Camminare per la prima volta a fianco degli Elfi fu un'esperienza stranissima; sembrava che i quattro non toccassero nemmeno il suolo, tanto profondo era il silenzio che accompagnava i loro passi. Non c'era da meravigliarsi se Erya e Idemar non li avevano sentiti arrivare e si erano trovati circondati prima di rendersene conto. Gli Elfi si muovevano con l'agilità e l'eleganza di un gatto, suscitando l'ammirazione di Erya, che solo accanto alle Fate si era sentita tanto impacciata.
Idemar, al contrario, guardava con sospetto i quattro guardiani, perché sapeva che erano troppo rapidi e forti per loro e che, se avessero deciso di non fidarsi e di farli prigionieri, lui ed Erya non avrebbero avuto alcuna possibilità di contrastarli. Non lo convincevano la tranquillità e l'indifferenza che aveva letto nei loro occhi, ma non poteva fare altro che seguirli, perché da solo non aveva possibilità di raggiungere la città degli Elfi.
Il gruppetto seguiva lento il fiume, senza mai allontanarsi dalla riva. Ormai il sole era tramontato e la notte avanzava veloce, ma la luna si specchiava nell'Illinore e lo faceva risplendere, illuminando il percorso che dovevano seguire e rendendo più agevole il cammino. Le stesse piante del bosco non erano inghiottite dalla notte, ma avvolte da un tenue lucore che le rendeva indistinte.
Idemar ed Erya non avrebbero saputo dire da quanto tempo stessero camminando quando i quattro Elfi si fermarono. Era un punto come un altro della riva del fiume bianco, e accanto a loro sorgeva un maestoso albero di una specie che i due ragazzi non avevano mai visto, dai rami carichi di fiori il cui colore non era possibile distinguere con chiarezza vista la poca luce, ma che Erya intuì essere gialli.
Una delle due guardiane, dai capelli color del grano, si avvicinò all'albero e posò una mano sul tronco, con grande delicatezza, sussurrando parole che né Erya né Idemar colsero. Subito quello cominciò a incurvare uno dei suoi rami più grossi, con l'eleganza di un uccello che spiega le ali prima di spiccare il volo.
Di nuovo Erya non riuscì a trattenere un sussulto, mentre il ramo si allungava sopra l'Illinore e raggiungeva la riva opposta formando un solido ponte, e di nuovo la guardiana mora la fissò con una vaga espressione d'interesse. Erya chinò veloce il capo.
L'Elfa bionda attraversò il ponte veloce e aggraziata, come se fosse la cosa più semplice del mondo, seguita dall'Elfo dagli occhi di ghiaccio che, giunto alla sponda opposta, invitò Erya e Idemar a fare altrettanto.
I due ragazzi si resero conto che camminare su quel tronco era più difficile di quanto avevano creduto osservando i due Elfi. Se Idemar, pur con qualche tentennamento, giunse presto a terra, Erya si trovò in grande difficoltà già dopo i primi, incerti, passi. La riva non le era mai sembrata tanto lontana, ma non aveva altra possibilità che cercare di raggiungerla, perché voltarsi e tornare indietro era impossibile.
La guardiana dai capelli dorati la chiamò e le fece segno di avanzare dicendo: «Non guardare né le acque né il ramo. Cammina senza distogliere lo sguardo dalla tua meta e la traversata sarà più semplice»
Erya non credeva che quello di camminare senza preoccuparsi di dove metteva i piedi fosse un gran consiglio, ma aveva troppo riguardo nei confronti degli Elfi per ribattere. Alzò lo sguardo e incrociò gli occhi di Idemar. Vi lesse per un istante la preoccupazione, ma subito il ragazzo sorrise e la chiamò, ed Erya fece un passo. Si accorse che avanzare era più facile, anche se continuava a preferire la terraferma.
«Ce l'hai fatta!» esclamò Idemar prendendole la mano per aiutarla a scendere.
I due Elfi che erano rimasti indietro li raggiunsero in un attimo. Restavano solo Cobalto e Chiomadoro, ma i due ragazzi si resero conto che gli Elfi che avevano attraversato per ultimi il ponte avevano condotto con loro i pochi bagagli ancora trasportati dai cavalli. Poi l'Elfo dagli occhi di ghiaccio emise un basso fischio prolungato, e subito Cobalto e Chiomadoro si tuffarono nelle acque dell'Illinore e cominciarono ad attraversarlo. In pochi istanti il gruppetto si riunì sulla riva est del fiume bianco, mentre il ramo dell'albero che aveva fatto da ponte si ritirava e faceva ritorno alla posizione originale.

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Il Cuore di Djinora
FantasyIdemar vuole scoprire il significato del segno che lo accompagna fin dalla nascita. Erya ha dovuto nascondere per tutta la vita le proprie capacità a causa della paura che quelli come lei - conosciuti con il nome di Diversi - infondono nella gente. ...