63. L'ESERCITO DI HODGER

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Giunse infine il giorno della partenza. Kork era gremita di Feark pronti ad andare in guerra. Si erano uniti a loro, nelle ultime ore, tutti i Feark disposti a combattere che vivevano a Sirkat e Terket. Lungo il cammino altri si sarebbero uniti a loro, e quelli che abitavano nelle città più a nord li avrebbero incontrati a Lebek.

Non era facile mantenere in ordine diverse centinaia di Feark in un percorso come quello, tutt'altro che agevole per gruppi tanto numerosi. La lunga galleria che collegava Kork alle città più a nord era larga e comoda per i viaggiatori, ma non era stata pensata per gli spostamenti di un esercito.

L'avanzata era lenta e a tratti macchinosa, ma Norken era un valido comandante e sapeva come tenere alto il morale della truppa e risolvere i problemi che si creavano quando, inevitabilmente, il temporaneo restringimento della galleria creava ingorghi.

Tra le file dei Feark in marcia vi erano i Portavoce Dolunt e Nihirat, ma anche Kemro. Non lontana da Idemar, Aredel ed Erya avanzava Ashira, lo sguardo sempre fiero e altero, concentrato come se per lei la battaglia fosse già iniziata.

Durante le soste la giovane restava per lo più in disparte, rivolgendo poche parole a chi le stava vicino. Erya ebbe modo di parlare con lei, venendo a sapere che la madre era morta quando Ashira era solo una bambina, e che era cresciuta con il padre e tra le armi fin da piccola. Quello della spada era sempre stato un passatempo, per lei, un modo per sfogare la tensione e rilassarsi.

Queste cose Erya le intuì, più che ascoltarle dalla voce di Ashira, perché la Feark non amava parlare di sé e le sue frasi erano brevi. Era però incuriosita dal viaggio compiuto da Idemar ed Erya, e ascoltava con attenzione i racconti dei ragazzi.

Mano a mano che avanzavano, numerosi gruppi di Feark si univano, andando a ingrossare le fila dell'esercito.

A chi era sprovvisto di armi ne veniva assegnata una, perché a seguito dei soldati in marcia vi erano sei carri che contenevano armi e vettovagliamenti.

***

Quando l'esercito fearkiano giunse a Lebek, era formato da circa duemila soldati, e in città attendevano altrettanti. L'intero esercito, così composto, si accampò fuori Lebek, nella zona agricola, dove gli era stata riservata un'ampia area.

Dopo il lungo cammino, i Feark poterono così sia impugnare di nuovo le armi per gli ultimi allenamenti, sia riposare.

Norken si riunì con i Portavoce che avrebbero partecipato alla guerra, e all'incontro furono invitati anche Aredel, i due ragazzi e Ashira. Erano presenti anche altri tre Feark che non avevano mai visto, coloro che gestivano le squadre di esploratori di Lebek, Sirkat e Terket.

Il Comandante doveva impartire disposizioni sull'organizzazione dell'esercito. Disse di aver riflettuto a lungo, consapevole che la mancanza di esperienza costituiva un serio problema: di tutti i soldati che gli erano stati affidati, infatti, solo la figlia aveva ricevuto l'istruzione di un guerriero, e gli unici ad aver già combattuto erano i tre stranieri. I Feark non sapevano cosa fosse uno scontro reale, e lui stesso aveva avuto modo di combattere seriamente in poche occasioni, quando i suoi viaggi solitari lo avevano portato troppo vicino al lago di Fern-Tar ed era stato attaccato da un gruppetto di Pukrob, o in qualche zona frequentata da banditi.

Per gestire l'esercito, quindi, aveva bisogno di loro.

Si disse intenzionato a suddividere i soldati in dieci squadre, ognuna capeggiata da un comandante. Egli ne avrebbe guidata una, la più numerosa, e Ashira una seconda, entrambe composte da spadaccini. Aveva deciso di affidare cinquecento arcieri ad Aredel e altrettanti a Idemar, coadiuvato da Erya. Altre squadre, formate da Feark armati di asce e mazze, sarebbero state capeggiate dai due capitani delle squadre di esplorazione, Pyxis e Tirik, e da Nihirat, che prima di essere eletto Portavoce di Sirkat aveva fatto parte delle guardie della città e sapeva utilizzare bene sia la spada che l'ascia.

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