Si lasciarono alle spalle il bosco, confortante e protettivo, cominciando a percorrere la pianura. Dopo l'abbraccio delle schiere di alberi, Erya si sentì un po' disorientata dal vuoto che li avvolgeva e permetteva loro di vedere molto lontano, come se lo spazio si fosse all'improvviso dilatato; ma non avevano abbandonato i territori elfi, ed erano ancora al sicuro.
Il terreno era pianeggiante, l'erba morbida rendeva piacevole il cammino e il gruppo avanzava veloce e senza fatica. Nulla intralciava il loro passo; avrebbero potuto chiudere gli occhi senza timore d'inciampare, perché nemmeno una pietra spuntava dal terreno.
Il cielo rimase limpido per tutto il giorno, e anche per quello seguente, con un'ottima visibilità e con un sole caldo ma non soffocante, accompagnato da una delicata brezza che faceva danzare i lunghi capelli degli Elfi.
Le macchie di alberi si susseguivano continue, allietando i cuori dei ragazzi con i colori dei fiori e i profumi che sprigionavano nell'aria.
Nel pomeriggio del secondo giorno, però, il paesaggio cominciò a mutare, diventando più aspro: gli alberi crescevano sempre più radi, e le loro fronde erano meno rigogliose, con foglie dai colori un po' sbiaditi rispetto a quelle che si erano abituati a vedere. Pietre e grossi massi resero via via meno agevole il cammino, costringendoli in qualche occasione a deviare temporaneamente dalla loro direzione per superarli. Ma subito Galethil si rimetteva in posizione, sottolineando l'importanza di mantenere la rotta che era stata calcolata con attenzione per rendere il viaggio più breve possibile.
Venne anche il momento in cui, scrutando l'orizzonte, non videro più le piccole macchie scure degli alberi: il deserto di Lennar si stava avvicinando.
Al tramonto Galethil si fermò, accanto a uno degli ormai rarissimi gruppi d'alberi che incontravano.
«Non è bene abbandonare i territori elfici quando scende la sera; trascorreremo qui la notte, e ripartiremo non appena la luce lo permetterà. Solo pochi passi e saremo fuori dalla difesa di Lithenor, che già giunge qui molto flebile»
Per la prima volta da quando avevano lasciato la città degli Elfi, Erya non dormì tranquilla; si era molto indebolito l'invisibile ma caldo abbraccio protettivo che aveva sentito fino alla notte precedente, e l'atmosfera era diversa, più caotica, come se qualcosa di stonato cercasse senza sosta di penetrare nell'armonia di suoni e colori che il territorio elfico aveva donato loro con tanta generosità. Ma forse si trattava solo di uno scherzo della sua immaginazione al pensiero che il confine con il deserto era vicino.
Anche Idemar faticava a prendere sonno, tormentato dalla preoccupazione per ciò che attendeva il gruppo. Sapeva infatti che i giorni a venire avrebbero presentato complicazioni e che era lui solo il motivo di quel viaggio attraverso il deserto.
Si alzò per fare qualche passo e cercare di allontanare i dubbi. Attorno a lui tutti dormivano, avvolti nelle coperte. Un solo giaciglio era vuoto.
Dauril era seduto ai piedi di un albero, la schiena appoggiata al tronco. I suoi occhi brillavano alla pallida luce della luna. Quando lo vide abbozzò un sorriso, molto triste e dolce.
«Comprendo la tua inquietudine, Idemar. Di tutti noi tu sei il meno invidiabile; se un nostro fallimento causerebbe la nostra sconfitta, un fallimento da parte tua porterebbe alla rovina di molti»
Tacque per qualche istante, poi annuì. «Il peso di una grande responsabilità grava sulle tue spalle, e io non posso alleviarlo se non camminando al tuo fianco. Ma sii fiducioso, e non porgere l'orecchio a voci negative, perché la speranza è il bene più prezioso che abbiamo»
Idemar non trovò le parole per rispondere, ma non ce ne fu bisogno perché Dauril volse subito lo sguardo al cielo, e gli occhi si fecero pensierosi. Idemar si trovò a pensare che Dauril fosse un Elfo un po' strano, non era sicuro che gli piacesse molto, però aveva saputo leggere nel suo cuore e aveva trovato le parole adatte a far rinascere in lui la serenità.
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Il Cuore di Djinora
FantasiIdemar vuole scoprire il significato del segno che lo accompagna fin dalla nascita. Erya ha dovuto nascondere per tutta la vita le proprie capacità a causa della paura che quelli come lei - conosciuti con il nome di Diversi - infondono nella gente. ...