Elfi si avvicinò alla regina: Shirandon. I suoi occhi sapienti riflettevano la luce della sfera e, quando le dita ne sfiorarono la superficie, questa brillò per un istante più decisa e al suo interno comparve un simbolo. Quindi parlò, e le sue parole furono udite da tutto il popolo»

Il re s'interruppe, si voltò verso la regina, e chinò appena il capo.

Lei sorrise e declamò: «Verrà il giorno in cui, per la sete di potere di uno, tutti i popoli rischieranno di scomparire. Ma Djinora ci ha fatto dono del suo cuore per guidarci nella prova. Soltanto un giovane, colui che avrà in sé il segno di Djinora, sarà in grado di controllare il suo cuore e difendere i popoli»

Dunque il nome del lago era Djinora! Idemar ricordava bene il brivido che aveva provato nel vederlo. Era come se avesse sempre saputo di essere legato a quella distesa d'acqua, anche se non capiva come.

Orinden aveva ripreso a parlare. «I giorni e le stagioni sono trascorse e nulla è mutato, qui a Lithenor come nelle città abitate dagli altri popoli. I cambiamenti c'erano, ma nulla era tanto importante da coinvolgere altri che non fossero del popolo in cui il fatto si verificava. Ci sono state battaglie, alleanze, faide e guerre, ma non hanno coinvolto tutti i popoli. La profezia di Shirandon è stata tramandata, ed è tuttora una delle più amate e narrate, ma mai gli altri popoli l'hanno conosciuta, perché il significato completo non era ancora stato svelato e rendere pubblica la leggenda sarebbe stato un rischio, avrebbe potuto perfino ostacolare il compimento della profezia»

«In che modo?» chiese Idemar.

«Rivelare la profezia agli altri popoli avrebbe potuto mettere in pericolo la vita del giovane al quale essa si riferiva. Chiunque avesse avuto brama di dominio sarebbe stato poco disposto a correre il rischio della comparsa del giovane. Per questo abbiamo pensato fosse il caso di tenerla segreta, e la tua venuta è segno che quella dei nostri padri è stata la scelta giusta, e il dono che Djinora ha fatto ai popoli ci dà speranza»

Il Cuore di DjinoraDove le storie prendono vita. Scoprilo ora