I mostri emersero poco dopo l'alba, all'improvviso, veloci come quando erano scomparsi sottoterra. Trovarono gli Isidrani pronti ad affrontarli. Anche le Fate, che non avevano mai smesso di fare la spola tra l'accampamento improvvisato e la Betulla Argentata, erano presenti quando gli invasori riemersero.
A Erya sembrò che i mostri si fossero fatti più imponenti, ma Idemar le assicurò che era solo l'effetto dovuto alla luce e alla visibilità molto migliorata, ora che l'aria non era offuscata dal fumo.
Gli Isidrani, seguendo la decisione del Consiglio, si erano schierati tra i mostri e la Betulla, nel tentativo di difendere ogni metro di strada che li divideva dalla dimora delle Fate.
Idemar non era affatto convinto che fosse una buona scelta, alla luce degli avvenimenti del giorno precedente: se i mostri si erano allontanati dalla Betulla era solo perché il piccolo popolo dei boschi aveva fatto da esca, attirandoli nella direzione opposta. Ma ora si trattava di respingerli ed era una faccenda completamente diversa. Se le frecce non ne scalfivano la pelle, e quelle che riuscivano a centrare il bersaglio non procuravano loro danni permanenti, se le lance e le spade non causavano che ferite superficiali, come potevano pensare di frenare la loro avanzata?
Erya, rispetto a Idemar, si sentiva più tranquilla. La serenità e la dolcezza di Nanya le avevano fatto dimenticare la paura che l'aveva attanagliata il giorno precedente, e donato la speranza: sentiva che la pace sarebbe tornata e questo le bastava, anche se non sapeva né quando né come.
Stringendo la Lacrima di Ilwyn prese posizione accanto a Idemar, che già teneva in mano la prima freccia, e si guardò attorno: molti Isidrani si erano posizionati tra i rami degli alberi, armati, nella speranza di riuscire a cogliere di sorpresa gli avversari. Le Fate erano ferme, a terra, pronte a spiccare il volo al momento più opportuno.
I mostri si scrollarono di dosso la terra e si avvicinarono alla prima fila di alberi; in pochi istanti alcune piante furono ridotte a cenere. Ma prima che potessero raggiungere gli arbusti successivi uno sciame di frecce li raggiunse, e numerosi Isidrani armati di spade e lance si avventarono su di loro per fermarli.
Idemar avanzò di qualche passo, in modo da mirare ai volti dei mostri per colpirli dove erano più vulnerabili.
Erya stava per seguirlo quando ricordò la sensazione di passività e inutilità che aveva provato il giorno precedente, e si riscosse. Sempre stringendo in mano la tranquillizzante e tiepida pietra delle Fate si spostò a sinistra, mentre il cervello elaborava un piano sempre più preciso.
Tenendosi al riparo, nascosta dietro la prima linea di alberi, si allontanò dallo schieramento isidrano, decisa a sorprendere gli invasori attaccandoli sulla destra.
Mentre camminava a passo veloce continuò a guardare i piccoli guerrieri. Gli arcieri seguitavano ad avere ben poca fortuna, mentre gli Isidrani armati di spade si facevano via via più intraprendenti e attaccavano con maggior convinzione e aggressività. Alcuni fronteggiavano apertamente i bestioni, schivando le loro zampate per poi colpirli con forza non appena posavano le zampe a terra; ma i mostri, che ringhiavano dal dolore, non si tiravano mai indietro. Le ferite che i piccoli Isidrani procuravano loro, lungi dall'indebolirli, li rendevano più cattivi. Se prima sferzavano l'aria con la coda per scacciare via il popolo dei boschi come se fosse uno sciame di fastidiosi insetti, ora, furibondi, sembravano aver capito le intenzioni degli Isidrani e avevano deciso di liberarsene in fretta.
Mentre li affiancava, con gli alberi che ancora la riparavano dalla loro vista, Erya notò che le Fate avevano spiccato il volo per disorientare i mostri e sentì che era arrivato per lei il momento di agire.
Appoggiò il palmo della mano sinistra al tronco di un ontano, stringendo forte con la destra la Lacrima di Ilwyn. Poi chiuse gli occhi. Non ebbe nemmeno bisogno di concentrarsi: la mente era già un intreccio di sentimenti confusi e il cuore era in subbuglio e traboccante di emozioni. Avvertì l'energia dilatarsi dentro di sé e la sentì entrare in contatto con l'albero, che non alzò alcuna barriera, ma si lasciò guidare.
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Il Cuore di Djinora
FantasyIdemar vuole scoprire il significato del segno che lo accompagna fin dalla nascita. Erya ha dovuto nascondere per tutta la vita le proprie capacità a causa della paura che quelli come lei - conosciuti con il nome di Diversi - infondono nella gente. ...