Si svegliarono all'alba e si recarono alle scuderie per salutare Cobalto e Chiomadoro. Sapevano che l'assenza dei due cavalli sarebbe stata difficile da sopportare, ma anche che il popolo elfo li avrebbe trattati bene e che non avrebbero sofferto.
I due cavalli erano in forma. Idemar non aveva mai visto il pelo di Cobalto tanto folto e lucido, e Chiomadoro non sembrava neppure la stessa che avevano sottratto alle guardie di Surna.
Osservando gli occhi felici della cavalla, Erya sentì qualcosa pizzicarle la gola, e comprese che stava per lasciare un'amica. Allora scoppiò in lacrime, sentendosi in colpa; era una sciocca a piangere, mentre Idemar stava dicendo addio a quello che per anni era stato il suo migliore amico.
Ma Idemar le prese la mano e abbozzò un sorriso. «Non potrebbero essere in un posto migliore: qui non patiranno come forse accadrà a noi, saranno curati dall'unico popolo in grado persino di comunicare con loro»
Erya si asciugò in fretta le lacrime. «Lo so»
Idemar accarezzò a lungo la folta criniera di Cobalto e gli parlò, spiegando che doveva partire ma che gli Elfi si sarebbero occupati di lui, e che prima o poi si sarebbero rivisti. Qui però non trovò le parole per continuare, o forse gli mancò la voce, e, dopo un'ultima carezza, si voltò per raggiungere l'ingresso del palazzo, dove avevano appuntamento con gli Elfi che li avrebbero guidati nel deserto.
I quattro giunsero puntuali; indossavano tutti un corpetto di cuoio con lo stemma di Lithenor cucito sul petto, ma non erano armati e avevano con loro solo un leggero zaino a testa, proprio come i ragazzi.
Eareniel li salutò con un sorriso. «Siete pronti?»
Idemar annuì.
«Dovete esserlo. Quella che ci attende non è una passeggiata, né un viaggio adatto a degli Uomini» disse Galethil. «Anche se dotati di poteri che gli altri Uomini non hanno»
Fissò Erya con gli splendidi e freddi occhi azzurri, e la ragazza distolse subito lo sguardo, incrociando quello di Dauril. La dolcezza che lesse negli occhi dell'Elfo moro le trasmisero subito la tranquillità che cercava.
«Sono certa che Idemar ed Erya non avranno problemi ad ambientarsi, anche nel Lennar. Hanno attraversato Fogran da soli, come pochi sono stati in grado di fare» disse Eareniel.
Galethil non rispose, ma dall'espressione dubbiosa era evidente che le parole di Eareniel non l'avevano affatto convinto.
La partenza da Lithenor fu allietata dalla comparsa dei sovrani. La regina era stupenda nel semplice abito bianco che le lasciava scoperti solo i piedi, scalzi. Di fronte a lei anche la bellezza di Imril sfumava, e solo il sorriso di Eareniel riusciva a competere con quello della regina.
«È dunque giunto il momento della partenza» disse Orinden in tono solenne. «Il vostro viaggio porti la speranza a tutti i popoli»
«Con voi sia la benedizione di tutto il popolo, e in particolare la mia» fece Elaniel. «Possano i vostri passi essere sempre sicuri»
Quindi s'incamminarono, tra i saluti di tutti gli abitanti di Lithenor, che si erano radunati nella zona per assistere alla partenza del gruppo.
Si avviarono in direzione del lago, che apparve ai loro occhi più luminoso che mai.
Galethil guidava il gruppo, deciso e fiero, lo sguardo di ghiaccio fisso davanti a sé. Subito dietro di lui Imril, bellissima, camminava guardandosi attorno con aria assente. Poi Erya e Idemar, con Eareniel e Dauril accanto, come a dimostrare che nel gruppo non c'erano gerarchie. Eareniel non aveva perso il sorriso, né lo sguardo di Dauril la dolcezza.
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Il Cuore di Djinora
FantasyIdemar vuole scoprire il significato del segno che lo accompagna fin dalla nascita. Erya ha dovuto nascondere per tutta la vita le proprie capacità a causa della paura che quelli come lei - conosciuti con il nome di Diversi - infondono nella gente. ...