La battaglia era iniziata da quasi un'ora quando Idemar ed Erya, assieme a un buon numero di Feark, lasciarono Darmet da una porta laterale e si misero in marcia verso il boschetto più vicino.
L'esercito alleato, come previsto da Idemar, si era schierato in una zona più lontana dalle mura rispetto al giorno precedente, cercando la battaglia in campo aperto per proteggere la città; anche gli arcieri che fino a quel momento avevano vigilato sul resto dell'esercito dall'alto delle mura avevano abbandonato la loro posizione per formare la retroguardia.
Così era stato deciso da Norken e re Ulmer, anche se molti Uomini mormoravano, poco convinti che la scelta portasse a qualche risultato e sicuri che nessun Elfo sarebbe mai giunto in loro aiuto.
Il sole, alto nel cielo, era quel giorno a tratti coperto da nuvole passeggere, e la temperatura meno torrida. L'aria era già satura della polvere che si levava dal campo di battaglia e delle grida e il clamore del combattimento, e la loro breve marcia fu intristita dalla visione dei segni che i giorni di guerra avevano inflitto al prima rigoglioso paesaggio.
Il boschetto che raggiunsero, scostato rispetto al campo di battaglia, non mostrava segni di violenza, ma a Erya bastò sfiorare con la mano il tronco di uno degli alberi per comprendere le parole di Aredel: vi era sofferenza, lieve ma inesorabile, in quelle piante. Se ne sentì travolta, ma ne ricavò speranza: sarebbe stato più facile, per lei, trovare un punto di contatto con loro.
Gli arcieri entrarono nella macchia di alberi, invisibili al resto dei soldati. Solo Erya e Idemar rimasero all'esterno e attesero fino a che tutti i Feark che erano con loro non furono piazzati come previsto. Quindi si scambiarono una breve occhiata d'intesa e si allontanarono di qualche passo l'uno dall'altra.
Idemar trasse dalla tracolla il bastone e ne appoggiò a terra la punta, la sfera che brillava debole in cima; vide il segno sul proprio braccio scomparire e sentì il bianco legno dell'Ilinwe vibrare appena tra le sue mani.
Erya posò il palmo della mano destra al tronco di una maestosa quercia, l'albero più grande tra quelli vicini. Subito percepì la tristezza che aveva captato pochi minuti prima, più intensa e facile da comprendere; la quercia, così come gli alberi suoi fratelli, si opponevano a quella battaglia che stava devastando ogni forma di vita attorno a loro e che irrorava la terra con il sangue dei morti.
La violenza degli scontri aveva acceso il fuoco della rabbia nell'animo pacifico di quelle piante, e questa ira era pronta a divampare.
Erya lasciò fluire le proprie emozioni, dando loro il compito di raccontare alla quercia ciò che stava accadendo; la sentì fremere sotto le dita. Poi, dopo qualche istante, entrambi i ragazzi capirono che l'intero boschetto partecipava a quella conversazione silenziosa: Erya lo sentiva nel contatto con la quercia, che comunicava con tutti gli alberi e le piante, mentre Idemar riusciva quasi a udirne la voce grazie alla sensibilità acuita che gli veniva dal Cuore di Djinora, che ora brillava più deciso.
Riusciva a vedere il campo di battaglia con maggior chiarezza, come se si fosse fatto più vicino, e distingueva ogni singolo combattimento in una distorsione percettiva che provava per la prima volta. Assistette così alla caduta improvvisa di due Swargr proprio nell'istante in cui stavano per avere la meglio su due cavalieri di Darmet, e con un moto d'esultanza si accorse delle grosse radici che spuntavano dal terreno e si avvolgevano attorno ai loro corpi.
L'intero bosco ondeggiò soddisfatto, mentre un arbusto quasi secco che spuntava incerto nel mezzo della battaglia cominciava a crescere e allungare i rami, di nuovo vivi, verso i guerrieri di Hodger.
Con un brivido Erya comprese che il Cuore di Djinora stava sostenendo e ampliando la capacità di comunicare con le piante, dando vita a quello che era a tutti gli effetti un dialogo a distanza, capace di giungere fino agli eserciti; non aveva più nemmeno bisogno di concentrarsi, perché gli alberi parevano agire secondo una volontà propria.
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Il Cuore di Djinora
FantasíaIdemar vuole scoprire il significato del segno che lo accompagna fin dalla nascita. Erya ha dovuto nascondere per tutta la vita le proprie capacità a causa della paura che quelli come lei - conosciuti con il nome di Diversi - infondono nella gente. ...